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Palazzo del Carmine. Con le pinne, fucile ed occhiali…finalmente la svolta

Michele Spena

Palazzo del Carmine. Con le pinne, fucile ed occhiali…finalmente la svolta

Mar, 02/08/2016 - 00:24

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CALTANISSETTA – Tante cose scontate potremmo dire. Moltissimi gli spunti per la satira alla quale tanto siamo affezionati. Ma la Città è una cosa seria, ed oggi lo saremo anche noi.
L’annuncio in ”sala gialla” a Palazzo del Carmine, la svolta dell’Amministrazione Ruvolo, si proietta in uno sfondo di surreale non senso, in cui anche un accademico terapeuta troverebbe difficoltà di interpretazione psicologica.
L’assenza della vecchia Giunta alla cerimonia, oggi ipocritamente celebrata, stride fortemente con le responsabilità del fallimento di due anni di amministrazione, ormai autocertificato dalle stesse forze politiche, che prima hanno designato i propri assessori rappresentanti, poi li hanno disconosciuti, ed infine, oggi li rimettono in vita per intestarsene i presunti meriti, fino a ieri, comunque inesistenti.
Ma nello sfondo surreale, come un iceberg in una rovente giornata di agosto, ecco la glaciale spregiudicatezza di un sindaco, che non ha esitato a spazzare via la sua squadra, certamente non perfetta ma leale, insieme a due anni della vita delle città, con il sogno, le speranze e le prospettive somministrate in campagna elettorale.
Eccogli seduti accanto sei soggetti, a lui indifferenti, rappresentazione del prezzo della sopravvivenza politica, icona del senso di colpa della propria incapacità amministrativa.
imageSei soggetti che oggi promettono il tanto auspicato rilancio, e rispetto ai quali, rimangono, comunque, irrisolti almeno sei quesiti che meritano una risposta.
Perché il neo vice sindaco Vito Margherita, tra i più giovani amministratori di Caltanissetta, e di pressoché inesistente esperienza amministrativa, promette migliori aspettative rispetto a Matteo Tricoli e prima ancora a Massimiliano Centorbi o a Marina Castiglione, persone tutte, che almeno sotto il profilo curriculare avrebbero dovuto costituire il benchmark di riferimento per selezionare il nostro rampollo di belle speranze di faraoniana trazione?
Perché Ilaria Inzisa, stimata professionista nel campo farmaceutico, si pensa possa fare meglio su scuola ed università rispetto a Marina Castiglione, che all’università ci insegna, e nel campo dello sviluppo economico di Massimo Bellomo, revisore dei conti e commercialista. Non sarà che il circolo Faletra del PD è stato promosso al rango accademico?
Il perché l’Ingegnere Giuseppe Tumminelli, anch’esso giovane di belle speranze, sia più affidabile di Amedeo Falci, certamente non brillante e poco loquace, ma apparentemente intellettualmente onesto, nel gestire i delicatissimi quanto trascurati settori dei Lavori Pubblici ed Urbanistica?
Il perché si suppone che Felice Dierna, politico di lunghissima data ma amministratore in erba, risolverà il rebus della organizzazione del personale per l’amministrazione partecipata, dove il suo predecessore, sindacalista e compagno di partito Massimo Centorbi (Tricoli ha avuto troppo poco tempo), si è impantanato inesorabilmente?
Perchè Carlo Campione potrà occuparsi di servizi sociali meglio di Piero Cavaleri ? (Per i quartieri abbiamo più fiducia perché ha un’esperienza certificata).
Ma ancora di più perché Maria Grazia Riggi ha accettato di prendere il posto di Boris Pastorello, da quest’ultima oggi definito grande assessore, grande professionista, grande amico, ma sicuramente grande assente a questa strana festa del primo agosto, dove forse solo il caldo può giustificare l’atmosfera esilarante?
In attesa di conoscere le risposte, sono dovuti gli auguri a questa nuova giunta, affinché capisca in fretta, almeno come gestire l’ordinario. Per i campus, la partecipazione, la bellezza c’è ancora tempo. I nisseni sono affamati di normalità.

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