Controlli in tutt’Italia: 22 attività chiuse o sospese, 128 tonnellate di cibo sequestrate. Ia ministra Grillo: “A tutti piace il sushi, ma le regole valgono per tutti”
Chi ama i sapori esotici concedendosi di tanto in tanto un pranzo o una cena in un ristorante etnico farebbe bene ad accertarsi che il locale scelto rispetti tutti i requisiti in materia di salute pubblica: i controlli effettuati dai Nas dei carabinieri in questi giorni hanno accertato irregolarità in 242 strutture in tutta la Penisola, quasi la metà dei locali ispezionati. In particolare i militari hanno trovato cibi scaduti, scongelati e ricongelati, mancato rispetto delle norme igieniche, etichette incomprensibili, importazioni vietate.
In una serie di controlli a tappeto – nei locali ma anche nei depositi di alimenti provenienti dall’estero – i carabinieri dei nuclei antisofisticazione hanno accertato irregolarità in 242 strutture, ovvero quasi la metà dei locali ispezionati. L’incidenza è maggiore nel settore della ristorazione, specie negli ‘all you can eat’: nel 48% dei locali sono state trovate irregolarità. Il bilancio finale vede la chiusura o la sospensione di 22 attività, mentre sono state riscontrate 477 violazioni di legge e sequestrate 128 tonnellate di cibo.
LA MINISTRA GRILLO – “Ben vengano le cucine etniche, a tutti piace il sushi, ma ‘all you can eat’ non può fare rima con rischio di intossicazione alimentare: le regole valgono per tutti. Non si mette a rischio la salute dei cittadini con pratiche illegali per mantenere i prezzi stracciati”, ha commentato la ministra della Salute Giulia Grillo. “Spesso manca la conoscenza del nostro sistema di regole che è tra i più avanzati a livello mondiale e su questo bisogna lavorare – ha aggiunto – grazie ai nostri Carabinieri del Nas che fanno luce su un settore in grande espansione e richiamo soprattutto per le generazioni più giovani. A tutela di tutti sia ben chiaro che etnico non deve far rima con fuorilegge”.
CHI MANGIA ETNICO? – Secondo la Coldiretti è importante l’operazione dei Nas per garantire la salute dei cittadini, visto che un italiano su tre (32%) consuma prodotti etnici regolarmente o almeno alcune volte durante l’anno.
Nella maggior parte dei casi, sottolinea la Coldiretti, si tratta di prodotti importati dall’estero con livelli di sicurezza più bassi rispetto a quelli nazionali. Non a caso i cibi stranieri importati in Italia hanno provocato quasi un allarme alimentare al giorno nel 2018, secondo le elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf).
Sul totale dei 398 casi di allerta che si sono verificate in Italia, conclude la Coldiretti, solo 70 (17%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 194 provenivano da altri Paesi dell’Unione europea (49%) e 134 da Paesi extracomunitari (34%).
Rassegna stampa – fonte Quotidiano.net