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Messana scrive a Ruvolo: “Perchè privare il capitano della Real Maestranza di questo onore?”

Redazione

Messana scrive a Ruvolo: “Perchè privare il capitano della Real Maestranza di questo onore?”

Mar, 21/03/2017 - 16:43

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CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Caro Giovanni, Leggo dalla stampa di oggi che sarebbe Tua intenzione interrompere la tradizione che vuole che nel giorno del Mercoledì Santo il Sindaco consegni le chiavi della città al Capitano della Real Maestranza per riaverle consegnate la Domenica di Pasqua in occasione del pontificale officiato dal Vescovo. Le ragioni sarebbero quelle di ripristinare la antica ritualità di questa manifestazione storica.

Molto sommessamente con questa mia mi permetto di fare alcune considerazioni che mi auguro possano fornire alcuni spunti al dibattito cittadino che inevitabilmente scaturirà qualunque decisione da Te verrà assunta.

La Real Maestranza origina secoli fa quando ovviamente le corporazioni artigiane erano quelle di quel tempo e solo in alcune di esse si può oggi ritrovare parte della originaria funzione, gli abiti erano certamente differenti da quelli odierni e la funzione stessa della sfilata non era assimilabile a quella attuale, se non per la parte religiosa, penitenziale e sacramentale.

Con il passare degli anni la manifestazione ha assunto sempre più la veste di una tradizione religiosa e popolare e il lavoro e l’impegno delle corporazioni ha permesso, sovente in collaborazione con le istituzioni cittadine, di perpetuarne l’esistenza e di connotarla come uno degli elementi della identità cittadina.

La consegna delle chiavi della città da parte del Sindaco al Capitano non rientra sicuramente nella ritualità più antica ma rappresenta da anni una consuetudine volta a riconoscere al Capitano, per ciò che rappresenta, e quindi al mondo del lavoro, particolarmente delle categorie artigiane, una simbolica ma significativa funzione di rappresentanza collettiva. Si tratta di un significativo simbolismo, in un tempo in cui la modernità ci porta sempre più alla scomparsa delle antiche tradizioni artigiane in favore di una nuova economia di scala in mano a pochi che hanno sostituito la sommatoria delle molteplici capacità individuali con anonime megastrutture senza identità.

Mi chiedo e sottopongo alla Tua riflessione: ma in tempi cosi complessi e conflittuali nei quali, a mio avviso, il cambiamento sta determinando un impoverimento antropologico ed economico, nei quali la coesione sociale viene meno sempre di più, giorno dopo giorno, nei quali la solidarietà non è più un valore ma sempre più spesso una attività meramente economica, nei quali nella nostra città questi elementi, uniti a molti altri, stanno generando profonde trasformazioni in un tessuto economico e sociale sempre più in difficoltà, mi chiedo e Ti chiedo, era proprio necessario proporre questa modifica della ritualità pasquale nissena?  Mi chiedo e ti chiedo: era proprio necessario farlo ora, poche settimane prima delle ricorrenza, era proprio necessario privare il Capitano di questo onore che la città, da Te rappresentata, per pochi giorni gli conferisce?         

Mi chiedo e Ti chiedo decisioni come questa non pensi che possano contribuire ad acuire la distanza sempre più grande tra cittadini e propri rappresentanti?

In ultimo ti chiedo Caro Giovanni, che fine ha fatto il registro dei beni immateriali ed il regolamento stesso che con Fiorella Falci avevamo impostato proprio al fine di sottrarre alle decisioni del momento il cerimoniale e la ritualità delle manifestazioni religiose e popolari della Settimana Santa?

Nell’auspicio queste mie riflessioni possano contribuire all’apertura di una seria riflessione cittadina sul patrimonio pubblico, materiale e immateriale, Ti saluto cordialmente e Ti auguro buon lavoro.

Salvatore Messana

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