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Romania, il nisseno Filippo Mosca trasferito in cella più sicura. l’Appello della madre Ornella: “Ora speriamo in domiciliari”

Redazione

Romania, il nisseno Filippo Mosca trasferito in cella più sicura. l’Appello della madre Ornella: “Ora speriamo in domiciliari”

Gio, 01/02/2024 - 22:07

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“Sono stati traferiti in una cella più piccola e sicura, che può ospitare al massimo sei persone, i ragazzi siciliani detenuti nel carcere di Porta Alba a Costanza, in Romania, fra i quali Filippo Mosca, il ventinovenne di Caltanissetta, arrestato con alcuni amici il 3 maggio scorso e condannato a 8 anni e 3 mesi di reclusione per traffico internazionale di droga. Lo dice ad Askanews Ornella Matraxia, madre di Filippo: “Lo hanno comunicato questa mattina a Filippo e nel pomeriggio li hanno trasferiti, per allontanarli dai romeni e da altri detenuti violenti, in una cella con bagno e doccia. Gli hanno detto che anche l’ora d’aria la trascorreranno in un cortile separato rispetto agli altri detenuti, per motivi di sicurezza. Sono migliorate le condizioni di sicurezza – dice Matraxia – ma certamente non sono rispettati neanche lontanamente gli standard detentivi europei”. Fino ad oggi Filippo Mosca, che si dichiara con forza innocente e ha pure rifiutato il patteggiamento proposto dall’accusa, era detenuto con 24 persone in 23 metri quadrati pieno di topi e cimici e costretto ad espletare i bisogni fisiologici nel ‘bagno’ comune realizzato con un buco nel pavimento. “Filippo mi ha riferito che oggi gli hanno fatto trovare pure dei materassi nuovi di zecca e che c’è un via vai di gente e operai che cerca di risistemare la struttura, probabilmente per paura di qualche controllo dall’esterno”.

“Questo trasferimento – dice ancora la mamma – è certamente frutto della pressione mediatica che è arrivata pure sui media della Romania. E’ un primo passo, speriamo adesso che Filippo possa avere, finalmente, un processo giusto e, soprattutto, che possa ottenere presto gli arresti domiciliari già chiesti dai difensori. Per questo chiedo ai media e alle istituzioni italiane di non calare l’attenzione”. 

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