Salute

Migranti, Unicef: 190 bimbi morti in 3 mesi su rotta mediterranea

Redazione

Migranti, Unicef: 190 bimbi morti in 3 mesi su rotta mediterranea

Ven, 03/02/2017 - 17:05

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GINEVRA – Sono almeno centonovanta i minorenni morti negli ultimi tre mesi lungo la rotta mediterranea, in particolare tra la Libia e l’Italia, seguita dai migranti che tentano di raggiungere via mare il territorio dell’Unione Europea: in occasione del vertice informale tra i capi di Stato e di governo dell’Ue, in corso a Malta e dedicato tra l’altro all’immigrazione, lo ha denunciato l’Unicef, secondo cui e’ impossibile conoscere con precisione il numero totale dei bambini annegati durante la traversata, neppure con riferimento al solo anno passato, perche’ molti tra loro viaggiavano non accompagnati, e dunque nessuno ne ha segnalato non soltanto la scomparsa ma addirittura la partenza dalle coste nord-africane. Il fenomeno rientra comunque in un’emergenza ancora piu’ vasta, dal momento che fra il novembre 2016 e il gennaio 2017 sono stati come minimo 1.354, tra clandestini e profughi, coloro che hanno perso la vita. Tra essi ben 1.191 nel Mediterraneo centrale, vale a dire tredici volte di piu’ rispetto allo stesso periodo di un anno prima: una cifra definita “record” dallo stesso Unicef, che cita dati forniti dall’Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e dall’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
Il direttore esecutivo aggiunto del Fondo Onu per l’Infanzia, Justin Forsyth, ha lanciato pertanto ai leader comunitari riuniti alla Valletta un “appello urgente” affinche’ “siano adottate misure di emergenza per mettere in sicurezza” prima di tutto proprio i bambini. “Il crescente numero dei loro decessi evidenzia la grave pericolosita’ del viaggio, e l’assoluta’ necessita’ che i governi su ambedue le sponde del Mediterraneo facciano di piu’ per garantirne l’incolunita'”, ha aggiunto Forsyth. I provvedimenti che saranno adottati dal summit maltese, ha ammonito, “decideranno letteralmente della vita o della morte di migliaia di piccoli in transito oppure rimasti intrappolati in Libia”. Il funzionario Onu ha sottolineato in particolare tutti i rischi insisti nel rimandarli indietro “senza un piano adeguato per proteggerli”, con l’unica conseguenza di “aggravarne le sofferenze”. All’Unione si chiede inoltre di finanziare la specifica tutela dei minori, e d’investire sui centri di accoglienza in Libia in modo che questi ultimi possano “offrire istruzione e servizi sanitari, e non essere invece utilizzati per detenervi bambini semplicemente sulla base del loro status migratorio”.

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