Salute

Agromafie: Coldiretti, con i clan nei campi +300% prezzi frutta

Redazione

Agromafie: Coldiretti, con i clan nei campi +300% prezzi frutta

Dom, 01/05/2016 - 10:03

Condividi su:

agromafiaROMA – L’ortofrutta e’ sottopagata agli agricoltori su valori che non coprono neanche i costi di produzione, ma i prezzi moltiplicano fino al 300% dal campo alla tavola anche per effetto del controllo monopolistico dei mercati operato dalla malavita in certe realta’ territoriali. E quanto afferma la Coldiretti nel commentare quanto documentato in una inchiesta giornalistica sul sito “LaSpia.it” sulla contaminazione mafiosa del “triangolo dell’ortofrutta”, Milano, Fondi e Vittoria. Il business delle agromafie – afferma la Coldiretti – genera un volume di affari di 16 miliardi nel 2015 secondo il rapporto Coldiretti/Eurispes. “I punti piu’ sensibili per le infiltrazioni malavitose – rileva la Coldiretti – sono costituiti dai servizi di trasporto su gomma dell’ortofrutta da e per i mercati; dalle imprese dell’indotto (estorsioni indirette quali ad esempio l’imposizione di cassette per imballaggio); dalla falsificazione delle tracce di provenienza dell’ortofrutta (come la falsificazione di etichettature: cosi’, prodotti del Nord-Africa vengono spacciati per comunitari); dal livello anomalo di lievitazione dei prezzi per effetto di intermediazioni svolte dai commissionari mediante forme miste di produzione, stoccaggio e commercializzazione, secondo la Direzione nazionale antimafia. Mettendo le mani sul comparto alimentare – sottolinea la Coldiretti – le mafie hanno infatti la possibilita’ di affermare il proprio controllo sul territorio. Potendo contare costantemente su una larghissima e immediata disponibilita’ di capitale e sulla possibilita’ di condizionare parte degli organi preposti alle autorizzazioni ed ai controlli, si muovono con maggiore facilita’ rispetto all’imprenditoria legale”.

Per raggiungere l’obiettivo i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura e racket estorsivo, ma anche a furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazioni clandestine o danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni. Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione impongono la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza ed il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – conclude Coldiretti – compromettono in modo gravissimo la qualita’ e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.