È stato pubblicato nei giorni scorsi nella Gazzetta ufficiale regionale il Calendario venatorio 2021/2022.
La stagione venatoria si aprirà domenica 19 settembre e sarà preceduta da cinque giorni di preapertura (1, 4, 5, 11 e 12 settembre). In questi giorni sarà possibile cacciare il colombaccio, la tortora e il coniglio selvatico.
Ogni cacciatore potrà esercitare l’attività venatoria nell’ambito di residenza (e in quelli in cui è stato ammesso) e scegliere tre giorni di caccia settimanali, esclusi i giorni di martedì e venerdì.
Potrà abbattere ogni giorno fino a 15 capi di fauna con delle limitazioni giornaliere e stagionali per alcune specie. Per la selvaggina migratoria l’attività è consentita per massimo 28 giornate.
Nelle aziende agro-venatorie si potrà cacciare il coniglio da allevamento e la quaglia. Per il coniglio è prevista una “caccia programmata” finalizzata alla gestione sostenibile del prelievo di una specie che, secondo il provvedimento, è considerata non nativa ma para-autoctona e che, in alcuni contesti delle isole minori, può risultare indesiderata.
Per la tortora, invece, è previsto il prelievo solo nella forma di appostamento temporaneo. Le modalità di caccia del coniglio e della tortora saranno regolamentate successivamente in attesa dei risultati di un progetto di monitoraggio in corso.
Dal 19 settembre si potrà cacciare il colombaccio (fino al 20 gennaio), il merlo (fino al 31 dicembre), la gazza e la ghiandaia (fino al 31 gennaio).
Dal 20 settembre, con specifiche limitazioni, la quaglia (fino al 31 ottobre). Dal 2 ottobre l’allodola (fino al 30 dicembre), la beccaccia (fino al 10 gennaio), e quindi cesena, tordo bottaccio, alzavola, beccaccino, canapiglia, codone, fischione, folaga, gallinella d’acqua, germano reale, mestolone e porciglione (fino al 20 gennaio), volpe e tordo sassello (fino al 31 gennaio).
La caccia alla beccaccia da appostamento è vietata e punita con una sanzione amministrativa e il ritiro del tesserino venatorio. Escluse dall’elenco delle specie cacciabili sia il moriglione che la pavoncella per il peggioramento del loro stato di conservazione. Lo scorso anno era previsto l’abbattimento di due capi al giorno e massimo 20 in tutta la stagione. Dal 24 ottobre al 29 novembre si potrà cacciare la lepre, ma solamente in aree specifiche ancora da definire. La caccia alla volpe è consentita sia in forma libera che collettiva fino a dicembre, poi solo da appostamento.
Dall’1 novembre è consentita la caccia al cinghiale (fino al 31 gennaio) sia in forma libera che collettiva fino a dicembre, poi solo da appostamento. L’addestramento dei cani è consentito nelle tre settimane precedenti l’apertura esclusi i due giorni precedenti l’apertura. L’uso del furetto sarà regolamentato successivamente.
La Sicilia è l’unica regione italiana che ha previsto il divieto di caccia, con alcune deroghe, nei cosiddetti “Siti Natura 2000” (Siti di importanza comunitaria, Zone speciali di conservazione e Zone a protezione speciale) per garantire un’elevata tutela del territorio. La caccia è vietata anche nelle aree interne alle dighe Comunelli, Disueri e Cimia, nell’area interna alla Piana del Signore, nelle sette riserve naturali della provincia, nell’oasi di protezione e rifugio della fauna selvatica di Scala (Mussomeli), nel demanio forestale, ecc.
È possibile l’attività venatoria nella parte della “IBA” (Important Bird Areas) Biviere e Piana di Gela esterna alla Zona di protezione speciale. Confermato il divieto di utilizzare munizioni con pallini di piombo a distanza inferiore di 150 metri dalle rive delle zone umide.

