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Salute, dall’infarto ai tumori, ecco le prime 25 cause di morte in Italia

Redazione

Salute, dall’infarto ai tumori, ecco le prime 25 cause di morte in Italia

Dom, 07/05/2017 - 08:07

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Dalle malattie del cuore ai tumori, dalle demenze alle malattie respiratorie. L’Istat ha pubblicato per la prima volta i dati di mortalità per causa in Italia negli anni 2003 e 2014, un rapporto che fotografa le prime 25 cause di morte nel nostro paese.

Dal 2003 al 2014 tasso mortalità sceso del 23%
Nel 2014, i decessi in Italia sono stati 598.670, con un tasso standardizzato di mortalità di 85,3 individui per 10mila residenti. Dal 2003 al 2014 il tasso di mortalità si è ridotto del 23%, a fronte di un aumento del 1,7% dei decessi (+9.773) dovuto all’invecchiamento della popolazione. Nel rapporto dell’Istat si legge che sia nel 2003 che nel 2014 le prime tre cause di morte in Italia sono le malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le altre malattie del cuore (rappresentative del 29,5% di tutti i decessi), anche se i tassi di mortalità per queste cause si sono ridotti in 11 anni di oltre il 35%. Al quarto posto nella graduatoria delle principali cause di morte figurano i tumori della trachea, dei bronchi e dei polmoni (33.386 decessi). Demenza e Alzheimer risultano in crescita; con i 26.600 decessi rappresentano la sesta causa di morte nel 2014.

LE 25 CAUSE DI MORTE PIU’ FREQUENTI IN ITALIA

Tra i tumori specifici di genere, quelli della prostata sono la decima causa di morte tra gli uomini (7.174 decessi), mentre quelli del seno sono la sesta causa tra le donne (12.201 decessi) e la più frequente di natura oncologica. Tra le cause di morte in aumento, la prima è la setticemia (1,3% del totale dei decessi). Nel 2014 i decessi si sono triplicati rispetto al 2003 soprattutto per effetto della maggiore presenza nella popolazione di anziani multicronici.

Significative differenze tra Nord e Sud
Se si riducono le differenze territoriali della mortalità per malattie cerebrovascolari, altre malattie del cuore, tumori maligni di trachea, bronchi e polmoni e per malattie croniche delle basse vie respiratorie, rimangono invece elevate differenze nei livelli di mortalità tra Nord e Sud per cardiopatie ischemiche, malattie ipertensive e diabete mellito; aumentano per i tumori della prostata.

Ecco le 25 principali cause di morte in Italia
Complessivamente, nel 2014 sono 25 le cause di morte in Italia che spiegano circa il 75% del totale dei decessi e tranne qualche eccezione, sono le stesse del 2003.

Malattie ischemiche del cuore (69.653 decessi, 11,6% del totale),
Malattie cerebrovascolari (57.230, 9,6%)
Altre malattie del cuore (49.554, 8,3%). Sebbene queste siano ancora le cause di morte più rilevanti, osserva l’Istat, vi è stata una forte diminuzione della frequenza assoluta dei decessi e soprattutto una riduzione di oltre il 35% dei tassi di mortalità. Queste tre cause, infatti, contribuiscono maggiormente al calo della mortalità complessiva osservata in Italia in questo periodo.
Tumori di trachea, bronchi e polmoni (quarta posizione, 33.386 decessi, 5,6% del totale),
Malattie ipertensive (30.690 decessi) che vedono aumentare il proprio peso sul totale dei decessi (da 3,8 a 5,1%).
Demenza e malattia di Alzheimer che hanno causato 26.600 decessi nel 2014, quasi il doppio rispetto a quelli del 2003 (14.685), passando dalla nona alla sesta posizione;
Malattie croniche della basse vie respiratorie che, rispetto al 2003, scendono di due posizioni (20.234 morti nel 2014)
Diabete mellito con 20.183 morti
Tumore del colon, retto e ano (nono posto, 18.671 decessi, 3,1%)
Tumore del seno (decimo posto con 12.330 decessi, 2,1%)
Tumore del pancreas, che sale di ben quattro posizioni fino all’undicesima (11.186 decessi)
Malattie del rene e dell’uretere (10.043 decessi pari all’1,7%)
Tumore del fegato (9.915 morti)
Tumore dello stomaco (9.557 decessi)
Influenza e polmonite (9.413 morti, 1,6%),
Tumori non maligni (8.204 decessi, 1,4%),
setticemia che nel 2014 causa il triplo dei decessi rispetto al 2003, passando dal trentunesimo al diciassettesimo posto e facendo registrare l’incremento più elevato del tasso standardizzato (+131%).
Tumore della prostata (7.174 decessi)
Leucemia (6.049 decessi, ovvero l’1% del totale)
Cirrosi, fibrosi ed epatite cronica (6.035 decessi) che fanno registrare la maggiore riduzione negli 11 anni considerati, passando dalla tredicesima alla ventesima posizione (riduzione del tasso pari a -48,7%).
Tumore della vescica (5.610 decessi)
Morbo di Parkinson (5.110 decessi)
Morbo di Hodgkin e linfomi (5.175 morti),
Tumore del cervello e del sistema nervoso centrale (4.237 decessi)
Suicidio (4.147 morti, 0,7% del totale dei decessi).
Il tasso di mortalità delle varie patologie
Analizzando i trend temporali dei tassi delle principali cause di morte dal 2003 al 2014 si rileva, nella maggior parte dei casi, una diminuzione ma con alcune eccezioni. La demenza e malattia di Alzheimer hanno un andamento crescente fino al 2012, mentre negli ultimi due anni in esame appare una lieve riduzione. La setticemia invece è in aumento in modo quasi costante fino al 2014, con un balzo più rapido nel 2011 e nel 2012. Anche il morbo di Parkinson, sebbene in misura più contenuta e con alcune oscillazioni, ha fatto registrare alcuni incrementi nell’arco del periodo di osservazione. Il gruppo dei disturbi metabolici aumenta dal 2003 tra il 2 e il 7% ogni anno fino al 2012 per poi assestarsi negli ultimi due anni (nel 2014 il tasso di mortalità è pari a 0,54 per diecimila).

Nell’arco di tempo analizzato si possono osservare anche eventuali effetti sulla mortalità di fattori congiunturali legati ad eventi epidemiologici particolari (ad esempio le sindromi influenzali). Il salto che si evidenzia nel 2005 nel trend decrescente delle malattie del sistema circolatorio (malattie ischemiche del cuore, malattie cerebrovascolari e altre malattie del cuore), dell’influenza e polmonite e delle malattie croniche delle basse vie respiratorie, per esempio, può essere correlato al picco di influenza registrato nello stesso anno. Altra oscillazione per le stesse cause, sebbene di entità inferiore, si registra in corrispondenza del picco influenzale del 2012.

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