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Rosario Amico Roxas: “il laico Gesù”

Redazione

Rosario Amico Roxas: “il laico Gesù”

Dom, 04/10/2015 - 17:16

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imageCALTANISSETTA – L’imbarazzo del Vaticano sulle dichiarazioni di un monsignore che ammette il suo stato di gay, con annesso partner, mi sembra non pertinente ed eccessivo; non travolge la religione cattolica e cristiana, bensì il concetto, ancora non chiarito, di laicità e confessionalità. Sarebbe bastato ridurre allo stato laicale l’ex mons. Krzysztof Charamsa, con i poteri del Pontefice, custode dei valori della religione, per far passare sotto silenzio tale evento, riassumibile in una devianza dove l’aspetto umano è stato privilegiato a quello spirituale; bastava una “presa d’atto” e svincolare il monsignore dagli obblighi, liberamente accettati, che il sacramento dell’ordinazione impone a quanti professano la vocazione sacerdotale. Una presa d’atto che riconosca il diritto di ritornare indietro sui propri passi, confessando la propria debolezza che contrasta con il dovere. Basterebbe solamente interpretare le parole di Gesù “ Chi non ha mai peccato scagli la prima pietra !”, per riconoscere all’uomo-monsignore il diritto di riconoscere di avere sbagliato nella precedente scelta, perché “Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”; sono le parole di Gesù , quando, nell’orto del Getsemani, pregando il Padre, invitò i discepoli a “vegliare e pregare”, sentendo avvicinarsi l’ora fatale, mentre la sua umanità veniva colta da una umanissima paura, che Gli fece dire: “Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice!”. Ma Gesù era Dio, figlio di Dio, era un laico con la consapevolezza di essere figlio di Dio, così proseguì la Sua preghiera rivolta al Padre “Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi.” (Matt. 26:36-41) L’insegnamento è chiaro, ed è rivolto a tutti gli uomini, con la loro forza e con le loro debolezze, indicando la maniera in cui noi mortali possiamo sovvenire alla debolezza della carne e non cadere in tentazione, con la veglia dello Spirito e la preghiera. Papa Francesco ha predicato con chiarezza interpretando le parole di Gesù, affermando: “Chi sono Io per giudicare ?” Bel diverso l’atteggiamento del predecessore Ratzinger che non voleva riconoscere la fragilità umana, ricorrendo alla mistificazione, affermando nella lettera ai vescovi americani dedicata ai casi di pedofilia, “Crimen sollicitationis” Nello svolgere questi processi si deve avere maggior cura e attenzione che si svolgano con la massima riservatezza e, una volta giunti a sentenza e poste in esecuzione le decisioni del tribunale, su di essi si mantenga perpetuo riserbo. Perciò tutti coloro che a vario titolo entrano a far parte del tribunale o che per il compito che svolgono siano ammessi a venire a conoscenza dei fatti sono strettamente tenuti al più stretto segreto, su ogni cosa appresa e con chiunque, pena la scomunica latae sententiae, per il fatto stesso di aver violato il segreto; tale scomunica è riservata unicamente al sommo pontefice, escludendo dunque anche la Penitenzieria Apostolica, ossia che tale scomunica può essere ritirata solamente dal papa. Praticamente Ratzinger voleva azzerare il reato penale di pedofilia dei sacerdoti americani, a peccato da amministrare nel segreto delle sacrestie. Fu così che una Corte del Texas indagò l’allora cardinale Ratzinger per “ostacolo alla Giustizia”, tant’è che, in occasione di una visita pastorale, da pontefice, negli USA, incontrando Bush in udienza privata, chiese e ottenne l’immunità in quanto “Capo di Stato in carica”, sovvertendo anche le parole di Gesù: “Il mio regno non è di questo mondo”. Ma in Vaticano è in atto una guerra sotterranea, con i cardinali nominati da Ratzinger che svolgono un ruolo conservatore per arrestare l’onda di apertura al mondo, che Papa Francesco sta operando, secondo le determinazioni del Concilio Vaticano II. La Chiesa non deve entrare nel contraddittorio mondo della laicità, ma, con pieno diritto, deve intervenire nel sociale, per dare un indirizzo coerente con le parole di Cristo, sui problemi più urgenti che agitano le coscienze, come il sostegno ai bisognosi e la solidarietà tra uomini e Stati. I singoli casi, devono valutati per quello che sono: devianze umane da relegare nei momenti fragili dell’animo umano, con la comprensione e la compassione, perché comprendere non significa condividere, senza elaborare condanne interpretando, a proprio modo, il volere di Dio, senza tener conto dell’Amore che Dio dispensa a tutti gli uomini, senza alcuna discriminazione; Amore che non attende di essere ricambiato e che…move il sole e l’altre stelle. Rosario Amico Roxas

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