Un esposto è stato trasmesso da Siciliacque alle prefetture di Caltanissetta ed Agrigento e ai sindaci di Butera e Licata per furti d’acqua che sarebbero stati compiuti dall’acquedotto Gela-Aragona per irrigare adeguatamente i campi della piana di Licata. Si tratta di un’iniziativa forte da parte di Siciliacque che, evidentemente, intende alzare il livello di attenzione su un problema alquanto avvertito come i furti d’acqua nelle campagne. Secondo Siciliacque, ci sarebbero allacci abusivi che finirebbero per convogliare la preziosa risorsa idrica per scopi non propriamente legali. Secondo Siciliacque: <L’acquedotto attraversa numerosi terreni che nel corso degli ultimi anni hanno visto un notevole sviluppo di aziende agricole dedite alle colture intensive in serra; terreni nei quali però non si trovano né sistemi di fornitura di acqua per fini irrigui, né tanto meno falde sotterranee, in genere salmastre. Così, la condotta è divenuta una inesauribile fonte di appagamento dei bisogni” per gli agricoltori, come provano i “numerosi laghetti che risultano sempre piani nonostante non si siano verificate precipitazioni da molti mesi>. Secondo Siciliacque l’individuazione di questi allacci non sarebbe propriamente semplice poiché i controlli sarebbero vanificati dalla chiusura immediata degli allacci ogni volta che si procede al controllo della rete idrica. Per altro, non si tratterebbe di furti di poca entità: <In ballo – secondo Siciliacque – ci sono volumi d’acqua spaventosi: per fare un esempio, basti dire che un allaccio abusivo “standard” da 63 millimetri è capace di prelevare fino a 40/50 litri al secondo “bastevoli – dice la nota – a soddisfare la metà del fabbisogno di una cittadina come Licata>.