Salute

Congresso Pdl: il ritorno di Giarratana con “Caltanissetta Protagonista”

Redazione

Congresso Pdl: il ritorno di Giarratana con “Caltanissetta Protagonista”

Ven, 10/02/2012 - 16:37

Condividi su:

CALTANISSETTA – Michele Giarratana e Michelangelo Lovetere tirano le fila della mozione “Caltanissetta Protagonista” al 1°Congresso Provinciale del Popolo della Libertà in programma domenica mattina all’Hotel San Michele. Il ritorno dell’ingegnere sulla ribalta della politica nissena ha causato più che un grattacapo alla tranquilla navigazione del partito di Berlusconi in provincia di Caltanissetta. Non è un ammutinamento nei confronti di Pagano e Torregrossa ma quasi.

“Sarebbe stato ipocrita e poco costruttivo – dice Michele Giarratana – partecipare al primo congresso del PdL in modo unitario. Io e i miei amici la pensiamo in modo diverso da tanti che fanno politica non solo nel Pdl ma in tutto il centrodestra;  pensiamo di rappresentare, al di la degli iscritti, il pensiero della stragrande maggioranza dei nisseni. Nessun atto di presunzione ma soltanto la voglia di aprire un dialogo, un dibattito che produca gli effetti positivi che soltanto una competizione può  innescare”.Oltre ai due candidati indicati nel ruolo di Coordinatore e Vice Coordinatore, fanno parte della lista, Toti Petrantoni, Francesco Cassaro, Arcangelo Pirrello, Leandro Sollami, Stefano Guagenti, Michele Guagenti e Denise Di Gloria. “Nessuna velleità di andare a gestire il partito- afferma Michelangelo Lovetere- non ci interessano cariche o poltrone; vogliamo soltanto potere alzare il dito e dire la nostra”.

La Mozione:

1° CONGRESSO PROVINCIALE DEL POPOLO DELLA LIBERTA’ DI CALTANISSETTA

12 febbraio 2012

MOZIONE CONGRESSUALE

“CALTANISSETTA PROTAGONISTA”

Mozione presentata ai sensi del Regolamento Congressuale

dal candidato Coordinatore Michele Giarratana

e dal candidato Coordinatore Vicario Michelangelo Lovetere

La presente mozione costituisce, l’elaborazione di una piattaforma programmatica ed organizzativa volta a dare una nuova struttura ed un nuovo slancio all’azione politica del PdL in provincia di Caltanissetta per i prossimi anni.

E’ sotto gli occhi di tutti che il periodo storico in cui cadono questi congressi è molto delicato oltre che confuso e preoccupante sotto ogni profilo.

La responsabilità che ricade su coloro che intendono fare politica oggi è grande, forse persino smisurata; chi fa politica dalla cittadinanza, ad ogni latitudine, è visto perlomeno con diffidenza.

Passione e qualità. La prospettiva è quindi offuscata; non indica strategie e nemmeno obiettivi, ma è proprio in momenti come questi che deve uscire fuori il politico di razza, quello che ama la sua comunità, i suoi concittadini, quelli che hanno bisogno e sappia altresì essere lungimirante e propositivo nei confronti di coloro che operano e producono; ci si deve basare sulla passione, sulle idee, sulla qualità, in maniera trasparente.

Nell’epoca che, qualcuno fino a qualche tempo fa maldestramente definiva “post ideologica”, occorre invece un pensiero vivo, forte, limpido, convincente.

Caltanissetta è stato un illuminante e vincente laboratorio ante litteram del centro destra, certamente prima degli anni cui bastava il nome di Berlusconi a vincere, prima degli anni in cui la straordinaria capacità mediatica e il carisma dell’uomo erano sufficienti a nascondere inconsistenze politiche e gravi mancanze organizzative, ancora prima degli anni in cui a livello locale si sono evidenziate lacune perlomeno imbarazzanti. Non viviamo di ricordi ma piuttosto facciamo tesoro della nostra impronta del passato e confrontiamola con quella impalpabile e inconcludente attuale.

Il Popolo della Libertà deve impossessarsi di quello spirito, di quell’anima, di quell’amore, di quelle idee di quella compattezza che il centrodestra ha dimostrato di avere addirittura con partiti diversi  ripartendo dal tesseramento che il “nobilato” chiuso, geloso e perfido avrebbe voluto derubricare a semplice formalità; proprio quelli che invece avrebbero dovuto motivarci e lanciare la volata, quelli che hanno perso anche questa occasione alla ricerca del mero obiettivo personale, quelli del concetto “tanto peggio tanto meglio”, protetti da una legge elettorale perfetta (per loro), applauditi dai soliti beneficiati sfruttando posti di potere come fossero stati ereditati.

Nessun nepotismo. Adesso i disastri che questa politica ha prodotto, sono sotto gli occhi di tutti; i mortificanti dati relativi al tesseramento (ultimi in Italia) non sono altro che lo specchio fedele del disastro che si registra con il consenso in ogni comune della Provincia: due soli consiglieri comunali su trenta a Gela, uno solo a Riesi, nessuno a Mazzarino, nessuno a Niscemi, nessuno a Butera e via dicendo, una fuga continua di consiglieri ovunque, per non parlare dei disastri che ha prodotto a Caltanissetta un Sindaco inadeguato, sfiduciato dalla cittadinanza, imposto secondo criteri antidemocratici e nepotistici. Giusto a Caltanissetta, la nostra amata Caltanissetta, capoluogo di Provincia mortificato, umiliato ormai irrimediabilmente condannato a morte le cui responsabilità stavolta non possono essere ascritte a tutti o a nessuno ma hanno un preciso nome ed un cognome.

Esilaranti se non avessero avuto risvolti penosi sul piano politico gli accordi fatti perfino col PD pur di mantenere a galla amministrazioni e posti di potere o per aggraziarsi uomini e istituzioni che oggi imperversano su Caltanissetta decidendo perfino sulla vita delle persone. Inutile far notare che un minuto dopo, incassato il risultato, quei nemici dichiarati del PdL e del centrodestra hanno continuato a martellarci senza pietà col risultato di indebolirci sul piano politico, estrometterci dai posti di governo e mortificarci sul piano umano. Prendiamo atto che la politica non abita più a Caltanissetta e per colpa di chi se non per colpa di chi tira le sue fila; abbiamo abdicato su tutto perfino nelle scelte degli assessori del Comune capoluogo, attualmente rappresentanti non del popolo, non dei cittadini che hanno votato centrodestra; non sono nemmeno tecnici di chiara fama e di estrazione, per essere in linea col governo nazionale, di “lignaggio bancario o bocconiano”, sono soltanto conoscenti del Sindaco. Ci basta per giustificare l’estromissione della politica da Palazzo del Carmine?

Militanza. Ma c’è una base isolata, silenziosa che disinteressatamente porta in alto il nome del Popolo della Libertà che vorrebbe riaggregarsi per organizzare momenti politici, di confronto, che vorrebbe tenere le porte aperte alla cittadinanza in ogni angolo della provincia, quella che fa politica per le strade, quella che non ha paura di scagliarsi contro le sinistre odiose e ipocrite ma che allo stesso tempo non ha timore di evidenziare le nostre responsabilità, i nostri errori, che non ha paura di mettersi in gioco.

C’è assoluto bisogno di comprendere i motivi del disagio della popolazione, c’è l’obbligo morale di aiutarla in tutti i modi; con umiltà e dedizione bisogna ascoltare i più deboli che oggi sono veramente tanti, bisogna comprendere le grida di dolore degli operatori del commercio, degli imprenditori, dei professionisti; occorre far tesoro sia delle lagnanze che dei suggerimenti. Poi ci vuole la grande capacità di fare analisi e quindi di elaborare programmi, di pianificare il futuro della nostra terra attraverso uomini che contengano in se passione e qualità.

Questa è la vera scommessa che dobbiamo accettare, l’unica che ci può permettere di essere protagonisti di una rinascita autentica e auspicata.

Discontinuità. Pretendere un segno di discontinuità è il minimo che si possa chiedere; ripartiamo intanto da un confronto congressuale, la sede giusta dove ricominciare a parlare di politica. Pretendiamo altri uomini e una diversa gestione del PdL, non certo l’attuale genuflessa ad ogni ente, istituzione, priva di spina dorsale e di idee.

Pretendiamo che i militanti siano coinvolti nella vita del partito, costantemente, che incidano sulle politiche locali, sulle strategie, sulla nomina dei dirigenti e dei candidati; e che si dia ascolto e voce ai tesserati perché siano soggetti attivi e non semplici tessere da far pesare sulla bilancia. A chi ha una maggiore esperienza politica spetta l’onere di aiutare l’organizzazione del partito che verrà, di suggerirne le mosse, di segnalare tutte le possibili vie per incrementare la partecipazione e l’entusiasmo della base.

Attorno al PdL e non al deputato di turno, dovrà svilupparsi una rete di realtà che lo pongano in un dialogo costante con il territorio e attraverso cui offrire risposte ai problemi di destinatari altrimenti difficili da raggiungere, agendo da protagonisti su campi sin ora inesplorati e spesso egemonizzati dalle sinistre.

Pensiamo a gruppi di studio, associazioni sportive, cooperative di lavoro e a luoghi di incontro diffusi privilegiando la nostra sede togliendola dalla clandestinità.

C’è inoltre bisogno che ogni paese abbia un referente del partito, scelto dalla base, come previsto, ma libero da incarichi amministrativi, e che sia effettivo punto di riferimento. Al comitato provinciale, il compito di non abbandonarli ma di garantire coordinamento e sostegno, consulenza e materiale. In questo senso è indispensabile dotarsi di un giornale periodico che racconti le idee e la vita del partito e prenda posizione sulle questioni locali, da affiancare ad un sito internet costantemente aggiornato.

Giovani.  Ma il compito più arduo, al limite dell’impossibile ma giusto per questo più stimolante, sta nel ridare motivazioni e speranze ai giovani; occorre far capire loro che è meglio affrontare una strada tortuosa che fa della militanza e della passione un credo ed un orgoglio piuttosto che appiattirsi o peggio farsi incantare dalle allodole sempre in servizio degli scandalosi partiti, nati per spartire potere e incarichi o ancora di quelli che si ritengono unti da chissà quale divinità e che sono invece campioni di incoerenza e falsità. Fallire in questa missione vuol dire fallire in tutto.

Identità e bipolarismo. Questa lista, questo programma, vogliono costituire un pungolo, un momento di riflessione per tutti; proprio a conferma di quello che abbiamo scritto, in un perfetto clima democratico volto al confronto, presentiamo una lista che non pretende l’accaparramento di cariche o ruoli e nemmeno ambire ad una leadership. Vorremmo aprire un dialogo con coloro che condividono le nostre idee e i nostri progetti; vorremmo solamente dar voce ad un gruppo di persone che possano aiutare a dar corpo ad un partito vero, così come lo abbiamo descritto e sul quale abbiamo sempre creduto, con una precisa identità nell’ottica del bipolarismo.

Caltanissetta, 2 febbraio 2012

Pubblicità Elettorale