Salute

Mussomeli, Arciconfraternita parla Lino Maida, prima voce lamentatori

Carmelo Barba

Mussomeli, Arciconfraternita parla Lino Maida, prima voce lamentatori

Sab, 24/02/2018 - 00:01

Condividi su:

MUSSOMELI. Neppure ieri sera, secondo Venerdì di Quaresima, tra le navate della madrice si sono udite le secolari lamentazioni sottolineate da squilli di tromba e colpi di tamburo, ovvero i tradizionali accompagnamenti alla processione del Crocefisso lungo le Stazioni della Via Crucis.   E questo nonostante l’ultimo avviso a firma dell’arciprete parroco, Pietro Genco, e del commissario straordinario nominato dal vescovo, Totino Saia, dove sono state sintetizzate le ultime disposizioni di mons. Mario Russotto.   In tale avviso, datato 19 febbraio, infatti, a fine comunicazione si legge nero su bianco: “Per quanto concerne i lamentatori, non essendo indicato nel provvedimento particolari limitazioni, si intende che gli stessi potranno indossare l’abitino in tutte le manifestazioni di Fede”.  Tradotto: i lamentatori potranno indossare l’abitino anche durante i Venerdì di Quaresima e la Domenica delle Palme. Letta in filigrana insomma, una chiara apertura per stemperare i non pochi malumori esistenti e tentare di cominciare a recuperare quel dialogo costruttivo che dovrebbe essere alla base di ogni associazione, specie se fondata su valori di solidarietà cristiana.  Tuttavia, sotto questo punto di vista, come ci conferma la prima voce dei lamentatori, Lino Maida, gli stessi, senza alcuna polemica ma per rispettosa solidarietà agli altri confratelli, continueranno a partecipare alle cerimonie senza abitino e senza intonare le tradizionali lamentazioni.  Dice Maida: “La nostra è una posizione condivisa e definitiva perché siamo solidali coi nostri confratelli e quindi non indosseremo gli abitini né intoneremo le lamentazioni. Per la veritàavevamo intenzione di chiedere a Sua Eccellenza di poter derogare alla propria posizione per la Domenica delle Palme, così da consentire alla prima confraternita di Mussomeli e quindi ai suoi iscritti, di potervi partecipare istituzionalmente e non come semplici laici in abiti civili, ma ormai, credo, siamo andati troppo oltre e si è fatto troppo cinema su questa storia. Speriamo anche che le cose cambino sia per il Giovedì e per il Venerdì Santo, perché se i Venerdì di Quaresima e la Domenica delle Palme sono soltanto momenti religiosi che si celebrano in chiesa, il Giovedì e il Venerdì Santo appartengono a tutti e vi si sommano vari aspetti: religioso, culturale, tradizionale, popolare, e nel Paese delle confraternite fare quelle processioni senza la principale confraternita di Mussomeli diventa contraddittorio”.   Il vescovo però ha chiarito che il Giovedì e il Venerdì Santo potrete partecipare indossando tutti lo stesso abitino e portando lo stendardo.   “Appunto. In confraternita sono rimasti soltanto una trentina di abitini uguali, tutti gli altri sono personalizzati. E quindi diversi uno dall’altro. Ci sono abitini ex novo e abitini tramandati da generazioni, quindi fare vestire i confrati e le consorelle soltanto con quegli abitini, senza indossare le cappe e portare le lanterne, francamente non so come si potrà fare. Circa i Venerdì di Quaresima, non essendo noi concertisti, intendiamo continuare a partecipare alla processione in chiesa come gli altri confrati. Tale processione infatti si svolgeva con la bandiera e i confrati con le loro tuniche, e dietro a loro venivamo noi e il Crocefisso, e quello era il nostro vero significato di partecipazione alla Via Crucis, venendo a mancare tale contesto non ha senso intonare le lamentazioni che diventerebbero soltanto esibizioni per prendere qualche nota. Da qui la nostra linea solidale con la confraternita”. (di ROBERTO MISTRETTA)