Aveva chiesto di patteggiare la pena a 1 anno e 8 mesi con la sospensione condizionale della pena, l’ex dirigente del Genio civile di Caltanissetta, Vincenzo Caruso, 66 anni, di Agrigento, per chiudere il caso che lo vede imputato di tentata concussione nei confronti dell’imprenditore di San Cataldo Dario Stincone, parte civile con l’avvocato Salvatore Baglio.
Ma la richiesta, avanzata dagli avvocati difensori Walter Tesauro e Vincenzo Caponnetto, non è stata ritenuta congrua dalla pm Claudia Pasciuti e quindi si dovrà tornare in aula ad ottobre, sempre davanti al gup Gigi Omar Modica, perché l’istanza venga riproposta con una diversa quantificazione della pena. Secondo quanto emerso dalle indagini di Procura e Carabinieri, la tentata concussione starebbe in una richiesta di 15mila euro: in sostanza Caruso aveva chiesto a Stincone di versargli quella somma per non creargli problemi burocratici in merito a un appalto che la ditta dello stesso Stincone si era aggiudicata.
Nel dettaglio si trattava dei lavori di consolidamento del viale Trieste di Acquaviva Platani. I fatti coprono un arco di tempo che va dal giugno 2019 al febbraio 2020. L’indagine era partita dopo la denuncia dell’imprenditore ed era arrivata alla svolta un anno fa con l’appli – cazione dei domiciliari per Caruso, il quale, però, dopo una decina di giorni venne rimesso in libertà dal Tribunale del riesame, su richiesta degli stessi avvocati difensori Walter Tesauro e Vincenzo Caponnetto.
Dalle carte dell’inchiesta erano emerse le richieste di denaro da parte di Caruso all’imprenditore, il quale, però, non aveva accettato di sottostare alle pretese ritenute illegittime e aveva raccontato tutto agli investigatori dell’Arma e ai magistrati della Procura nissena. Oltre che della richiesta di denaro l’imprenditore aveva raccontato pure di una richiesta – sempre da parte di Caruso – per l’affi – damento di alcuni lavori a un carpentiere di conoscenza del dirigente. In un altro caso, sempre secondo il racconto dell’imprenditore, Caruso gli aveva anche chiesto la fornitura di un kit antinfortunistico, comprese due paia di scarpe che gli erano piaciute parecchio.
Tra gli episodi emersi all’epoca del blitz e contenuti nel capo di imputazione dell’ordinanza c’è anche quello del 6 febbraio 2020 con al centro una diatriba tra l’impresa e la direzione dei lavori per chi dovesse sostenere la spesa relativa all’acquisto di alcuni materiali. E Caruso, sempre secondo la ricostruzione investigativa, aveva detto a Stincone che se questi avesse aperto un contenzioso con la direzione dei lavori lo avrebbe mangiato arrosto con una patata in bocca.

