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Riscossione Sicilia, 9 indagati: avrebbero agevolato deputati Ars

Redazione

Riscossione Sicilia, 9 indagati: avrebbero agevolato deputati Ars

Gio, 02/03/2017 - 10:29

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CATANIA – Avrebbero agevolato tre deputati regionali dell’Assemblea siciliana che avevano debiti col Fisco cancellando un fermo amministrativo e chiudendo illecitamente procedure esecutive di pignoramento. E’ l’accusa nei confronti di nove dipendenti di Riscossione Sicilia, la società pubblica che si occupa di recupero dell’evasione. Nell’avviso di conclusione delle indagini la Procura di Catania contesta l’abuso d’ufficio in concorso e continuato e ipotizza un danno erariale di quasi di 390 mila euro.

Nell’inchiesta, coordinata dal pm Fabio Regolo, sono coinvolti agenti, funzionari e dirigenti di Riscossione Sicilia, in servizio nella sede provinciale di Catania della società. L’indagine è partita da esposti presentati dall’attuale amministratore unico di Riscossione Spa, l’avvocato Antonio Fiumefreddo, che più volte ha denunciato, anche pubblicamente, presunte “agevolazioni illegittime” da parte di personale della società nei confronti di politici debitori col Fisco.

I tre parlamentari regionali che sarebbero stati favoriti dagli indagati sono Nello Musumeci, leader del movimento ‘DiventeràBellissima’, di cui si parla da tempo come uno dei candidati del centrodestra al ruolo di governatore alle regionali d’autunno; Nino D’Asero, attuale capogruppo del Ncd all’Assemblea e Raffaele Nicotra, deputato regionale del Pd. Secondo l’accusa, Musumeci e D’Asero avrebbero ottenuto la chiusura di procedure esecutive di pignoramento presso terzi nonostante avessero ancora dei debiti con Riscossione. Nicotra invece sarebbe stato favorito con la cancellazione di un fermo amministrativo di un veicolo e con la chiusura di una procedura esecutiva di un pignoramento immobiliare pur avendo anche lui ancora dei debiti col fisco.

Ma i deputati in questione, Musumeci, D’Asero e Raffaele Nicotra, a fronte delle cinque segnalazioni fatte da Riscossione Sicilia, continuano a respingere ogni accusa, negando di avere ottenuto favori dai nove impiegati tra responsabili e semplici agenti per i quali il sostituto procuratore Regolo ha depositato il fine indagine. Per altri due deputati la Procura non ha trovato i riscontri. “E’ la piu’ grande corbelleria che abbia mai sentito. Tutto falso. Ma la vicenda mi preoccupa, visto che siamo vicini alle primarie del centrodestra”, e’ il commento del presidente dell’Antimafia regionale Musumeci. “Non ho mai ricevuto nessuna istanza di pignoramento e quindi non avrei potuto beneficiare di alcun favore”, taglia corto il capogruppo del Nuovo centrodestra all’Ars Nino D’Asero, che spiega: “Ho rateizzato quanto dovevo alla Serit, cosi’ come consentito ad ogni cittadino e sto regolarmente pagando. Massima correttezza”. Sarebbero stati cancellati tasse e tributi, ‘beneficiari ignari’ delle manovre illecite dei nove indagati peri abuso d’ufficio, i dirigenti Gaetano Romano, di 58 anni, e Antonella Anello, di 56; l’operatore Giovanni Musmeci, di 60; e gli agenti Maria Letizia Idonea, di 55, Ermanno Sorce, di 56, Maria Letizia Sapuppo, di 44, Salvatore Torrisi, 52, Maria Grazia Furnari, di 47, e Giuseppa Giarratana, di 48.

Forte la tensione politica. L’amministratore unico di Riscossione Fiumefreddo, fresco di audizione in Antimafia, annuncia il loro licenziamento e dedica l’inchiesta della Procura di Catania al presidente dell’Assemblea regionale che lo ha querelato tempo fa: “Questa e’ soltanto la punta dell’iceberg e riguarda la categoria ‘politici’, ma c’e’ anche quella dei professionisti, medici, avvocati, ingegneri architetti e poi quella poi quella dei mafiosi. Sono tutti coloro che in maniera scientifica non hanno pagato le ingiunzioni di Riscossione Sicilia”. Dal lavoro della task-force anri-evasori, prosegue, “sono nate le varie denunce e presto arriveranno i risultati delle altre citta’ come Palermo, ma non solo. In Sicilia ci sono politici che sono stati favoriti loro insaputa…”.

“Avanti tutta con Fiumefreddo contro gli sprechi e i privilegi – dice il governatore Rosario Crocetta – alcuni all’Ars mi hanno chiesto di allontanarlo, ma non avverra’ mai: l’inchiesta di Catania ci da’ ragione”.

Non ci sta il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che giudica “gravi” le dichiarazioni di Crocetta, “nel tentativo di individuare sempre i buoni e i cattivi e di criminalizzare la Sicilia tutta: prima i forestali poi i poveri disabili. E, lui, ovviamente, unico puro. Rinnovo l’appello ai deputati di non farsi intimorire dalle valanghe di fango che arriveranno a causa delle prossime comparsate tv, che cercheranno di condizionare, in occasione del varo della legge regionale di stabilita’, il voto libero dei parlamentari onesti”

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