Salute

Area Civica ufficializza partecipazione al percorso di Prigetto Civico Italia, Petitto: “Forza civica autonoma senza rinunciare a identità”

Redazione

Area Civica ufficializza partecipazione al percorso di Prigetto Civico Italia, Petitto: “Forza civica autonoma senza rinunciare a identità”

Sab, 29/11/2025 - 16:57

Condividi su:

Nel corso della conferenza stampa tenutasi presso la sede di AREA CIVICA, la coordinatrice e leader Annalisa Petitto ha annunciato la scelta di partecipare al percorso di “PROGETTO CIVICO ITALIA”, rete nazionale di amministratori e realtà civiche che punta a valorizzare le esperienze dei territori e a costruire, dal basso, un’alternativa credibile alle destre.

Petitto ha ricordato come AREA CIVICA non sia «solo un simbolo su una scheda elettorale, ma una presenza concreta nelle istituzioni»:

  • in Consiglio comunale con tre consiglieri (Annalisa Petitto, Felice Dierna e Calogero Palermo);
  • in Consiglio provinciale con la stessa Petitto, in qualità di consigliera di opposizione.

Alle ultime elezioni amministrative, Petitto ha guidato come candidata sindaca una coalizione civica, ottenendo il 49% dei consensi contro il 51% del blocco di centrodestra.

«Questo dato – ha sottolineato – ci consegna una città spaccata a metà sotto un duplice aspetto: da un lato l’astensionismo, dall’altro la forza di un progetto civico che sfida i partiti tradizionali».

Sul versante dell’astensionismo, Petitto ha ricordato che:

  • al primo turno ha votato appena il 55,91% degli aventi diritto;
  • al ballottaggio l’affluenza è scesa al 38,27%, con un astensionismo che ha sfiorato il 62%.

«Quasi un elettore su due – ha aggiunto – è rimasto a casa già al primo turno, e addirittura quasi due su tre al ballottaggio. E tra chi è andato a votare, quasi uno su due ha scelto un progetto civico, radicato nei quartieri, nel lavoro, nell’associazionismo, nei bisogni reali delle persone e non nelle alchimie di palazzo».

Petitto ha quindi annunciato la scelta di partecipare al percorso di PROGETTO CIVICO ITALIA:

AREA CIVICA – ha spiegato – resta una forza civica autonoma del territorio nisseno. Partecipare al percorso di Progetto Civico Italia significa mettere in comune lavoro, esperienze e battaglie con altre realtà civiche e amministratori che, in tutta Italia, vogliono costruire un’alternativa alle destre a partire dai territori, senza rinunciare alla propria identità.

La leader di AREA CIVICA ha spiegato che il movimento porta dentro questo percorso tre elementi precisi:

1. Una forza elettorale reale, rappresentata da quel 49% che testimonia «una domanda forte di buona politica civica, autonoma, pulita, rigorosa».

2. Una rappresentanza istituzionale viva, con tre consiglieri comunali e una consigliera provinciale «impegnati ogni giorno su atti, ordini del giorno, proposte, interrogazioni».

3. Un metodo, che parte dai problemi concreti – «il lavoro che manca, i giovani che non ci sono più in questa città e in questa provincia, una pubblica amministrazione che non funziona, i concorsi bloccati, i servizi fermi, gli sprechi» – per costruire «soluzioni serie, sostenibili, senza clientele e senza pacchetti di poltrone».

Petitto ha poi collegato il dato nisseno a quello, più generale, dell’astensionismo nazionale:

«Come non possiamo ignorare l’astensionismo nel territorio nisseno, non possiamo ignorare che questo fenomeno è diffuso e in crescita costante in tutto il Paese. Alle regionali 2025 in Campania, Puglia e Veneto ha votato meno di un elettore su due, con affluenze intorno al 41–45% e cali a doppia cifra rispetto alle precedenti tornate».

Da qui, la definizione della strategia politica:

«Il nostro obiettivo non è soltanto spostare qualche voto dentro il recinto di chi va già alle urne. Il nostro obiettivo è intercettare e colmare il gap dell’astensionismo: parlare proprio a chi oggi si astiene, ricostruire un rapporto di fiducia tra le persone e le istituzioni, dare una casa politica a quella parte di Paese stanca di essere chiamata in causa solo alla vigilia delle elezioni. Per farlo servono due cose: credibilità e radicamento».

Credibilità, ha spiegato, «perché non bastano gli slogan: servono atti concreti, come quelli che abbiamo portato in Consiglio comunale e provinciale». Radicamento, perché «le risposte non nascono nei talk show, ma nelle scuole, negli ospedali, nelle imprese, nei quartieri popolari, nei piccoli comuni dell’entroterra, nei luoghi di lavoro e nelle periferie fisiche e sociali».

Secondo Petitto, PROGETTO CIVICO ITALIA rappresenta «il contesto in cui le esperienze civiche si parlano, si rafforzano a vicenda e provano a cambiare il Paese a partire dai territori» e «l’occasione perché le battaglie condotte a Caltanissetta non restino isolate, ma trovino ascolto anche a livello regionale e nazionale».

In particolare, AREA CIVICA porta dentro questo percorso due casi concreti che, nelle parole della coordinatrice, «spiegano bene che cosa intendiamo per politica civica»: la vertenza TELECONTACT e la situazione della Provincia di Caltanissetta, sintetizzata nello slogan «meno poltrone, più concorsi».

TELECONTACT: «Non è un numero, sono 336 famiglie»

Petitto ha definito la vertenza TELECONTACT «una questione delicatissima per Caltanissetta»: nella sede nissena operano 336 addetti, uno dei pochi grandi poli occupazionali privati rimasti in città.

«La cessione fuori dal perimetro TIM – ha spiegato – è percepita come un “salto nel buio”: si temono peggioramenti delle condizioni di lavoro, minori garanzie contrattuali e, nel tempo, possibili ridimensionamenti o chiusure del sito, con conseguenze dirette per 336 famiglie e per l’economia locale».

In città si sono susseguiti scioperi, presìdi e manifestazioni con adesioni molto alte; il Consiglio comunale ha tenuto una seduta straordinaria, approvando all’unanimità una mozione a sostegno dei lavoratori e chiedendo l’apertura di un tavolo di crisi al Ministero. Il sindaco Tesauro è stato ascoltato dalla III Commissione Attività Produttive dell’ARS, mentre Comune, sindacati e altri territori stanno costruendo un fronte istituzionale comune per ottenere garanzie scritte sul mantenimento della sede di Caltanissetta e dei livelli occupazionali.

Petitto ha ribadito che, nel caso TELECONTACT, «non si parla di numeri astratti, ma di posti di lavoro, di stipendi, di famiglie che rischiano di scivolare nella precarietà», sottolineando la volontà di trasformare la vertenza in una questione politica nazionale: sul modo in cui le grandi aziende trattano i lavoratori, sulla qualità del lavoro nei territori, sul ruolo delle istituzioni nel difendere l’occupazione.

L’intervento di Carmelo Miceli

A seguire è intervenuto il coordinatore di Progetto Civico Italia, Carmelo Miceli, che ha ricordato come con Annalisa Petitto vi sia «un percorso comune di oltre quindici anni», durante i quali entrambi hanno cercato di fare «politica con la P maiuscola», dando alle problematiche «la dimensione corretta» e portando le vertenze «nei tavoli che contano».

Miceli ha spiegato che su Telecontact è già in corso una interlocuzione con le organizzazioni sindacali e ha richiamato la manifestazione nazionale del 10 dicembre, assicurando l’impegno a fare «tutto ciò che serve per tutelare i lavoratori», pur ricordando che le responsabilità politiche della vicenda ricadono su chi governa.

Riferendosi al tema della sanità, Miceli ha ricordato le battaglie condotte insieme a Petitto, evidenziando come in passato vi sia stato anche un tentativo di mettere il bavaglio alla consigliera nissena attraverso una denuncia poi archiviata, che egli ha definito nei fatti «un encomio all’attività politica» di Annalisa. Ha sottolineato come la battaglia per la legalità e la trasparenza che Petitto ha portato avanti a Caltanissetta sia la stessa che Progetto Civico Italia sta conducendo a Palermo e in altri territori.

Miceli è tornato anche sul tema dell’ufficio staff del Presidente della Provincia, osservando in modo critico come, dopo anni di immobilismo istituzionale, la priorità individuata fosse la creazione di uno staff «per collocare cinque amici», mentre gli uffici restano in sofferenza di personale.

Soffermandosi sulle ultime elezioni amministrative di Caltanissetta, Miceli ha evidenziato come sia mancata «una manciata di voti per una svolta epocale» e ha auspicato che i partiti del centrosinistra riflettano su questo dato, iniziando a riconoscere e valorizzare adeguatamente il ruolo e il peso dei movimenti civici nelle coalizioni e nei processi decisionali.

L’intervento di Alessandro Onorato

Alla conferenza è intervenuto, in collegamento da remoto, anche Alessandro Onorato, assessore ai grandi eventi, cultura e sport di Roma Capitale e promotore nazionale di Progetto Civico Italia.

Onorato ha espresso innanzitutto grande stima personale e politica per Annalisa Petitto, definendola un’amministratrice «di straordinarie capacità», e ha spiegato che l’obiettivo del percorso di Progetto Civico Italia è quello di fare in modo che chi ogni giorno lavora a contatto con le persone e si «fa il mazzo» sui problemi concreti possa ambire a rappresentare quelle stesse persone anche ai livelli più alti delle istituzioni.

Riflettendo sulle ultime elezioni amministrative di Caltanissetta, Onorato ha sottolineato come la mancata elezione di Petitto a sindaca sia stata questione di «pochi voti» e ha attribuito quell’esito anche a comportamenti opachi di alcuni «compagni di viaggio» che, a suo giudizio, avrebbero preferito accordi sottobanco con l’avversario politico. Ha definito però questo passaggio «solo una questione di tempo», ritenendo che la spinta civica espressa in città rappresenti comunque un segnale di svolta.

Allargando lo sguardo al quadro nazionale, Onorato ha descritto il sistema politico italiano come «collassato», rilevando come i cittadini paghino tasse molto alte, paragonabili a quelle dei Paesi del Nord Europa, senza ricevere in cambio servizi adeguati. In questa prospettiva, ha indicato come unica via di cambiamento reale l’ingresso nelle istituzioni di amministratori abituati a misurarsi con i problemi concreti, al posto di figure che, una volta elette, «si dimenticano perfino di ciò che hanno promesso».

Onorato si è soffermato in particolare sulla Sicilia, raccontando di avere iniziato a girare la regione negli ultimi mesi e di avere riscontrato un potenziale enorme, soprattutto in termini di turismo, arte e cultura, ancora largamente inespresso. Ha sostenuto che, se la Sicilia fosse messa anche solo «al 30% delle sue possibilità», il Pil italiano crescerebbe in maniera significativa, mentre oggi la regione è tra quelle che registrano il più alto flusso di emigrazione, seconda solo alla Lombardia per numero di persone che vanno via.

Secondo l’assessore di Roma Capitale, «in Sicilia manca soprattutto una prospettiva di futuro», e per questo motivo gli enti locali dovrebbero poter contare su persone realmente capaci. Ha ricordato come i bilanci della Regione Siciliana siano molto ricchi, in quanto regione a statuto speciale, ma ha sottolineato che «il problema non è quanti soldi ci sono, ma come li applichi», indicando nella qualità della spesa pubblica e nella competenza della classe dirigente la vera leva del cambiamento.

Provincia di Caltanissetta: «Meno poltrone, più concorsi»

L’altro esempio indicato da Petitto riguarda il Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, dove l’opposizione ha ottenuto una doppia vittoria politica.

Da un lato, il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, a sua prima firma, che impegna il Presidente a riattivare immediatamente tutti i concorsi pubblici già banditi e sospesi, senza riaprire i termini e tutelando chi ha studiato, pagato le tasse di concorso e organizzato la propria vita intorno a quelle selezioni.

Dall’altro lato, è stata bocciata la proposta di modifica del DUP e la relativa variazione di bilancio che prevedeva la creazione di un ufficio staff del Presidente con tre componenti di staff e due consulenti di nomina politica, per un costo complessivo di circa un milione di euro nel triennio 2025–2027.

«Da una parte – ha osservato Petitto – abbiamo concorsi bloccati e uffici al collasso; dall’altra, l’idea di riproporre per la quarta volta un pacchetto di poltrone d’oro per lo staff del Presidente. Il Consiglio ha detto no, e questo no porta anche la nostra firma».

«Questa – ha aggiunto – è la nostra idea di politica civica: meno consulenti e meno clientele, più concorsi e più servizi. Meno soldi spesi per alimentare organigrammi politici, più risorse per assumere tecnici, funzionari, dirigenti capaci di far funzionare davvero l’ente e di spendere bene i fondi sul territorio».

Le risposte ai giornalisti: staff, sanità e “sistema” politico

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Petitto è tornata sul tema dell’ufficio staff del Presidente della Provincia, replicando alle recenti dichiarazioni del presidente Walter Tesauro. In modo ironico ha osservato che «i cittadini di Caltanissetta non è certo perché mancava lo staff del Presidente che non dormivano la notte» e ha ribadito che, pur essendo vero che la legge consente l’istituzione di uno staff, «non si tratta della priorità della Provincia».

Petitto ha poi richiamato alcuni dati economici: ha spiegato che i due consulenti dello staff avrebbero potuto percepire «fino al 50% del compenso di un dirigente al suo ingresso» e che gli stanziamenti previsti in bilancio erano tarati proprio su quel tetto massimo, pari a circa 45mila euro l’anno ciascuno. Ha definito quella del Presidente «una vera e propria sfida politica» e ha avvertito che, se a gennaio la proposta sull’ufficio staff dovesse essere ripresentata – per la quinta volta – «ci troverà ancora una volta in trincea», ribadendo che «quel milione di euro la Provincia deve investirlo in ben altro».

Interpellata sulla questione degli incarichi politici nella sanità e sulla selezione dei manager delle Asp, Petitto ha ribadito una posizione da tempo sostenuta: «la sanità e i servizi sanitari non saranno mai all’altezza delle aspettative degli utenti finché ai vertici continueranno a esserci nomine di natura politica, che siano di destra o di sinistra».

La consigliera ha denunciato come le Asp siano diventate «centri di potere e ambiti di clientela politica» e ha spiegato che, finché i medici più competenti e con maggiore esperienza rifiuteranno di asservirsi a questo sistema, saranno portati a lasciare la Sicilia per lavorare altrove.

«Quello che stiamo vedendo in questi giorni – ha aggiunto – dimostra che c’è un sistema corrotto: una certa politica in Sicilia controlla tutto, dal manager all’ultimo operatore socio-sanitario. Finché ci sarà questo controllo politico pervasivo, non ci sarà né qualità dei servizi né meritocrazia».

Su domande dei cronisti, è intervenuto anche Carmelo Miceli sulla vicenda Cuffaro e Democrazia Cristiana, criticando la narrazione secondo cui il malaffare si esaurirebbe all’interno di quella sola esperienza politica. Miceli ha contestato la linea del presidente della Regione, che rivendica di avere “liberato” il governo dal malaffare limitandosi ad allontanare due assessori incensurati, lasciando invece in giunta altri esponenti rinviati a giudizio, e ha definito questa impostazione espressione di una «cialtroneria politica» che rischia di trasformare un problema sistemico in un semplice gioco di scaricabarile.

Pur ribadendo, da penalista, la centralità del principio di non colpevolezza, Miceli ha sostenuto che la politica debba essere giudicata anche per la qualità morale delle azioni e delle scelte compiute. Ha invitato a non ridurre tutta la riflessione sul malaffare alla sola esperienza della Dc, ricordando che molti militanti hanno creduto in quel progetto in buona fede, e ha auspicato che, di fronte ai tentativi di “epurazione” selettiva, la stessa Dc possa contribuire a raccontare con chiarezza un sistema di potere che ha riguardato, a suo dire, «tanto la destra quanto la sinistra».

In chiusura, Petitto ha sintetizzato così il senso politico del percorso intrapreso:

«Oggi, partecipando al percorso di PROGETTO CIVICO ITALIA, diciamo una cosa molto semplice ma molto forte:

– chi in questa città ha scelto un progetto civico non resterà senza rappresentanza a livello regionale e nazionale;

– a chi ha votato diversamente e soprattutto a chi non è andato a votare vogliamo dimostrare che un altro modo di fare politica è possibile, che cambiare davvero è possibile con una politica che non spreca risorse in poltrone, ma le investe in lavoro, concorsi, servizi, diritti».

banner italpress istituzionale banner italpress tv