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Operazione “Colpo su Colpo”. Faida con la stidda nel nisseno: la storia di tre agguati

Redazione

Operazione “Colpo su Colpo”. Faida con la stidda nel nisseno: la storia di tre agguati

Mar, 23/04/2013 - 11:36

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CALTANISSETTA – Gli otto arresti eseguiti durante la notte dalla squadra mobile di Caltanissetta, nell’operazione “Colpo su Colpo”, riguardano due omicidi e un duplice tentativo di omicidio avvenuti a Niscemi nel 1991. Gli episodi si inquadrano nell’ambito della faida tra Stidda e Cosa Nostra, esplosa tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, per imporre ciascuno la propria egemonia mafiosa nel territorio. Da una parte c’erano gli stiddari facenti capo ai fratelli Salvatore e Vincenzo Russo, dall’altra le famiglie di Cosa Nostra che si riconoscevano in Giancarlo Giugno, Salvatore Calcagno e Amedeo Arcerito. Lo scontro esplose il 15 luglio del ’91, quando fu ucciso lo stiddaro Paolo Nicastro, sotto il piombo di due killer prestati da Cosa Nostra gelese: Raimondo Romano e Pasquale Trubia. Mandanti sono ritenuti Piddu Madonia, boss indiscusso della provincia nissena, ed Emanuele Alfieri (di Guido), capo del mandamento di Gela, insieme con i luogotenenti niscemesi Giugno e Pitrolo. La risposta della Stidda arrivo’ dopo una ventina di giorni. Il 3 agosto due killer armati di pistole, Salvatore Vallone e Salvatore Mastrantonio, spararono nella piazza del paese, incuranti della folla, all’indirizzo di Antonino Pitrolo (che scampò all’agguato) e di Salvatore Calcagno che rimase ferito a una gamba. Nel fuggi-fuggi generale, i proiettili colpirono anche tre passanti che riportarono lievi ferite. Mandati e complici dell’agguato sono ritenuti i fratelli Russo. L’8 settembre del ’91 la controreplica di Cosa Nostra. I killer giunti ancora una volta da Gela, Nunzio Emmanuello e Giovanni Passero, assassinarono un ”pezzo da 90″ della Stidda: Salvatore (Turi) Campione. Mandante del delitto, secondo polizia e magistratura, il boss niscemese Antonino Pitrolo con il concorso morale di Madonia e Argenti. Alla ricostruzione di queste fasi della guerra di mafia hanno contribuito sette pentiti dell’una e dell’altra organizzazione mafiosa.

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