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Abolizione tracciabilità rifiuti, Legambiente: “Regalo a ecomafie”

Redazione

Abolizione tracciabilità rifiuti, Legambiente: “Regalo a ecomafie”

Ven, 19/08/2011 - 10:31

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CALTANISSETTA – La distrazione ferragostana, è sempre un’occasione gradita a chi ci governa per fare passare in sordina qualche “porcata”. Quella 2011 (la più evidente, dico), è contenuta nel D.L. 138 del 13 agosto dal titolo “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”, e prevede l’abolizione del sistema di tracciabilità dei rifiuti, il cosiddetto Sistri,  che sarebbe dovuto partire definitivamente, dopo una serie di rinvii, l’1 settembre.

Premesso che non si comprende la funzione di questa norma all’interno di un decreto legge la cui  finalità è di incrementare le risorse finanziarie per lo Stato e di incentivare lo sviluppo dell’economia, quale effetto favorevole possa avere la cancellazione di un sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti, né quale beneficio economico possa arrecare al Paese l’abolizione del SISTRI. Anzi.

Il presidente di Legambiente Caltanissetta Alessandro Giugno

Non si può non sottolineare il vergognoso sperpero di denaro pubblico per la realizzazione del Sistema che ora viene cancellato dallo stesso governo che l’aveva creato.

In questo momento di particolare debolezza economica, si bruciano gli investimenti che centinaia di migliaia di imprese ed enti hanno già sostenuto per adeguarsi: contributi di iscrizione per il 2010 e per il 2011 (che dovranno essere rimborsati), installazione delle black boxes sui veicoli, costi di consulenti legali ed informatici, formazione del personale, acquisto software appositi etc. etc..

Ma l’aspetto maggiormente sconfortante, è che l’abrogazione del Sistri, costituisce un “regalo alle ecomafie”, come sottolinea anche il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che aggiunge: “La tracciabilità dei rifiuti è un obbligo comunitario che consente di seguire il percorso dal produttore allo smaltimento finale, contrastando tutti gli smaltimenti illeciti che hanno ingrassato per decenni le ecomafie.”

Parole condivisibili, ma che necessiterebbero di un comportamento coerente: le dimissioni. Invece, tra l’inettitudine di chi governa per davvero e l’inefficacia di chi presiede un importante ministero , i fenomeni di criminalità ambientale continuano a diffondersi senza incontrare adeguate resistenze, determinando impressionanti sottrazioni di risorse naturali e gravi distorsioni dell’economia, con significativi contraccolpi sulle possibilità di crescita per le imprese virtuose.

Qualche numero: sommando i quantitativi di rifiuti pericolosi (2 milioni di tonnellate) sequestrati solo in 12 delle 29 inchieste per traffico illecito di rifiuti messe a segno dalle forze dell’ordine nel corso del 2010, ed immaginando di contenerli in 82.181 tir, costituirebbero una fila di 1.117 Km. Più o meno da Reggio Calabria a Milano.

Secondo l’annuale rapporto di Legambiente sulle ecomafie, nel 2010 sono stati accertati  30.824 illeciti ambientali, 84 al giorno, 3,5 ogni ora, per un fatturato complessivo di 19,3 miliardi di euro  e  290  clan coinvolti.

Nel Paese stritolato dall’ecomafia, l’abrogazione del Sistri produce anche serie conseguenze nella legislazione sulla gestione dei rifiuti: ad esempio, perde valore e significato la tanto attesa entrata in vigore, martedì 16 agosto, del decreto sulle sanzioni amministrative per i reati ambientali. E ciò è ancora più grave se  si considera che avviene mentre si attende l’inserimento dei  delitti ambientali nel Codice Penale – così come previsto da una direttiva europea – che consentirebbe alle forze che devono indagare e reprimere, di utilizzare strumenti maggiormente efficaci quali le intercettazioni telefoniche e ambientali, le rogatorie internazionali ecc.

In uno stato di diritto, l’attività dello Stato deve rispondere al pubblico interesse: quale è l’interesse pubblico derivante dall’abolizione del SISTRI? Esiste un interesse pubblico superiore alla tutela dell’ambiente e del futuro dei nostri figli?

Il Presidente di Legambiente Caltanissetta

Alessandro Giugno

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