CALTANISSETTA – Da tre giorni e’ incatenato ai cancelli del tribunale di Gela. Adesso l’imprenditore edile Emilio Missuto, 40 anni, ha iniziato lo sciopero della fame. L’uomo, pur vantando crediti per diversi milioni di euro da vari enti locali, si e’ visto pignorare i beni con un decreto del tribunale ed e’ stato costretto a chiudere la sua impresa e licenziare i 15 dipendenti per non avere pagato alcuni suoi fornitori. Missuto vanta un credito per oltre un milione e mezzo di euro dall’amministrazione comunale sarda di Santadi (Carbonia Iglesias). “Un imprenditore non puo’ morire a causa dell’inefficienza dello Stato”, dice Missuto.
Il tribunale di Gela, nel frattempo ha dichiarato il fallimento della sua impresa edile. Dopo essere stato ricevuto dal sindaco di Gela, Angelo Fasulo, chiede di incontrare il presidente del tribunale e il Prefetto di Caltanissetta. Poi intende recarsi a Bologna per portare la sua solidarieta’ a Tiziana Marrone, moglie di Giuseppe Campaniello, l’artigiano bolognese morto dopo essersi dato fuoco davanti alla sede dell’agenzia delle entrate della sua citta’. Missuto ritiene di essere vittima della mala-burocrazia.

