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Sergio Lari:”Solo con la repressione non si va da nessuna parte. Occorre denuncia corale”

Redazione

Sergio Lari:”Solo con la repressione non si va da nessuna parte. Occorre denuncia corale”

Gio, 21/07/2011 - 13:08

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Il Procuratore Capo di Caltanissetta, Sergio Lari

CALTANISSETTA – “Era un vero e proprio ‘patto di non belligeranza e convivenza’ quello siglato Cosa nostra e Stidda, storicamente avversarie, sulla falsa riga degli equilibri mafiosi ricadenti sul territorio di Gela”. Lo ha detto il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari nel corso della conferenza stampa dell’operazione condotta dai carabinieri contro i clan di Mazzarino.

“Le due fazioni mafiose grazie a questa tregua armata avevano il controllo del territorio capillare attraverso l’imposizione del pizzo – ha aggiunto Lari – anche se un ulteriore canale di approvvigionamento era la droga ma era svincolato rispetto agli affari principali. Nel corso dell’inchiesta abbiamo scoperto che anche gli ergastolani, nonostante il carcere riuscivano a eludere i controlli comunicando con i familiari e dando direttive sulle estorsioni”. Il procuratore ha sottolineato, inoltre, che non c’è stata collaborazione delle vittime del pizzo: “Li invito a collaborare – ha esortato – per non doverci trovare nelle condizioni di denunciarli per favoreggiamento. La collaborazione con le forze dell’ordine può essere favorita grazie alla recente istituzione dell’Associazione antiracket a Mazzarino, un’associazione spontanea nata dalla società civile”.

“Solo con la repressione – ha concluso – non si va da nessuna parte, occorre la denuncia corale, pubblica; la politica diventi parte attiva di questo cambiamento che non deve essere relegato solo alle denunce di Confindustria nissena, altre associazioni e confederazioni di categoria si muovano in tal senso”.

 

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