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Villalba, migranti. Lettera aperta di Claudio Lombardo: “In consiglio comunale…affermazioni sconcertanti

Redazione

Villalba, migranti. Lettera aperta di Claudio Lombardo: “In consiglio comunale…affermazioni sconcertanti

Gio, 06/10/2016 - 12:16

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Foto tratta da facebook

Foto tratta da facebook

VILLALABA – Infiamma la polemica a Villalba sul tema dei migranti. Claudio Lombardo (nella foto), Componente Presidenza Regionale Responsabile ufficio Welfare e migranti dell’ARCI Sicilia, ha inviato una lettera aperta ai consiglieri ed al presidente del consiglio comunale. Di seguito il contenuto integrale dell’epistola.

Egregio Presidente, illustrissimi Consiglieri, Ho avuto il privilegio e l’onore di essere stato invitato dal Sindaco del Vostro Comune alla seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Villalba del 22 settembre scorso che aveva all’ordine del giorno la questione della emergenza migranti che in questi mesi vive il nostro paese e sulla possibilità di attivare nel vostro Comune strutture di accoglienza nell’ambito del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR).

Mi aveva invitato perché mi sono fatto portatore di una ipotesi per l’attivazione di un progetto SPRAR nel territorio del comune di Villalba, ipotesi che ha suscitato il suo interesse e quello della Giunta da Lui presieduta, senza nascondermi le sue personali perplessità ma soprattutto la necessità (che io condividevo e condivido) di un pieno coinvolgimento dell’intera comunità villalbese a partire dall’organismo che la rappresenta: il Consiglio Comunale.

Privilegio ed onore perché sono fermamente convinto che i Consigli Comunali siano una espressione alta e forte del governo di una comunità, coloro che la siedono sono stati chiamati dai cittadini a rappresentarli, ad operare per il bene della collettività tutta, ben al di la della appartenenza a questa o quella forza politica. Ma un Consiglio Comunale resta pur sempre composto da uomini e può succedere (ed è successo in quella seduta a Villalba) che nella foga della discussione si smarrisca il senso del proprio ruolo e che parole in libertà siano lesive sia degli interessi generali che si dovrebbero rappresentare che della stessa funzione di consigliere comunale.

Questo penso, con tutta sincerità, sia successo in quella seduta del consiglio comunale.

Affermare, cosi come è stato fatto, che tutti coloro che si occupano oggi di accoglienza di rifugiati, profughi ed immigrati siano mafiosi, o corrotti, o gente che si approfitta del dramma di migliaia di persone sol perché qualche (e sottolineo qualche) cooperativa o associazione ha travisato la sua funzione e pensato a questo dramma come ad un affare è francamente offensivo, ingiusto e sbagliato! Generalizzare, sparare sul mucchio egregio Presidente è facile ma molto controproducente. Cosa penserebbe Lei di fronte al fatto che in Italia qualche Consigliere Comunale (e sottolineo qualche) intasca tangenti, è colluso con la criminalità e la mafia, dicessi che tutti i consiglieri comunali sono tangentari corrotti e mafiosi? O affermassi che (visto il loro coinvolgimento in atti di corruzione) tutte le imprese sono costituite da corruttori? Affermazioni di questo tipo sono sbagliate, fuorvianti ma soprattutto rischiano di ingenerare danni ancora maggiori di quelli (presunti) che si vogliono scongiurare, si rischia infatti di svuotare tutto il cesto di mele a causa di una bacata!

Sono sincero, alcune delle affermazioni fatte in quella seduta di consiglio comunale rappresentano delle vere e proprie diffamazioni e come tali penalmente perseguibili senza un ripensamento e formali scuse. Ma sono altrettanto convinto che non sia questa la strada migliore, che resta quella di ricondurre il dibattito dentro le regole del gioco della democrazia e del confronto tra opinioni diverse.

Ma quella sera, sempre a mio giudizio, è successo qualcosa di ancor più grave: si è distribuita e diffusa a piene mani  cattiva informazione, facendosi scudo di “questioni procedurali e politiche” si sono giustificate e coperte pulsioni xenofobe e razziste, sentimenti che io personalmente sono convinto siano assolutamente marginali e minoritarie nella gente di Villalba. Non si è raccontata la verità, o meglio non è stato possibile raccontare la verità e la cattiva e fasulla informazione di certa stampa ed informazione sono usate a piene mani per descrivere una proposta che in realtà era assai diversa.

Signor Presidente io vedo nella sua funzione e in quella dei suoi colleghi una funzione alta, di straordinario valore e significato, per me il Politico (scritto con la P maiuscola non a caso) continua a rappresentare una delle figure fondamentali del gioco democratico. Un consigliere comunale è chiamato a svolgere due azioni contemporanee: da una parte rappresentare interessi generali dall’altra essere punto di riferimento intellettuale, educativo culturale della sua comunità.

Temo che in quella seduta questo non sia successo, e, ribadisco, i piccoli interessi, rancori personali, sentimenti inconfessabili abbiano dominato il dibattito distorcendo la verità dei fatti.

Provo a raccontarla brevemente.

Il dramma dei rifugiati è un fatto epocale scatenato da conflitti antichi e moderni, che colpisce popolazioni inermi, in particolare donne e bambini, anziani. Un dramma che interessa milioni di persone (65 milioni secondo l’ONU) in tutto il mondo. Dramma che si sovrappone con un altro: quello della fame, della carestia, della povertà, che interessa un numero di persone ancora più grande. Le due vicende spesso sono coincidenti (un paese in guerra assai difficilmente riesce a produrre risorse che non siano destinate alle attività belliche, cosi come fame e carestie sono sovente gli elementi scatenanti di conflitti). La fuga è l’unica possibilità che sovente resta a chi vive situazioni di conflitto, di guerra o di regimi dispotici. Migrare, andare da un’altra parte è sovente l’unica possibilità che chi vive in condizioni di indigenza, fame e povertà, senza prospettive per il suo futuro e quello dei suoi cari (condizione che noi siciliani e meridionali abbiamo imparato a conoscere e conosciamo anche oggi assai bene).

L’Italia anzitutto, e soprattutto, per la sua posizione geografica di ponte nel Mediterraneo tra l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente è diventata uno dei luoghi dove le strade dei migranti e dei profughi si incrociano (non l’unico, altre parti del mondo sono interessate dai medesimi fenomeni e di dimensioni ancora più grandi).

Sulle coste del Nord Africa (Egitto e Libia) si sono concentrate migliaia di persone provenienti dal sud del Sahara e dai paesi mediorientali (medio e vicino oriente) che non avevano altra possibilità che guardare a nord: alla ricca ed opulenta Europa passando per Lampedusa, la Sicilia e l’Italia. Milioni di persone che hanno scatenato anche gli interessi di uomini senza scrupoli, attenti solo agli affari, che hanno stipato su infami e fatiscenti barconi migliaia di persone e spedite verso un viaggio che spesso si è rivelato mortale.

L’Italia non ha avuto molte chance, anzi ne aveva solo due: o schierare la nostra flotta militare davanti le nostre coste e colpire ed affondare tutte le imbarcazioni che tentavano di entrare nelle nostre acque territoriali o organizzare un sistema di soccorso in mare per impedire naufragi e stragi di innocenti ed allestire un sistema di accoglienza nel nostro paese chiedendo ad ogni italiano di fare la sua parte. So bene che ancora altre considerazioni andrebbero aggiunte (ruolo dell’Europa, della comunità internazionale in primis) ma credo non sia questa la sede. Il Governo Italiano ha deciso quel che anche Lei avrebbe deciso: attivare un sistema di soccorso a mare e di prima accoglienza sul suolo di tutti questi disperati, senza alcuna distinzione.

È nata l’operazione Mare Nostrum prima e Triton poi per cercare di impedire le tragedie a mare (e malgrado cio si stima che siano almeno 2500 – due volte la comunità villalbese – i morti nel Mediterraneo in questo 2016), sono nati i centri di accoglienza straordinaria (CAS), gli hotspot, i centri per i richiedenti Asilo (CARA) che rappresentano il primo livello della accoglienza. Si è potenziato il Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) che rappresentano il secondo livello della accoglienza, ovvero riservato a tutti coloro che – dopo una valutazione – hanno diritto a restare nel nostro paese e godono di una protezione. Capisco bene che districarsi tra queste sigle, capirne funzione non è semplice e farlo qui risulterebbe assai lungo. Per brevità pero posso aggiungere che il primo livello della accoglienza è deciso e predisposto dagli Uffici Territoriali del Governo (Prefetture) d’intesa con il Ministero dell’Interno senza il coinvolgimento delle amministrazioni e delle comunità locali. Il secondo livello (lo SPRAR) è un piano nazionale finanziato dal Governo e dalla Unione Europea che vede il diretto coinvolgimento degli enti locali che decidono volontariamente di aderire al sistema ed accogliere nel loro territorio strutture di accoglienza riservate a rifugiati (secondo diverse tipologie minori, uomini soli, donne sole, nuclei familiari, vittime di abusi, torture e tratta).

Un sistema di accoglienza quindi assai complesso che ha suscitato molta confusione, grande incertezza, leggende metropolitane molto distanti dalla realtà (due tra tutte i 35 euro al giorno dati a tutti quelli che sono approdati nel nostro paese e gli alberghi a 5 stelle con vasca idromassaggio utilizzati per l’accoglienza). Un sistema spesso governato con italica maniera che ha alimentato l’idea della invasione e scatenato gli interessi di pochi malavitosi, che rischia di inquinare un sistema che invece ha visto il mobilitarsi delle risorse migliori del nostro paese (cosi come qualche consigliere comunale poco onesto rischia di inquinare tutti i consiglieri comunali italiani).

Un sistema che chiama ogni italiano, ogni comunità italiana a fare la sua parte, guardando in faccia la realtà, facendo assumere a chi ricopre una funzione pubblica ed istituzionale un ruolo importante: quello di curatore di un interesse generale che va oltre gli angusti confini del proprio orticello, che si pone come guida della propria comunità facendole vincere paure e diffidenze, sconfiggendo tentazioni xenofobe e razziste.

Questi sono i fatti, questa è la realtà su cui, a mio giudizio, il consiglio comunale di Villalba avrebbe dovuto confrontarsi nell’interesse della sua collettività. Sono questi i fatti che hanno indotto il Sindaco di Villalba a prestare ascolto (ma non a decidere) a quanto da me proposto. Io credo che il vostro Sindaco con grande senso di responsabilità abbia compreso che anche la piccola comunità villalbese sarà chiamata a dare il suo contributo, per scelta o perché il Governo Italiano imporra a tutti i comuni italiani di avere strutture di accoglienza nel loro territorio. Scegliere di farlo autonomamente, sentendo la sua comunità, d’intesa con la sua comunità è una scelta coraggiosa ed intelligente, nel supremo interesse di chi si vuole accogliere e di chi si prepara ad accogliere.

Caro Presidente io non le chiedo abiure e scuse per alcune improvvide e gravi affermazioni da lei e da qualche consigliere fatte nel corso di quella seduta, le chiedo semmai di avviare un confronto sereno e pacato, scevro da retropensieri o inquinato da notizie veicolate da certa stampa nazionale che per professione pesca nel torbido, per capire quale può essere (o anche non essere) il contributo che la sua comunità può dare. Io e la mia associazione siamo pronti e disponibili al confronto.

Non abiure ma responsabilità, questo le viene chiesto, nell’interesse supremo della comunità villalbese, ma anche nell’interesse di quella comunità assai più grande di cui la comunità villalbese è parte: la comunità degli umani. Per restare umani come ha scritto Vittorio Arrigoni, giovane volontario italiano ucciso mentre svolgeva la sua missione in Palestina.

Claudio Lombardo, Componente Presidenza Regionale Responsabile ufficio Welfare e migranti ARCI Sicilia

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