I dati del recente rapporto della Banca d’Italia sull’economia siciliana certificano, ancora una volta, la condizione di marginalità in cui versa la provincia di Caltanissetta. Un territorio che, nonostante le potenzialità, continua a rimanere indietro su tutti i principali indicatori economici e sociali.
Il Partito Democratico provinciale esprime una forte preoccupazione per la condizione in cui versa l’economia del territorio, segnata da un quadro di fragilità sempre più evidente. La provincia di Caltanissetta si confronta con una debolezza strutturale del proprio tessuto produttivo, testimoniata da un tasso di natalità d’impresa tra i più bassi dell’intera regione e da una presenza pressoché marginale di start-up innovative. A questo si aggiunge una pressoché totale assenza di investimenti tecnologici avanzati e un limitato radicamento dei processi di innovazione, che escludono il territorio dai principali circuiti di trasferimento tecnologico e brevettuale.
La situazione è stata ulteriormente aggravata dagli effetti della grave siccità del 2024, che ha determinato un drastico calo della disponibilità idrica per l’agricoltura, acutizzando la crisi già in atto del comparto primario. A ciò si somma un quadro sociale preoccupante, segnato da livelli ancora elevati di disoccupazione e da un progressivo spopolamento: la popolazione attiva continua a ridursi e i giovani, in particolare quelli più qualificati, sono costretti ad abbandonare la provincia in cerca di opportunità altrove.
“Davanti a questo scenario – commenta il Segretario provinciale del Partito Democratico Renzo Bufalino – non possiamo più permetterci immobilismo né approcci emergenziali. Serve un piano straordinario per la provincia di Caltanissetta, che parta dagli investimenti infrastrutturali, rilanci la missione educativa, stimoli l’impresa e ridia fiducia ai nostri giovani. Il PD della provincia di Caltanissetta chiede alla Regione Siciliana e al Governo nazionale una maggiore attenzione verso i territori interni e l’avvio immediato di una strategia integrata di sviluppo che coinvolga sindaci, forze sociali, mondo della formazione e sistema produttivo. Non servono più convegni, ma decisioni!”