AGRIGENTO – La Direzione distrettuale antimafia di Palermo, a distanza di venti anni dall’omicidio, ha disposto l’iscrizione nel registro degli indagati di tre persone, di Favara, in provincia di Agrigento, nell’ambito dell’inchiesta sul delitto del piccolo Stefano Pompeo, 12 anni da compiere, ucciso il 22 aprile 1999 per errore durante un agguato mafioso, mentre andava al Villaggio Mose’, frazione di Agrigento, a comprare il pane insieme ad un amico del padre a bordo di una jeep. Si tratta di tre favaresi – i fratelli Pasquale e Gaspare Alba e Vincenzo Quaranta – che sono sospettati di avere materialmente sparato con l’obiettivo di uccidere l’uomo che guidava l’auto colpendo per sbaglio il bimbo che, forse, non avrebbero neppure visto per l’oscurita’. L’indagine, tanti anni fa, aveva avuto nuovo impulso dopo la collaborazione, nel 2006, dell’ex capo di Cosa Nostra agrigentina Maurizio Di Gati. Nelle ultime settimane, i pm hanno sentito il nuovo collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta che, comunque, avrebbe dato un impulso non decisivo alle indagini. Sarebbe, pero’, arrivata una conferma a un’ipotesi investigativa che, adesso, i magistrati stanno cercando di approfondire delegando, come primo passo, la squadra mobile di Agrigento per gli interrogatori. Il caso e’ tornato alla ribalta lo scorso aprile grazie alla proiezione di un docufilm scritto e diretto dal giornalista Gero Tedesco.
Mafia: bimbo ucciso per errore, svolta nelle indagini dopo 20 anni
Ven, 12/07/2019 - 17:14
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