Salute

Antenna Rai. Un simbolo della città da valorizzare.

Michele Spena

Antenna Rai. Un simbolo della città da valorizzare.

Mar, 04/04/2017 - 14:06

Condividi su:

Possiamo dire che l’antenna Rai collocata sul monte Sant’Anna rappresenta un simbolo per la nostra città?

Questo il primo dei quesiti con cui un nisseno si dovrebbe confrontare. Per molti l’antenna potrebbe non significare nulla e si potrebbe affermare che il simbolo è il Redentore posto su Monte San Giuliano, o che la città si identifica con le miniere e la sua storia mineraria. Certamente ciascuno di noi troverebbe una idea diversa di simbolo della città, ma certamente non si può non essere d’accordo che la storia e la memoria sono quelli che alla fine danno l’immagine moderna di un popolo e del suo territorio. La cancellazione di “simboli” del passato rischia di cancellare la memoria e l’identità di quanti abitano un territorio.

Prima dell’avvento delle moderne tecnologie  erano i nonni che con i loro racconti trasmettevano la memoria storica e noi, fanciulli, restavamo estasiati dai loro racconti. Oggi nell’era di Internet, tutto è più veloce, più globale ma soprattutto più condiviso.

Come affrontare quindi la “questione Antenna” che RAI WAY vuole dismettere per motivi economici? Diciamo innanzitutto che sulla scia delle privatizzazioni selvagge rischiamo di cancellare la nostra storia sacrificandola in nome del Dio denaro. Ma tenendo conto che ancora oggi paghiamo un canone Rai e che la Rai opera con denaro pubblico, non è giusto e ragionevole che una scelta di tale portata venga condivisa con il territorio?

Quanti vengono dalla generazione degli anni ‘50 in poi sanno bene che per i nisseni era motivo di orgoglio avere un trasmettitore RAI così imponente, alto 286 metri ,per lungo tempo la prima torre d’Europa in altezza. Quanti ricordano il piacere quasi di rivalsa che si sentiva nell’ascoltare la mattina e sera le annunziatrici che ad inizio e fine giornata informavano che le trasmissioni venivano irradiate anche dalla stazione di  Caltanissetta da cui si trasmetteva anche un notiziario in lingua araba. La scritta Caltanissetta era su tutti i vetri graduati delle radio.

Quasi un motivo di rivalsa verso una terra sfortunata che da cinquant’anni produce forza lavoro lontano dai propri confini. E quanto intenso era sentimento di chi ritornando a casa identificava l’essere arrivato con la visione del traliccio visibile già da svariati chilometri.

Forse l’antenna non si può definire il solo simbolo di Caltanissetta, ma certamente è nel cuore dei nisseni e la sua dismissione sarebbe un ulteriore scippo alla sua memoria ed alla sua storia. Collocata tra il 1949 ed il 1951, fu inaugurata in pompa magna il 18 novembre del 1951 dall’allora Ministro delle Poste e Telecomunicazioni, Giuseppe Spataro, che da pochi mesi aveva lasciato il ministero, da Cristiano Ridomi, dal suo vice Antonio Carrelli ed dal Direttore Generale della Rai Salvino Sernesi. Furono altresì presenti il presidente della Regione Siciliana Franco Restivo, il suo predecessore Giuseppe Alessi, il presidente dell’Assemblea Giulio Bonfiglio. Ad impartire la benedizione il Vescovo di Caltanissetta mons. Giovanni Jacono.

Da quella data l’impianto nisseno assicurò la radiodiffusione in onde lunghe, medie e corte, grazie anche ad antenne minori. L’antenna fino al 1965 mantenne il primato di altezza con i suoi 286 metri. Il costo finale dell’opero fu di 146 milioni di lire. L’impresa costruttrice  fu la CIFA (Compagnia Italiana Forme e Acciaio) azienda lombarda specializzata nel settore.

L’impianto gestito negli ultimi anni da RAI WAY, è stato spento il 9 agosto del 2004.

Dopo un periodo di relativo silenzio si è venuti a conoscenza che la RAIWAY aveva intenzione di dismettere l’impianto non più in esercizio. Legittima scelta che però ha sollevato una reazione popolare abbastanza consistente. Sono intervenute varie Associazioni che si sono in vario modo espresse nel merito, con posizioni chiare di contrarietà all’abbattimento dell’antenna, come “La Voce del Silenzio”, l’Associazione “Città Viva”, La “Società Dante Alighieri”, i Comitati di quartiere. Venivano create svariate pagine facebook sul tema antenna, si costituiva il “Comitato Parco Antenna Rai” al quale aderivano Italia Nostra, Sicilia Antica, l’Associazione Radioamatori , la LIPU, il Gruppo Modellisti Nisseni, la “Lega Ambiente”, il WWF, Sicilia Nostra, ed altre associazione ambientaliste che scendevano in campo per la difesa dell’antenna e dell’area circostante di circa 16 ettari che, incontaminata, ha tutte le caratteristiche per essere adibita a parco urbano al servizio del territorio nisseno e non solo.

La Pro Loco di Caltanissetta ha sollevato il problema già durante la sindacatura Campisi, il quale dopo le iniziali perplessità, ha sposato l’idea di creare un forte polo di attrazione museale e naturalistica nell’area dell’antenna Rai e perciò ha messo in essere la procedura di acquisto dell’area, con il consenso della Soprintendenza BB.CC. ed AA., del Genio Civile, dell’Ispettorato delle Foreste e degli Uffici Urbanistici del Comune di Caltanissetta i quali davano parre positivo in apposita conferenza dei servizi tenutasi il 30 maggio 2014.

Anche l’Amministrazione Ruvolo si è pronunciata per l’acquisto. Oggi si è in attesa che il Consiglio Comunale approvi la Delibera di Variante n° 43 del 28marzo 2014 predisposta dall’Assessore Andrea Milazzo  affinchè, intanto, sia definitivamente scongiurata la dismissione dell’antenna. Successivamente ognuno potrà suggerire quale destino dare a quell’area , all’antenna ed alla vecchia stazione radio che è ancora integra e con gli strumenti  ormai passati tra gli oggetti di archeologia industriale.

“L’Antenna – un sogno per domani” ha scritto Carlo Sorbetto in un suo libro. Un sogno che la Pro Loco sposa e condivide.

Conservare beni che hanno prevalenza pubblica di memoria e ricordi è un dovere dei contemporanei per tramandare alle nuove generazioni il passato che li identifica nel presente. Dal presente si può costruire il futuro. Non un sogno ma il passaggio alla normalità. Per far ciò basta guardarsi indietro e non ripetere l’errore di avere cancellato la memoria della presenza dei Moncada a Caltanissetta, delle miniere di zolfo, (chiuse in modo irreversibile), dell’area del Parco Testasecca, già rivendicato parco cittadino dei nisseni negli anni settanta.

Concretizziamo il sogno e manteniamo la nostra storia e quindi l’Antenna.

banner italpress istituzionale banner italpress tv