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Tarsu. Il liquidatore Ato CL1:”l’aumento una tantum del 2010 e’ dovuto”

Redazione

Tarsu. Il liquidatore Ato CL1:”l’aumento una tantum del 2010 e’ dovuto”

Ven, 17/08/2012 - 20:05

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Elisa Ingala

CALTANISSETTA – L’aumento del 40 per cento “una tantum” del 2010 non e’ mai stato bocciato. Il consiglio comunale ha deliberato “la determinazione della Tarsu 2011 e ha modificato l’art.8 del regolamento”.
 
L’invio dei solleciti di pagamento dell’aumento del 40 per cento della Tarsu, tassa sui rifiuti solidi urbani,  che riguarda solo il capoluogo nisseno, è legittimo e segue un corretto iter procedurale. Pertanto  dovrà essere pagato dai cittadini nisseni che, sulla scia delle polemiche innescate all’indomani dell’aumento,  avevano deciso di non pagare.
 
  Contrariamente a quanto affermato da alcuni consiglieri comunali  che, questa mattina sulle pagine locali del quotidiano “La Sicilia”, ribadiscono che tale tributo non vada pagato, la motivazione opposta è riconducibile  alla stessa delibera consiliare  n. 56 del 27 giugno del 2011 (visionabile sul sito internet del Comune).
 
A distanza di un anno dalla deliberazione della Giunta (Delibera n.63 del  29 giugno 2010) con la quale si disponeva l’aumento della tassa del 40 per cento, ai fini del riequilibrio del bilancio,  il consiglio non ha mai deliberato alcun revoca o annullamento sull’aumento,  ma si è limitato a “determinare la tariffa Tarsu per il 2011 ed a modificare l’articolo 8 del Regolamento comunale  approvato nel 2008,  rendendolo immediatamente esecutivo, ma nulla disponendo per l’anno 2010.
 
La delibera della Giunta comunale citata, determina l’aumento della Tarsu 2010 all’uopo autorizzata da una delibera precedente del Consiglio comunale n. 48 del 28 giugno 2010 nella quale “i consiglieri impegnano l’amministrazione comunale a provvedere, in ogni caso, a garantire l’integrale copertura del costo, anche attraverso l’aumento della Tarsu, finalizzato esclusivamente alla copertura del servizio”.
 
 La revoca per l’anno 2010, infatti,  non era ipotizzabile senza adeguata copertura finanziaria e avrebbe causato  lo  squilibrio dell’ente, anche perché l’aumento della tariffa Tarsu del 40 per cento era stato contabilizzato tra le entrate del bilancio di previsione 2010, regolarmente approvato;  per tale motivo  un eventuale annullamento di tale deliberazione avrebbe dovuto contestualmente prevedere la relativa copertura finanziaria derivante dal mancato gettito.
 
A seguito della modifica del regolamento, è decaduta la potestà impositiva  della giunta comunale e del sindaco, restituendo l’esclusiva competenza in materia di determinazione e adeguamento delle aliquote al Consiglio comunale.   Difatti  per l’anno 2011 la tariffa è stata applicata  nella misura  prevista per l’anno 2009, cioè senza aumento.
 
Tutta la vicenda dell’aumento scaturisce proprio dall’art. 8 del regolamento comunale sulla Tarsu del 2008. Tale articolo nella precedente formulazione recitava:  “…le tariffe sono determinate dalla Giunta Comunale e confermate dal Sindaco con provvedimento da adottarsi entro la data di approvazione del bilancio di previsione. In caso di mancata determinazione nel termine suddetto si intendono prorogate le tariffe approvate per l’anno in corso….”
Sulla base di questo articolo, la Giunta deliberò l’aumento e con successiva determina sindacale n.63 del 29 giugno 2010  “Determinazione delle tariffe della tassa di smaltimento dei rifiuti per l’anno 2010”  propose di incrementare la tassa assicurando l’integrale copertura del servizio nella misura dell’85 per cento. In tale modo la giunta avrebbe ottenuto il raggiungimento dell’equilibrio economico –finanziario della gestione del servizio di igiene ambientale, assicurando un maggiore gettito all’ente. La  tariffa  sarebbe passata, per le abitazioni civili da 2,10 euro a mq a 2,95 euro a mq. 
La società d’ambito, quindi,  non ha potuto fare altro che attenersi agli atti amministrativi adottati dal Comune, avviando il recupero coattivo non solo per quei cittadini che non hanno pagato la tariffa 2010, ma anche per coloro i quali non hanno provveduto al pagamento dell’aumento che fu spedito tramite avvisi bonari alla fine del  2010.
  Il sindaco Michele Campisi ha tale proposito ha tenuto a precisare, “gli atti hanno seguito tutto l’iter procedurale compresi i pareri dei dirigenti e dei revisori dei conti”.
Il liquidatore Elisa Ingala sottolinea : “mi auguro che con le succitate precisazioni possano porre fine ai dubbi e alle polemiche scaturite dalle dichiarazioni di stampa ed invito i contribuenti morosi  a effettuare i dovuti pagamenti ed evitare che l’Ato debba proporre ulteriori atti esecutivi per potere recuperare il dovuto con aggravio di interessi, sanzioni e spese”.

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