«Quello che sta accadendo oggi a Caltanissetta, con riferimento allo spopolamento del centro storico e al conseguente degrado che è sotto gli occhi di tutti, è già accaduto in tante altre città. Ne ho cognizione diretta per avere svolto il mio lavoro in quelle stesse città, mi riferisco a Cremona, Cuneo, Reggio Emilia. Visto che a Caltanissetta non si riesce a trovare il bandolo della matassa e che tutti hanno una terapia diversa da proporre ma che intanto non accade nulla, perché non informarsi e usare le stesse “terapie” che hanno aiutato quelle città, o altre ancora, a risolvere il problema?».
Questo il suggerimento che il questore Emanuele Ricifari sente di rivolgere ai nisseni, dopo avere sottolineato tuttavia che a suo parere e suo malgrado – da “osservatore” arrivato a Caltanissetta da ottobre – «questa è una città poco amata dai suoi cittadini». Nel dibattito che questo giornale ha avviato per affrontare le problematiche che affliggono il centro storico e le condizioni in cui esso versa, trova autorevole parola anche il questore Ricifari, perché lui subito dopo l’insediamento ha fatto delle “passeggiate” in centro storico, per cominciare a capire in che direzione dovesse rivolgere le attenzioni sue e del personale della Questura.
«A seguito di quei “sopralluoghi” – precisa – e spogliandomi di quello che è il mio mestiere di poliziotto, ho preso atto che non mi sarei sentito sufficientemente sicuro a muovermi per le strade del centro storico intanto per un problema essenzialmente di illuminazione, poi per lo spopolamento lungo i corsi principali di molte attività commerciali, infine per il fatto che dalle 20 di sera, chiusi i negozi, il centro storico si svuota in maniera allarmante. Lungo i due corsi principali non ci sono attività di ristorazione o bar che potrebbero rappresentare, sino a tarda sera, un importante presidio con la presenza dei proprietari dei suddetti locali, del personale che vi lavora, delle persone che li frequenterebbero. Darebbero una percezione di sicurezza ben maggiore rispetto all’attuale. Riguardo poi alle condizioni di degrado che affiorano lungo i corsi principali, a me piace ricordare la teoria americana della finestra rotta, che poco alla volta, se non riparata, estende lo stato di abbandono all’edificio in cui è incastonata, e di conseguenza alle zone circostanti. Ho visto delle vetrine di ex negozi in stato di totale abbandono, vetrine sporche di cui nessuno si occupa e questo mi fa temere che questo degrado si estenderà contagiosamente alle zone circostanti. Invece l’intervento, in questi casi, deve essere tempestivo per diventare anzi punto di ripartenza».
Con il questore Ricifari affrontiamo poi il tema della sicurezza in centro storico, una delle cause che ha indotto molti nisseni a escluderlo dai loro abituali punti di incontro o addirittura di transito. «Dati alla mano – obietta il questore – ribadisco che la situazione del centro storico è assolutamente sotto controllo. Il numero di episodi che si sono verificati, che pure qualche eco (anche giustificata) possono avere avuto, non è superiore a quanto avvenuto in altre aree della città. Peraltro, considerata la densità abitativa del centro di Caltanissetta, la situazione è sicuramente molto migliore rispetto alle altre città delle stesse dimensioni, anche del nord Italia. Dobbiamo riconoscere che in centro storico riscontriamo una situazione di insicurezza da parte dei nisseni anche perché lì stazionano persone che hanno un diverso modo di vivere la strada, che poi è quella che praticavamo noi tanti anni fa, ovvero il ritrovarsi per una passeggiata, il sedersi in strada, su un gradino, che per gli ospiti del nostro Paese provenienti dall’area sud-mediterranea del Magrebo o dal Medio Oriente è un fatto assolutamente normale».
«L’intervento da mettere in campo per avviare il processo di recupero del centro storico – continua il questore – deve avere come punto di partenza quello di creare le condizioni affinché i cittadini percepiscano sicurezza nel momento in cui tornano a frequentarlo. Per cui nel momento in cui si comincia ad elaborare un progetto di rilancio, è opportuno chiedere l’ausilio di consulenti di sicurezza urbana affinché si individuino i punti cruciali dove, per esempio, creare maggiore illuminazione, dove istallare delle telecamere di videosorveglianza, dove sistemare le aiuole e le panchine, dove creare delle piccole aree-giardino per il passeggio degli animali».
L’occasione della “chiacchierata” con il questore è propizia per fare il punto sull’ordine pubblico in città. «Rispetto al contesto dell’intera provincia e del contesto siciliano – spiega il dott. Ricifari – Caltanissetta non è una città che ha grandi problemi. Ne ha di carattere socio-economico ma non collegati ad una criminalità diffusa sfuggita al controllo delle Istituzioni. Si verificano fatti a volte anche eclatanti, ma questi fatti vengono isolati e controllati in maniera abbastanza efficace da parte delle forze dell’ordine con risposte abbastanza tempestive, anche da parte dell’assetto complessivo istituzionale della Giustizia. Di certo ci sono degli elementi che rendono necessario mantenere alta la guardia».

