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Dal Mortorio dei Gesuiti fino ‘A Scinnenza di A.Te.Pa. La tipicità delle Sacre Rappresentazioni dei “Misteri” nisseni

Michele Spena

Dal Mortorio dei Gesuiti fino ‘A Scinnenza di A.Te.Pa. La tipicità delle Sacre Rappresentazioni dei “Misteri” nisseni

Sab, 21/10/2017 - 16:24

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La tradizione delle sacre rappresentazioni a Caltanissetta è molto antica. I primi cenni storici risalgono al 1780. Durante queste manifestazioni, che si svolgevano davanti la chiesa di San Domenico nei 4 venerdì di Quaresima, a interpretare Gesù flagellato era un membro del clero. Queste rappresentazioni, secondo quanto riportato nei testi di Michele Alesso, Canonico Pulci e Giuseppe Pitré, proseguirono fino al 1860. Non si conoscono i dettagli che hanno portato alla sospensione dei rituali ma l’ipotesi più probabile la ricollega alla cacciata della confraternita  dei Gesuiti “di la Bammina” , principali organizzatori delle rappresentazioni.

I Misteri sono stati ripresi nel 1957 su proposta di Vincenzo Scuderi, direttore dell’istituto salesiano. In quegli anni il “Mortorio”, che fedelmente portava in scena le parole del Vangelo, è stato battezzato con il nome ancora oggi utilizzato: “’A Scinnenza”. Il Venerdì Santo, a rappresentare Gesù non c’era un uomo ma quel crocifisso tuttora esposto all’interno della chiesa Sacro Cuore. L’opera “Il riscatto di Adamo”, scritta da Filippo Orioles, metteva in evidenza come il sacrificio di Gesù abbia consentito all’uomo, identificato con il suo capostipite Adamo, di potersi liberare dal peccato originale. Un copione dal linguaggio ottocentesco con termini poco comprensibili dai cittadini comuni ma dalla forte valenza simbolica.

Nel 1972 alla manifestazione, acquisita da Aldo Riggi e dalla compagnia teatrale “I discepoli”, vengono   aggiunti diversi fattori innovativi che ne hanno migliorato la qualità senza alterare la tradizione. Tra questi  l’entrata in scena un attore per il ruolo Gesù e l’uso del playback.

La rappresentazione, che negli anni torna a essere un appuntamento fisso, cambia nuovamente abitudini spostandosi, il Sabato Santo, nella coreografica e suggestiva scalinata Lo Piano.  C’è chi, addirittura, ricorda il momento della Risurrezione scenograficamente rappresentato con l’ausilio di fuochi d’artificio. Questa gestione è andata avanti fino al 1998 quando la tradizione subisce un’altra battuta d’arresto.

Bisogna arrivare agli inizi del 2000 per vedere riaccendersi in città il fervore religioso che circonda questa manifestazione. La compagnia “I nuovi discepoli”, come si può evincere dal nome scelto, non ha voluto stravolgere le tradizioni religiose che da secoli hanno connotato la città ma raccoglierne l’eredità. Proprio per avviare le procedure di valorizzazione di queste rappresentazioni, e regalare ai Misteri la visibilità che hanno sempre meritato, nel 2004 è stata costituita l’Associazione Teatro della Parola (A.Te.Pa).

Una serie di scelte di tipo organizzativo e spirituale hanno spinto la Curia e la compagnia teatrale a suddividere la rappresentazione in momenti e ambientazioni diverse. Al netto rifiuto della gruppo di usare un teatro al chiuso, ritenendo la scelta non aderente alla tradizione cittadina di “teatro di piazza”, è stata preferita un’alternativa che, di fatto, ha reso l’evento molto più suggestivo: un palcoscenico diffuso. Gli attori, la banda musicale e i cavalli adesso sfilano e recitano lungo tutto il Centro Storico delineando un virtuale triangolo delimitato da stazioni scenicamente nevralgiche: la chiesa di Santa Croce (Badia) e le scalinate Silvio Pellico e Lo Piano. A queste tre location ne va aggiunta un’altra che, al momento, continua a essere itinerante: quella nella quale si svolge la rappresentazione storica dell’Ultima Cena.

Con l’aggiunta di questi tre appuntamenti, il Lunedì, il Martedì e la Domenica di Pasqua, Caltanissetta completa la lunga maratona di eventi che volutamente, “salta” il Sabato. Questo giorno, secondo i dettami della Chiesa, va dedicato all’intima e individuale riflessione interiore.

L’associazione A.Te.Pa ha compreso la ricchezza culturale del territorio nisseno. “Non si tratta soltanto dei testi, resi in un linguaggio più comprensibile per il pubblico, della recitazione adesso fatta dal vivo o dell’approfondimento psicologico dei personaggi – ha sottolineato il vicepresidente A.Te.Pa Piero Carà -. Quello al quale aspiriamo è affermare  la tipicità dei Misteri nisseni”.

Una caratteristica confermata anche dal  Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha incluso le rappresentazioni di questa associazione nel catalogo del patrimonio archeologico, architettonico, storico artistico e demoetnoantropologico nazionale. “Questo ci impone il mantenimento di elevati standard di qualità – ha commentato la presidentessa A.Te.Pa Concetta Cataldo -. Un’impresa talvolta ardua dato che i finanziamenti pubblici sono sempre più esigui e bisogna andare alla ricerca di sponsor privati”.

A.Te.Pa. non si è fermata e ha proseguito puntando verso obiettivi sempre più ambiziosi ma realizzabili. L’associazione è diventata membro attivo di Europassion ed Europassione per l’Italia, realtà che aggregano circa 80 associazioni dislocate in 15 Paesi europei e che mirano ad annunciare il messaggio di Cristo attraverso la Rappresentazione della Passione.

Per accendere i riflettori sulla realtà nissena e portarla alla ribalta è utile sfruttare tutti i canali disponibili e coinvolgere il maggior numero di persone. A.Te.Pa., in questa ottica, si è proposta e ha ottenuto di poter ospitare la XIII assemblea Europassione per l’Italia. Un appuntamento che si svolgerà a Caltanissetta dal 29 settembre al 1 ottobre 2017.

C’è un altro riconoscimento ambito dall’associazione e per il quale è stato già avviato l’iter: si tratta della proposta di candidatura al patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO nella categoria Passioni di Cristo in Europa.

Un “fiore all’occhiello” che potrebbe stimolare la realizzazione di un redditizio indotto turistico – culturale di cui beneficerebbe l’intero territorio nisseno.

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