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Sicilia, Musumeci: “nessun marchettificio.E dopo tocca a riforme”

Redazione

Sicilia, Musumeci: “nessun marchettificio.E dopo tocca a riforme”

Ven, 27/04/2018 - 08:38

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PALERMO – “Non c’e’ nessun marchettificio, nonostante quello che dice il M5s. Siamo arrivati a 130 articoli in questa Manovra che dopo lo stralcio sono diventati 118. Non e’ la riforma snella che avevamo pensato come governo, ma avevamo detto che sarebbe stato il Parlamento a fare la legge di stabilita’. E cosi’ e’ stato. Dopo bilancio e finanziaria faremo le riforme. Le faremo assieme, perche’ le riforme le fa il Parlamento. Noi avanzeremo una proposta com’e’ normale che sia e ci confronteremo, qui davanti alle telecamere, alla luce del sole”. Lo ha detto il presidente della Regione Nello Musumeci, rivolgendosi alle opposizioni in Aula all’Ars, durante la discussione generale sulla finanziaria. “Parleremo di forestali, di consorzi di bonifica, del diritto all’acqua pubblica – ha spiegato – parleremo delle ex province, dei rifiuti e tenteremo di riformare la legge sulla ex tabella H che ancora resiste ed e’ una delle piu’ clamorose vergogne di questo ente e non solo del parlamento”. Musumeciha parlato di “una regione che fa acqua da tutte le parti”. Soltanto i fondi extra regionali “ci consentono una politica di investimenti. In questi primi quattro mesi di governo, abbiamo messo in moto qualcosa come 800 milioni di euro, ma ancora c’e’ molto lavoro da fare”.

“Confrontiamoci con serenita’, anche con l’asprezza del confronto politico, ma alla fine l’esito sara’ merito di tutti, non ci saranno vinti ne’ vincitori, facciamo tutti il nostro dovere”, ha concluso il suo intervento Musumeci. “Non siamo in presenza di un governo che si chiude sulla propria finanziaria, ma che si apre al parlamento” ha detto il governatore “anche per questo – ha aggiunto – da 35 le norme sono diventate molte di piu’, abbiamo forse commesso un errore, ma abbiamo consentito al parlamento di inserire le proprie norme, attraverso un lavoro di confronto nelle commissioni”. Commentando la enorme mole di emendamenti presentati alla legge di stabilita’, circa 1300, Musumeci ha ancora fatto appello alal diplomazia: “Sia chiaro, l’emendamento per sua natura non e’ mai un efficace strumento di programmazione, ma vogliamo affidare al parlamento il diritto di intervenire, anche anche alle opposizioni”. Musumeci ha pero’ messo il veto agli accordi nelle stanze dei bottoni: “Il confronto politico – ha ribadito – deve avvenire in Aula, in commissione, nessuno si aspetti che il lavoro di confronto non avvenga alla alla luce del sole”.
Seduta rinviata alle 9.30 di venerdì 27 aprile.

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