Salute

Scuola: lezioni fino fine giugno. Regioni, ripartenza graduale

Redazione

Scuola: lezioni fino fine giugno. Regioni, ripartenza graduale

Sab, 19/12/2020 - 19:51

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Io voglio riaprire le scuole ma occorre considerare che ad inizio gennaio avremo contemporaneamente il picco dell’influenza, la campagna delle vaccinazioni e la riapertura della scuola… Ci sono garanzie? La domanda durante l’incontro tra le Regioni e il governo sulla scuola l’ha posta, secondo quanto viene riferito, il presidente del Veneto Zaia. Sulla stessa lunghezza d’onda Bonavitacola, il vice di De Luca in Campania ed altri presidenti di regione. Preoccupa il numero dei contagi.

Da qui i dubbi sulla possibilita’ di riaprire gli edifici scolastici il 7 gennaio. L’obiettivo comune di governo e regioni e’ comunque di lavorare a delle soluzioni, magari a delle linee guida da condividere. E l’idea dei governatori e’ quella di ricominciare con non piu’ del 50% in presenza. Dunque almeno il 50% da casa (alcuni hanno proposto anche il 75%). Ci dobbiamo preparare, e’ stato il ragionamento del governo, poi vedremo il numero dei contagi e se ci sara’ un’impennata si rivedranno i piani. L’ala ‘rigorista’, rappresentata dai ministri Boccia e Speranza, sta lavorando al ‘dossier’, tenendo conto dei dati epidemiologici e delle varie criticita’.

E’ il responsabile della Scuola Azzolina a spingere. Gli altri esponenti dell’esecutivo, tra questi il titolare dell’Interno Lamorgese, sono d’accordo sull’importanza di rispettare la data del 7 gennaio ma con la premessa che occorre risolvere ogni nodo prima di dare il via libera incondizionato. Considerando ovviamente quale sara’ la curva. Le risorse sui trasporti ci sono, la rassicurazione che avrebbe fornito il ministro De Micheli. Tra l’altro si punta ad un allungamento della didattica scolastica fino a a fine giugno. “Occorre concertare le soluzioni con istituti e territori”, la richiesta dell’associazione nazionale presidi.

Il tema della scuola, chiuso il capitolo sul decreto legato alle misure di Natale, e’ diventato la priorita’ da affrontare per l’esecutivo. Il 7 gennaio non e’ lontano. La necessita’ e’ quella di costruire una rete di protezione, studiare ogni tipo di soluzione per far si’ che la ripartenza avvenga in sicurezza. Da qui l’importanza di un percorso ad hoc per il tracciamento delle Asl, di ulteriori fondi aggiuntivi per il trasporto pubblico, di orari differenziati, con l’eventualita’ di turni pomeridiani. Si lavorera’ ad un documento condiviso.

“Oggi e’ stata una riunione di coordinamento”, ha spiegato Boccia che ha chiamato all’appello ministri e governatori. “Tutto cio’ che ruota intorno va disciplinato in base alle esigenze locali”, ha sottolineato in conferenza stampa il premier Conte. Ieri durante una pausa del Cdm Azzolina, Boccia e De Micheli si sono incontrati per affrontare le problematiche. “Mi hanno informato che i tavoli presso i prefetti stanno funzionando molto bene”, ha osservato il presidente del Consiglio. A quei tavoli ci sono anche i rappresentanti delle regioni ma devono essere gli uffici scolastici a garantire sulla flessibilita’.

Le regioni chiedono una ripartenza graduale. Al massimo al 50% in presenza, non di piu’. Con l’invito all’esecutivo a correggere il Dpcm che parla del 75%. Oppure – ma questa e’ una ‘exit strategy’ non condivisa da alcuni governatori – di agire attraverso deroghe. Le regioni possono infatti ‘stringere’, attraverso ordinanze ad hoc. Ma la maggior parte dei presidenti chiede che ci sia una linea nazionale, che non ci siano differenze a livello regionale.

“Nessuno tifa per non riaprire”, osserva Zaia. “Occorre muoversi guardando a due parametri imprescindibili: la sicurezza sanitaria ed il quadro epidemiologico da un lato, la sostenibilita’ del trasporto pubblico locale dall’altro”, rilancia Bonaccini, “andiamo avanti con determinazione”. L’imperativo e’ evitare stop and go. “L’importante sarebbe partire e non avere il timore di richiudere”, dice il presidente della Conferenza Stato-region

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