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Pillola del giorno dopo: tutto quello che c’è da sapere

Redazione

Pillola del giorno dopo: tutto quello che c’è da sapere

Mer, 09/08/2017 - 02:41

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In Italia sono disponibili due metodi farmacologici di contraccezione di emergenza in grado di ridurre il rischio di una gravidanza non desiderata.

Pillola del giorno dopo, contraccezione dei cinque giorni dopo, spirale del giorno dopo: tanti termini diversi per indicare quella che andrebbe più semplicemente e correttamente definita “contraccezione di emergenza”, proprio perché il fattore tempo è fondamentale quando si vuole ridurre il rischio di una gravidanza indesiderata dopo un rapporto non protetto oppure in seguito al fallimento o al cattivo uso di un metodo anticoncezionale.

Il termine “emergenza” sottolinea, inoltre, che questa forma di contraccezione deve rappresentare una misura occasionale e non sostituire un regolare metodo anticoncezionale.

La realtà dei fatti rivela, però, un aumento nel suo utilizzo, soprattutto tra le ventenni. Nel 2016 le vendite in farmacia hanno raggiunto quota 487.000, con una crescita del 25 per cento rispetto all’anno precedente, quando le pillole vendute erano state 390.000.

Secondo il Ministero della sanità il boom di vendite indica, però, che nel nostro Paese manca ancora una cultura della prevenzione, soprattutto tra i più giovani, e che c’è quindi un ampio spazio di miglioramento delle politiche di pianificazione della salute sessuale e riproduttiva della coppia. Di sessualità, contraccezione, salute e benessere bisognerebbe infatti parlane di più, con campagne educazionali, ma anche a scuola e in famiglia.

I metodi per la contraccezione di emergenza

Si calcola che nel mondo occidentale circa il 50 per cento delle gravidanze inizi con un concepimento “accidentale”, dovuto alla mancata contraccezione o al fallimento del metodo usato.

Buona parte di queste gravidanze termina con un’interruzione volontaria, che però potrebbe essere evitata ricorrendo alla contraccezione di emergenza. Questa in Italia può essere attuata ricorrendo a tre possibili metodi:

– la “pillola del giorno dopo” a base di preparati orali progestinici contenenti levonorgestrel

– la “pillola dei cinque giorni dopo” a base di ulipristil acetato

– la spirale (Iud, Intra uterine device) al rame, che va inserita nell’utero dal ginecologo.

Nel caso del levonorgestrel occorre assumere una compressa da 1,5 mg in un’unica somministrazione entro 72 ore dal rapporto incriminato, tenendo però presente che l’efficacia è massima se la pillola è assunta entro le 12 ore dal rapporto e diminuisce man mano che il tempo passa.

Lo stesso vale per l’ulipristil acetato (una compressa da 30 mg in un’unica somministrazione), che però ha una finestra più lunga di efficacia, pari a 120 ore dal rapporto.

Entrambi questi metodi ormonali hanno l’obiettivo di impedire la fecondazione, interferendo con l’ovulazione. Non provocano un aborto e non sono efficaci se assunti da una donna che ha già ovulato o è già incinta. Una volta iniziato l’impianto dell’embrione, il contraccettivo di emergenza non ha più effetti.

Lo Iud al rame agisce in modo diverso, riducendo il numero e la motilità degli spermatozoi. Non solo, è in grado di modificare il rivestimento interno dell’utero (endometrio), rendendolo inadatto alle gravidanze. Si può usare fino a cinque giorni dal comportamento sessuale a rischio e poi può essere lasciato nell’utero fino a 10 anni per essere usato come metodo anticoncezionale.

In Italia è off-label: lo si può utilizzare, ma a responsabilità personale, soprattutto del ginecologo che lo deve posizionare. Prima di inserirlo il medico deve essere ragionevolmente certo che non ci sia già una gravidanza impiantata nell’utero.

L’importanza della tempistica

Una donna può restare incinta solo per circa una settimana in ogni mese. Il rischio più alto è nel giorno che precede l’ovulazione e durante quest’ultima. Poiché i metodi orali di contraccezione di emergenza agiscono solo se l’ovulazione non è ancora avvenuta, prima viene data la cura, tanto più è probabile che venga usata quando ancora può funzionare.

La tempestività è quindi molto importante ed è uno dei motivi per cui gli esperti del mondo della ginecologia invitano a non usare più i concetti di pillola del giorno dopo, contraccezione del giorno dopo, pillola dei cinque giorni dopo e così via. Da un lato sono concettualmente sbagliati, dall’altro possono indurre le donne a non un utilizzare la contraccezione di emergenza quando sia passato più di un giorno, oppure a ricorrervi solo una volta trascorsi i “cinque giorni”, riducendo le possibilità di successo.

Quando utilizzare la pillola del giorno dopo

La contraccezione di emergenza è indicata quando non si desidera una gravidanza, ma si pensa che il proprio metodo contraccettivo non abbia funzionato correttamente oppure nel caso di un rapporto sessuale non protetto.

In particolare, le principali circostanze che portano la donna a ricorrervi sono:

– la rottura del preservativo o la sua fuoriuscita durante il rapporto

– la mancata assunzione di una o più dosi della pillola contraccettiva

– l’uso recente o in corso di farmaci che potrebbero favorire malformazioni del feto (teratogeni) in caso di gravidanza

– dopo una violenza sessuale.

Uno dei falsi miti, che talvolta costituisce un ostacolo all’utilizzo di questo sistema di prevenzione secondaria di gravidanze non desiderate, è la credenza che lo si possa usare solo una volta nella vita, una sola volta all’anno o solo una volta durante il ciclo mestruale. In realtà l’Organizzazione mondiale della sanità afferma che non ci sono restrizioni sull’uso ripetuto, avendo però l’accortezza di utilizzare lo stesso metodo nel caso sia necessario ricorrere nuovamente alla contraccezione di emergenza entro cinque giorni dalla prima assunzione.

La contraccezione di emergenza non deve, invece, essere ripetuta più di una volta in 24 ore, anche se in questo lasso di tempo sono avvenuti più atti sessuali non protetti.

Le controindicazioni

I metodi farmacologici di contraccezione di emergenza sono del tutto inutili e inefficaci se la gravidanza è già in atto. Tuttavia, anche se assunti in qualunque stadio della gravidanza, non ci sono evidenze di possibili effetti teratogeni.

La pillola del giorno dopo non ha particolari controindicazioni, ma è sconsigliata in caso di:

– sanguinamento genitale di cui non si conosca la causa

– tumori ginecologici

– allergia nota al farmaco.

Può essere assunta senza problemi da donne che soffrono di emicrania, dalle fumatrici di età superiore a 35 anni o con altre controindicazioni all’uso di contraccettivi orali contenenti estroprogestinici.

La pillola dei 5 giorni dopo non deve essere assunta dalle persone con intolleranza al galattosio (galattosemia), con malattie che comportano una funzionalità epatica ridotta o allergie al principio attivo ulipristal acetato e a tutti gli altri componenti del farmaco. È inoltre controindicata nelle donne affette da asma grave non ben controllata da glucocorticoidi per via orale e dalle donne che soffrono di una grave intolleranza al lattosio. Se assunta da donne che allattano al seno, occorre sospendere l’allattamento per sette giorni.

I possibili effetti collaterali

In genere il levonorgestrel è un farmaco con un buon profilo di sicurezza e ben tollerato. Il disturbo più comune è la nausea. Altri possibili effetti collaterali includono dolori addominali, affaticamento, capogiri e vomito.

La maggior parte delle donne avrà le mestruazioni successive entro circa una settimana dalla data attesa. Se ciò non accade dopo tre settimane dalla sua assunzione, conviene rivolgersi al proprio medico e/o sottoporsi a un test di gravidanza.

Gli effetti indesiderati più comuni della pillola dei 5 giorni dopo (ulipristal acetato) sono simili e comprendono nausea, mal di testa, capogiri, dolore addominale, vomito, dolori muscolari, tensione mammaria, disturbi dell’umore e affaticamento. Di solito tutti questi effetti tendono a sparire nel giro di un paio di giorni, ma nel caso in cui dovessero persistere per più tempo, è consigliabile rivolgersi a un medico per consigli e indicazioni.

Come avere la “pillola del giorno dopo” e quella dei cinque giorni dopo

Sia l’ulipristal acetato sia il levonorgestrel possono essere acquistati in farmacia senza ricetta, ma solo dalle maggiorenni. Questo significa che una volta compiuti 18 anni è possibile richiederli direttamente al farmacista senza passare da un medico.

Peccato però che, come rivela una recente indagine, ben il 42 per cento delle donne non ne sia a conoscenza e ritenga necessario presentare la ricetta medica e che più del 50 per cento dei farmacisti consideri la pillola del giorno dopo un prodotto “pericoloso”, ostacolandone così la vendita.

Per le minorenni resta, invece, l’obbligo di ricetta medica, che può essere richiesta a qualsiasi medico, non necessariamente il ginecologo. Per avere la prescrizione medica le ragazze possono, per esempio, andare in Pronto soccorso, in un consultorio pubblico, dal proprio medico di famiglia e, nei festivi e prefestivi, dalla guardia medica. L’obiezione di coscienza è consentita, ma il sanitario obiettore ha comunque l’obbligo di fornire tutte le informazioni affinché la giovane possa ricevere la prescrizione e il farmaco nei tempi utili.

ANSA Salute – Antonella Sparvoli

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