ROMA – Come il “Buon Pastore” del Vangelo, visitando il presepe vivente organizzato dalla parrocchia di Sant’Alfonso Maria de Liguori alla Giustiniana dove è parroco il nisseno Don Dario Criscuoli, Papa Francesco ha preso in braccio un agnellino e se lo e’ poggiato sulle spalle. Francesco ha poi salutato uno a uno i personaggi del presepe vivente, alcuni dei quali gli hanno chiesto di abbracciarlo e baciarlo, e lui non si e’ sottratto.
Visibilmente emozionati, i parrocchiani romani indossavano sciarpe sul capo e teli sulle spalle per riprodurre, peraltro riuscendoci bene, i palestinesi del tempo di Gesu’. Alcuni hanno donato al Papa disegni dei loro bambini, caramelle e cioccolatini: il tutto Bergoglio ha lasciato poi con discrezione nelle mani di Domenico Giani, il comandante della Gendarmeria, che lo seguiva da vicino mentre i suoi uomini, insieme a quelli dell’Ispettorato di Ps e ai carabinieri (in tutto una ventina, non molti rispetto alla folla dei parrocchiani) cercavano pazientemente di scomparire dietro a botti, capanne e ovili che anche quest’anno hanno ricostruito Betlemme a pochi passi dal cimitero di Prima Porta.
Con particolare tenerezza Papa Francesco ha salutato poi chi interpretava Maria e Giuseppe, con il piccolo Gesu’ Bambino, un piccino di due mesi battezzato proprio ieri con il nome di Francesco.
”Mi ha detto che sono matto ma che questa pazzia piace a Dio”. Così don Dario, il parroco – emozionatissimo – che ha inoltrato al Papa solo pochi giorni fa l’invito per una visita al presepe e per l’Epifania se lo è visto arrivare alla Giustiniana. ”E’ stata una visita bellissima, il Papa era contentissimo. Mi ha detto: continua così, non scoraggiarti”.



