Salute

Salus Festival, l’uso della canzone nella riabilitazione psichiatrica

Redazione

Salus Festival, l’uso della canzone nella riabilitazione psichiatrica

Ven, 11/11/2016 - 18:53

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CALTANISSETTA –  PSICANTRIA, Associazione di Modena che promuove una rivoluzionaria metodologia nel trattamento del disagio psicologico mediante l’Ascolto guidato (musicoterapia ricettiva) e la composizione di canzoni (songwriting) propone un’attività pratica-esperenziale – fra gli eventi formativi del SALUS FESTIVAL 2016 – per gli operatori della salute mentale: infermieri, psicologi, psichiatri, tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori, musicoterapeuti.

Il workshop di 3 ore dal titolo L’USO DELLA CANZONE NELLA RIABILITAZIONE PSICHIATRICA è stato tenuto direttamente dagli autori del metodo: Cristian Grassilli, psicoterapeuta e musicoterapeuta, e Gaspare Palmieri, psichiatra e psicoterapeuta. Hanno sperimentato con eccellenti risultati clinici l’ascolto guidato strutturato delle canzoni con i pazienti del gruppo di ascolto disturbi affettivi e dipendenze patologiche della Clinica Privata Villa Igea di Modena.

“L’ascolto va su due/tre brani di musica di autore italiana e straniera – dice Gaspare Palmieri, psichiatra e psicoterapeuta – condivisi nell’ambito del gruppo di pazienti, e durante l’ascolto si chiede di compilare la scheda ABC con i livelli di intensità e si propongono  esercizi di songwriting come la riscrittura delle canzoni”.

“L’effetto è quello di allegerire il clima emotivo – Gaspare Palmieri, psichiatra e psicoterapeuta – facilitare l’ascolto e l’interazione reciproca, rielaborare i propri vissuti personali”.

“La musica è un grande facilitatore per sviscerare le emozioni e i vissuti dei pazienti” continua Palmieri. Psichiantria nasce dalla voglia di scrivere canzoni sul disagio e sulla malattia mentale.

Pionieristico ed eterogeneo il gruppo di partecipanti che ha preso parte all’attività, con entusiasmo, e con l’obiettivo di acquisire uno strumento di lavoro utile al miglioramento professionale.

“La canzone rievoca i periodi della vita – dice Gaspare Palmieri, autore di “Psicorock” sul disagio psicologico che intreccia le vite di musicisti famosi – e nei pazienti psichiatrici anche periodi della propria vita senza malattia. Le canzoni costellano e descrivono o anticipano i fenomeni sociali o esprimono i bisogni sociali: gli spirituals, i gospel degli afroamericani ne sono un esempio. Le canzoni possono aiutarci a vivere meglio”.

La canzone valorizza i vissuti dei partecipanti al gruppo, è una tecnica trasversale. Nella musicoterapia si propongono l’ascolto, l’esecuzione, l’uso della voce, l’uso degli srumenti musicali, l’incisione e tanto altro.  Nel contesto terapeutico la musica è spazio per la narrazione, è strumento che stimola la capacità di ascolto dell’altro, la creatività, è un’opportunità per favorire i processi di autostima, il riconoscimento di tematiche personali e stimolarne la riflessione.

Nel contesto di formazione, la canzone consente di lavorare con le emozioni, approfondire la nostalgia, anche attraverso il corpo, approfondendo i differenti punti di vista! C’è sempre una traduzione personale del significato di un testo musicale: è un racconto personale. La musica è la cartina tornasole della propria identità.

Per maggiori informazioni  tel. 0934/505821-808 o anzaldi@cefpas.it

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