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Rassegna Stampa. Caltanissetta, processo sul “Caporalato”: patteggiamenti e rinvii per gli imputati di Siddque Adnan

Redazione 2

Rassegna Stampa. Caltanissetta, processo sul “Caporalato”: patteggiamenti e rinvii per gli imputati di Siddque Adnan

Ven, 09/07/2021 - 10:02

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Il pakistano Mohsin Ali, 33 anni, considerato uno dei “caporali” accusato di avere contribuito allo sfruttamento di alcuni braccianti agricoli ha scelto di patteggiare la pena a 3 anni più 5.400 euro di multa.

È invece scattato il rinvio a giudizio per Shujaat Ali, 33 anni, anche lui pakistano, ma chiamato a rispondere dell’omicidio del connazionale Adnan Siddque, ucciso a coltellate a Caltanissetta la notte tra il 3 e il 4 giugno 2020. La posizione di Shujaat Ali sarà riunita a quella degli altri imputati già a processo in Corte d’assise a partire dal ottobre.

In sintesi è l’esito della “coda” del – l’udienza preliminare per l’omicidio Siddique e per i presunti casi di sfruttamento dei braccianti agricoli pakistani che aveva avuto il suo capitolo principale lo scorso 2 giugno, ma erano rimaste in sospeso le posizioni di Mohsin Ali – che risponde di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro – per il quale l’avvocato difensore Chiara Matraxia ha chiesto il patteggiamento della pena, con il consenso dei pm Chiara Benfante e Massimo Trifirò.

Per Shujaat Ali, invece, era stato chiesto un termine a difesa visto che aveva cambiato difensore proprio alla vigilia dell’udienza preliminare. I pm Benfante e Trifirò sono tornati a chiedere il rinvio a giudizio, poi disposto dal gup Santi Bologna, mentre l’avvo – cato difensore Elvira Gravagna aveva chiesto il proscioglimento. Parti civili i familiari di Adnan Siddique, il Comune di Caltanissetta, insieme al Movimento volontariato italiano (Movi) con l’avvocato Salvatore Patrì, la comunità I girasoli di Milena e alcuni ospiti della stessa con l’avvoca – to Giovanni Annaloro.

E poi anche l’associazione Proxima e alcune vittime delle presunte vessazioni degli imputati con gli avvocati Adriana Vella, Monia Giambarresi, Jennifer Guarino, Lia Minacapilli, Graziano Baglio, Marco Lomonaco e Giuseppe Orlando. L’inchiesta di carabinieri e polizia aveva consentito di ricostruire il quadro indiziario legato al delitto e ai casi di caporalato. Il 3 giugno dello scorso anno un commando di stranieri si introdusse nella casa di via San Cataldo dove viveva Adnan Siddque, che aveva 32 anni, stando alla ricostruzione della Procura.

I killer utilizzarono due coltelli, una bottiglia e un cacciavite, colpendolo ripetutamente, infliggendogli 26 ferite che lo portarono alla morte. Un agguato feroce perpetrato perché Adnan, secondo quanto emerso finora, aveva aiutato alcuni suoi connazionali che lavoravano come braccianti a denunciare episodi di sfruttamento sul lavoro.

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