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Gela, otto monologhi di “Anime antiche”: chiesa di San Biagio, venerdì 20 maggio alle ore19.30

Redazione

Gela, otto monologhi di “Anime antiche”: chiesa di San Biagio, venerdì 20 maggio alle ore19.30

Gio, 19/05/2016 - 18:29

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locandina otto monologhiGELA – Otto monologhi di “Anime Antiche” sera alla Chiesa San Biagio Si chiama “Anime Antiche” l’evento culturale in programma a Gela venerdì 20 maggio alle ore 19.30 all’interno della Chiesa di San Biagio. La performance, promossa dall’associazione Assauari, dal Circolo ARCI Le Nuvole e da Hdemia di Catania, è costituita da otto monologhi composti dal poeta Sebastiano Patanè Ferro. Otto personaggi, interpretati da altrettanti poeti, Ofelia (Gisella Torrisi), Maria Magdala (Daniela Cretesi), Enea (Nunzio Cartalemi), Elena (Annalisa Distefano), Un uomo qualsiasi (Giacomo Schembari), Penelope (Luisa Longo), Medea (Rosalda Schillaci), Caino (Salvatore Zafarana) la cui storia è riscritta in funzione non della loro eterna rappresentazione che ritroviamo sia nell’ inconscio collettivo che nelle culture dominanti (religione e non). I monologhi rappresentati vogliono fare da contraltare allo stereotipo che i personaggi rappresentano nelle diverse società che li evocano dal loro nascere fino ai nostri giorni. L’autore nei testi messi in scena non cerca e non trova solo colpevoli che da sempre hanno giustificato le nostre ansie/paure o i nostri bisogni di “ordine”; egli persegue l’idea di trovare sempre e per ogni atto o una possibilità d’innocenza o, quanto meno, una giustificata colpa a cui va sempre aggiunto un auspicio (“Ricorda Signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco non dimenticare il loro volto che dopo tanto sbandare è appena giusto che la fortuna li aiuti come una svista come un’anomalia come una distrazione come un dovere” da Smisurata preghiera – Anime Salve, di F. De Andè). Partendo dal presupposto che pur essendoci modelli interpretativi alternativi a quelli standard con cui gli otto personaggi sono da sempre rappresentati, nulla o poco è cambiato nella loro rappresentazione. Il lavoro di Patanè rappresenta un viaggio all’interno di logiche strane e complesse, che spesso arrestano la crescita intellettuale, dove il tempo pare non abbia senso e direzione. Una logica cristallizzata in un tempo, si infinito, ma costante e inamovibile nel suo divenire. Con la regia e il coordinamento scenico di Sebastiano Patanè Ferro e i commenti musicali di Fadi Ibn Iesa Zahfaràa as Sauari.

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