CALTANISSETTA – Saranno esposti al museo archeologico di Caltanissetta fino al 14 giugno gli oltre 100 pezzi recuperati dalla Squadra mobile della Questura di Caltanissetta in due distinte operazioni di contrasto al mercato clandestino dei reperti archeologici, coordinate da Giovanni Giudice, capo della Squadra mobile.
Tra i reperti sequestrati ai trafficanti (che li avevano collocati in depositi provvisori nelle campagne di Gela e di Caltanissetta) spiccano le statuette votive databili tra il V e il IV sec. a. C., di fattura siceliota, provenienti quasi certamente da una stipe votiva, deposito collocato all’interno di un luogo di culto in cui venivano riposti gli oggetti sacri (offerti in voto alle divinità, probabilmente Demetra e Kore) dopo la cessazione della funzione religiosa del tempio stesso.
Importante la collaborazione della dirigente del museo Rosalba Panvini – alla quale sono stati affidati i reperti recuperati- e del suo staff nell’esame degli stessi reperti, che ha condotto ad una datazione degli stessi e all’individuazione anche di alcune statue false.
Illustrate nel corso di una conferenza stampa, alla quale hanno preso parte la dirigente del museo archeologico Panvini, il capo della Squadra mobile Giudice ed alcuni reppresentanti delle forze dell’ordine coinvolte nelle operazioni, le fasi del recupero degli oggetti. Ma ci sono ancora indagini in corso e dunque ulteriori dettagli saranno resi noti nei prossimi mesi.
“Il valore di questa operazione e della mostra allestita oggi – ha detto Giovanni Giudice – è molto alto. Ora stiamo cercando di puntare la nostra attenzione sul mercato clandestino dei reperti archeologici e sulle associazioni criminali che operano in Sicilia. Sappiamo che ci sono gruppi di questo genere molto attivi a Gela, da dove vengono sottratti con scavi illegali reperti che vengono poi immessi sul mercato e finiscono chissà dove, portando ad un depauperamento dell’immenso patrimonio archeologico siciliano”. Sottolineato dal dirigente della Mobile che spesso non si presta la dovuta attenzione a contrastare le attività illecite in un settore che è molto lucroso per le organizzazioni criminali. “Le indagini – ha ricordato Giudice – sono state coordinate dalla Procura di Caltanissetta e si punta adesso a fare di più, divulgando con questa mostra e grazie alla sinergia con il museo e la dottoressa Panvini l’importanza del tema della legalità sulla tutela del patrimonio archeologico.
“L’iniziativa – ha detto la dirigente del Servizio museo interdisciplinare Rosalba Panvini – di coniugare cultura e legalità è fondamentale ed il coinvolgimento della Camera di Commercio, tramite la grande disponibilità del presidente Antonello Montante, rafforza la rete di sinergie necessarie per portare avanti i discorsi sulla legalità, che è anche cultura nel momento in cui si comprende che deve essere sempre legale la fruizione del patrimonio culturale, che appartiene alla collettività, e che non può essere sottratto e rivenduto ai privati”.
Per rafforzare il significato dell’iniziativa la si è voluta legare alla “Notte dei Musei”, edizione 2011 della manifestazione nazionale che ha coinvolto i musei di tutta Italia e che a Caltanissetta ha visto la partecipazione di oltre 400 ragazzi, che hanno dato vita a numerose iniziative culturali all’interno del museo di Caltanissetta.
In particolare, hanno reso omaggio ad alcuni tra i più noti e preziosi reperti conservati nella struttura museale nissena (tra cui l’antico elmo cretese ritrovato nel sito di Polizzello, vicino Mussomeli) gli studenti del liceo artistico “Filippo Juvara” di San Cataldo: le classi terze, quarte e quinte del corso dei Beni culturali dello Juvara, coordinati dai docenti Giuseppina Riggi e Calogero Barba, hanno realizzato diverse opere, con tecniche varie, dalla pittura alla modellazione, alla grafica alla tecnica mista con uso di materiali tecnologici.
Tra i soggetti anche le celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia ed alcune targhe celebrative della giornata raffiguranti la Gorgone, che sono state donate al museo.


