Salute

Sicilia, Asilo nido: Regione fanalino di coda per disponibilità

Redazione 2

Sicilia, Asilo nido: Regione fanalino di coda per disponibilità

Lun, 09/11/2020 - 08:15

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L’Italia è ancora lontana dagli obiettivi europei in tema di offerta educativa per la prima infanzia.

Attualmente il servizio è erogato quasi a metà da strutture pubbliche e da strutture private, con profonde differenze sul territorio nazionale.

A fronte di uno standard europeo stabilito in 33 posti in asilo nido ogni 100 bambini sotto i 3 anni, il nostro paese, nonostante un miglioramento registrato negli ultimi anni, si ferma infatti a 24,7.

Un divario superiore agli 8 punti percentuali. E’ quanto emerge da una ricerca di Openpolis e Con i Bambini su dati Istat.

Ma com’è articolata oggi in Italia? Attualmente 12,6 posti ogni 100 minori tra 0 e 2 anni sono offerti da strutture pubbliche (generalmente gestite direttamente dai comuni), e altri 12,1 ogni 100 sono erogati in strutture private.

Queste ultime, attraverso convenzioni attivate con i comuni, possono accogliere anche bambini inseriti nelle graduatorie pubbliche. Vediamo com’è distribuita l’offerta sul territorio nazionale.

A livello nazionale, è il pubblico ad offrire il numero più elevato di posti.

Quest’ultimo ne garantisce infatti 181.526 (il 51,2%) a fronte dei 173.115 (48,8%) messi a disposizione dai privati.

Ammonta a 354.641 il numero di posti totali nei servizi educativi per la prima infanzia disponibili in Italia (dati 2017).

Analizzando i dati a livello regionale, si nota che solo quattro regioni italiane riescono a superare l’obiettivo europeo di 33 posti ogni 100 bambini. Sono la Valle d’Aosta (47,1%), l’Umbria (41,1%), l’Emilia Romagna (38,1%) e la Toscana (35%).

Agli ultimi posti invece Calabria (10,1%), Sicilia (9,8%) e Campania (8,6%).

I risultati migliori si raggiungono dove l’offerta pubblica è più elevata. La Valle d’Aosta infatti è anche la regione con la più alta percentuale di copertura di posti pubblici (29,1%). Seguono Emilia Romagna (27,3%), Toscana (19,9%), Umbria (18,6%) e Trentino Alto Adige (17,8%).

Delle prime 5 regioni italiane per livello di copertura, l’Umbria è l’unica con una maggioranza di offerta privata (22,5%). Tre su 4 regioni che superano il 33% hanno un’offerta prevalentemente pubblica.

Allo stesso tempo, nessuna arriva al 33% senza offerta privata.

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