CALTANISSETTA – Principe rosso della scuola nissena, il Professor Gaetano Castello, docente di matematica e fisica e maestro di generazioni di nisseni che ci ha lasciati ieri, dopo una lunga e fruttuosa esistenza dedicata alla scuola e alla politica, con uguale passione ed entusiasmo.
Se i grandi avvocati sono Principi del Foro, un grande docente come Gaetano Castello è stato senza dubbio un Principe della Cattedra, prestigioso docente del Liceo Scientifico nisseno, elegante ed arguto nel portamento e nel tratto, principesco nella profondità delle sue competenze professionali, che riusciva a comunicare ai suoi studenti con cartesiana chiarezza e distinzione, rendendo digeribili, con un po’ di attenzione, anche le astruserie più vertiginose della sua disciplina.
Uno di quei professori che ti fanno crescere anche con dosi massicce di adrenalina, scatenata dal dover sostenere le sue interrogazioni, fatte non solo di teoremi e formule, ma soprattutto guidate dal suo sguardo penetrante e indagatore, capace di leggere il linguaggio non verbale delle insicurezze e dei timori, che bisognava superare senza sconti.
Lontano mille miglia dalle aridità che gli stereotipi attribuiscono ai professori di matematica, era un uomo di grandi passioni: lo sport (che lo avvicinava ai suoi ragazzi) e la politica, dalla parte degli ultimi, comunista fin dal dopoguerra, quando fare la scelta della sinistra di opposizione non portava certamente vantaggi a chi lavorava nella scuola. La scuola delle “note di qualifica” con cui i presidi tenevano in pugno i docenti, valutandone anche gli atteggiamenti personali ed i comportamenti pubblici.
Ma a un professore come lui nessun preside avrebbe potuto eccepire nulla: il suo lavoro qualificava la scuola ed ha onorato, per tutta la vita, la professione docente. Anche per come sapeva incoraggiare i giovani, a volte apparentemente burbero, ma sempre sensibile e solidale, pronto a riconoscere e a valorizzare il merito.
Eletto Consigliere Provinciale per diverse legislature, nelle liste del Partito Comunista, si è speso con passione anche nelle istituzioni locali, seguendo con competenza tutta politica le questioni scolastiche e sociali, sempre battagliero sul fronte dei diritti, rigoroso nella difesa degli ultimi, come se fosse alle prese con un teorema dalla dimostrazione universale e necessaria.
Aveva comunicato la sua passione civile anche in famiglia, come pochi sanno fare, controcorrente anche in questo: la moglie, Antonietta Franzone, amatissima fino alla devozione, aveva scelto l’impegno nel sociale, nella Consulta Femminile Comunale, determinata nella battaglia per i diritti delle donne e dell’infanzia, trovando in lui incoraggiamento e condivisione.
Così come entrambi sono stati impegnati nella militanza politica: co-fondatori e dirigenti, per anni, della Sezione “Faletra” del PCI, uno dei luoghi più significativi della politica nissena, da cui sono passate diverse generazioni della sinistra, quando questo termine indicava dei connotati ben più impegnativi rispetto all’oggi.
Ha saputo farsi apprezzare a 360°, senza discriminanti politiche, persino, forse, più dagli avversari, che ne hanno sempre riconosciuto la correttezza, l’onestà intellettuale, il disinteresse nell’impegno politico.
Sono ancora attualissimi questi valori, anche se oggi vengono praticati con una diversa “disinvoltura”.
Grazie Professore, non sarà facile conoscere un altro Principe Rosso come Te!
Fiorella Falci

