Salute

“Squilibrio di Genere e Negazione Diritti Umani”, incontro alla Casa Circondariale di Caltanissetta

Michele Spena

“Squilibrio di Genere e Negazione Diritti Umani”, incontro alla Casa Circondariale di Caltanissetta

Lun, 13/04/2015 - 11:11

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PosterCALTANISSETTA – Il Presidente di Mete Onlus, Giorgia Butera in collaborazione con Antigone Sicilia ed il Suo Presidente, Pino Apprendi, hanno intrapreso un percorso comune per una serie di incontri all’interno degli Istituti Penitenziari siciliani.

Giorno 15 Aprile 2015 avverrà il secondo appuntamento previsto in calendario e si terrà al Carcere di Caltanissetta. Il Titolo è :“Squilibrio di Genere e Negazione Diritti Umani”.

L’incontro è inserito all’interno delle diverse attività, previste sia su territorio italiano sia estero, della campagna di sensibilizzazione “Sono Bambina, Non Una Sposa”, ideata dalla sociologa palermitana Giorgia Butera, insieme ad Alessandra Lucca (Autrice dello scatto) e Federica Simeoli.

Spiega Giorgia Butera: “Riteniamo importante, aprire spazi di dialogo e confronto in ogni contesto possibile; soprattutto in quei luoghi dove l’affermazione e la tutela dei diritti umani devono essere maggiormente salvaguardati.

Giorgia Butera

Giorgia Butera

Si parlerà di crescita naturale del bambino, squilibrio di genere uomo/donna, diritto all’istruzione e, naturalmente della campagna di sensibilizzazione “Sono Bambina, Non Una Sposa”. Siamo felici del percorso comune con Antigone Sicilia ed il suo Presidente, Pino Apprendi. Insieme per i diritti umani ed una grande battaglia di civiltà”. Sarà presente all’incontro l’avvocato Liliana Abenavoli.

La campagna di sensibilizzazione “Sono Bambina, Non Una Sposa” è stata realizzata gratuitamente da un gruppo di professioniste impegnate in contesti di cooperazione, studio, attivismo e comunicazione.

La campagna è partita giorno 21 Settembre 2014, quando il giornale di Onu Italia ha postato il nostro manifesto con i relativi credits in occasione della giornata di alto livello sul tema dei matrimoni precoci e forzati, tenutasi a New York.

La bambina del manifesto si chiama Ezra, è tunisina, ha 4 anni e vive ad Augusta (Sicilia) con la propria famiglia.  “Noi desideriamo informare, educare, sostenere, aiutare, condurre campagne di prevenzione, sensibilizzare tutte le comunità del mondo sul tema dei matrimoni precoci e forzati. Siamo convinte che il sapere diffuso e condiviso, per quanto riguarda la condizione dei diritti umani negati, possa contribuire ad una presa di consapevolezza utile ad un fenomeno di cambiamento. E per noi è importante che la nostra campagna venga sostenuta e finanziata sia a livello istituzionale, ma anche da privati. Vorremmo recarci nei prossimi mesi in alcuni Paesi ed operare in prima linea in territori particolarmente offesi dal fenomeno”.

Giorgia Butera: “La campagna nasce in seguito al mio ultimo testo pubblicato, sono sociologa ed attivista sociale. Il testo uscito nel mese di Giugno, dal titolo: “Per quanto mi riguarda, ho fatto la mia scelta” fotografa la condizione della donna in ambito internazionale. In occasione delle varie presentazioni mi sono resa conto che ponevo l’accento sempre più nei confronti delle spose bambine ed aborti selettivi.

L’Italia è dalla parte delle spose bambine: vittime di una violazione dei diritti umani che ne limita l’istruzione delle giovanissime donne e provoca danni alla loro salute fisica e emotiva. La campagna si è diffusa rapidamente sul web, divenendo virale. Due pagine sui social dedicate: Facebook e Twitter.

Sono pagine attive ed interattive, dove chiunque lascia il proprio contributo ampliando la conoscenza dell’argomento, sembrano essere diventate delle Agorà di respiro mondiale su una tematica altamente delicata.

Kone Tuadigui Oumar, originario della Costa d’Avorio, scrive: “La migliore campagna di sensibilisazione che ho conoscuito è questa. Include i diritti umani. Diffende i piu deboli e svantagiati. La cosa bella è che l’idea vienne da una donna nata e cresciuta in una società moderna dove la civilisazione è molto emancipata, dovè i diritti umani sono in primo luogo. Brava Giorgia Butera per l’idea”.

 Abbiamo iniziato a documentare visivamente, attraverso testimonianze dirette, storie di chi è stato vittima di un matrimonio forzato. Alcune sono state più facili, come Amrita, 51anni delle Mauritius. Per lei è già passato molto tempo ed il suo ricordo è stato meno doloroso. Aja, 23enne del Mali, non ha voluto mostrare il suo volto per la paura di essere riconosciuta per eventuali ritorsioni. Mediaticamente e’ una campagna efficace, gli articoli si susseguono, pur senza un intervento diretto del Team.

Diverse le Lettere di Encomio Ricevute dalle più alte Cariche dello Stato, citiamo quella dell’Ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Il suo lavoro e quello delle sue amiche va nella direzione giusta per portare all’attenzione della pubblica opinione questi problemi”.

Giorno 9 Dicembre 2014 a Palazzo della Minerva, Sede degli Atti Parlamentari, Senato della Repubblica, è avvenuta la presentazione della Campagna. Sono intervenute, tra gli altri: la Vice Presidente del Senato, Valeria Fedeli ed Isabella Rauti, Presidente dell’Associazione HOW e Consigliere del Ministro dell’Interno per le politiche di contrasto alla violenza di genere, sessuale e del femminicidio. Così, afferma la Senatrice Fedeli: “Sosterremo il progetto e la circolazione della campagna coordinandola con le azioni internazionali contro i matrimoni forzati cui partecipa già il Governo Italiano. Chiediamo anche al Sistema dell’Informazione, Servizio Pubblico e Non, di seguire con attenzione la campagna in oggetto”. La Rauti: “Partendo dalla volontà di fare informazione e di voler sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così ancora terribilmente attuale, dobbiamo adoperarci affinche’ aumenti il livello di alfabetizzazione sociale nei Paesi dove ancora vigono questi riti ‘tribali’ e lesivi della dignità umana e dei diritti umani e dell’Infanzia”.

Il Sottosegretario all’Istruzione, Onorevole Davide Faraone attraverso una nota ha fatto sapere che la campagna sarà strutturata insieme al Ministero per ciò che concerne l’intervento nelle scuole italiane.

La campagna e’ stata candidata al Premio San Bernardino considerata tra le migliori campagne creative prodotte nell’ambito del No Profit tra Novembre 2013 e Ottobre 2014 ed è candidata, pertanto, a vincere il  Premio San Bernardino che si terrà a Roma il 18 dicembre p.v. all’Università LUMSA di Roma.

Il Premio San Bernardino – giunto quest’anno alla sua XII edizione – nasce grazie a una intuizione del vescovo di Massa Carrara, monsignor Giovanni Santucci, con l’obiettivo di generare una riflessione su come la pubblicità che veicola un messaggio etico possa svolgere una funzione sociale positiva e di impatto.

Ed in occasione del Premio San Bernardino, il Presidente Contri di Pubblicità Progresso ha invitato noi a seguire l’iter per la richiesta di patrocinio, avendone i requisiti.

Il nostro messaggio vuole essere chiaro, semplice e costruttivo. “Stop Spose Bambine. Stop Matrimoni Precoci e Forzati”. La scelta di contrarre matrimonio o qualunque forma di unione sentimentale-sessuale deve appartenere al libero arbitrio, frutto di libertà personale”.

E’ nostro interesse, stiamo lavorando per questo, acciocchè il manifesto venga adottato da quanti più Organi possibili. La Campagna è stata Patrocinata dall’Anfe – Associazione Nazionale Famiglie Emigrati. Il Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, per l’area Diritti Umani ha inviato lettera di apprezzamento. La Campagna di Sensibilizzazione “Sono Bambina, Non Una Sposa”, ha intrapreso l’azione di Partneriato con l’Associazione Hands Off Women. Abbiamo deciso che la nostra prima missione sarà effettuata in Kenya entro il 2015, in partneriato con la Hands Off Woman. La nostra logista sul territorio è Simona Malvassori, italiana ma malindina di adozione. Abbiamo avviato l’organizzazione su territorio italiano di incontri negli SPRAR, nelle scuole ed Istituti Penitenziari. La campagna sarà presente all’Expo il 4 Luglio 2015 all’interno dello Spazio Woman, in occasione di una conferenza tra donne del Mediterraneo. Il 28 Febbraio 2015 Giorgia è stata invitata ad intervenire alla “Leopolda Siciliana. Sicilia 2.0”. Il manifesto è già stato tradotto in: francese, spagnolo, portoghese, arabo, inglese. Il nostro Team si sta allargando, un giurista esperto di diritto internazionale è entrato a far parte della squadra, altri ingressi sono Antonio Conticello – regista e produttore- , Remo Sabatini – fotografo naturalista, esperto di squali bianchi in Sud Africa- e, Valentina Vivona – Psicologa SPRAR -.

All’estero abbiamo avviato una serie di rapporti, alcuni istituzionali. Siamo entrate con ampia diffusione in Kenya ed Albania, all’interno del Collegio Turco di Tirana. Altri paesi come la Costa d’Avorio, stanno seguendo con interesse la nostra campagna. Simonetta Lein, artista a livello internazionale, produrrà dei Murales nella città di Philadelphia con alcune storie da noi documentate. Una potenza visiva non indifferente.

La nostra campagna sarà presto oggetto di tesi di laurea, Enrica Alemanno, laureanda in cultura araba all’Università degli Studi di Bari, dopo aver letto della nostra campagna nel settimanale femminile Gioia ha deciso di affrontare la questione dei matrimoni precoci e forzati.

La campagna e’ promossa dall’associazione Mete – Multiculturalism Earth, Territory, Education.

Promuoviamo cultura di pace, tutela dei diritti umani e rispetto dignità della persona, senza porre alcuna distinzione di genere.
Al centro della nostra missione è intraprendere dialogo costante con delegazioni di altri Paesi, partendo dalle Ambasciate ed, associazioni territoriali, dove maggiormente la negazione dei diritti umani è dominante. Avendo attenzione anche nei confronti del nostro territorio.
Intendiamo documentare attraverso ogni strumento la realtà, realizzando reportage fotografici, dossier, video, monitoraggio, mostre, ricerca ed analisi nel campo e quant’altro possa essere utile alla conoscenza dei fatti.
Le scuole sono il nostro inizio divenendo nel tempo il nostro futuro.

Il diritto all’istruzione deve essere garantito per tutti. “Per Gli Uomini, La Libertà Nella Propria Terra È L’apice Delle Proprie Aspirazioni”. Nelson Mandela

Intendiamo con il nostro impegno, donare conoscenza e consapevolezza.

Appello: “Chiediamo ai mezzi di informazione e comunicazione di sostenere e diffondere il nostro messaggio. Chiediamo ai Governi di tutto il mondo di intervenire acciocche’ queste barbarie abbiano fine”.

Obiettivi:

– Diffondere la cultura del rispetto, della dignità umana e del diritto alla crescita naturale

– Consolidare il rapporto educazione/istruzione nelle diverse culture

– Fornire informazioni e conoscenza su aspetti legislativi e procedurali relativi al tema delle spose bambine e dei matrimoni precoci e forzati.

– Realizzare una mappatura delle varie zone del mondo interessate al fenomeno.

 

Bisogna:

– Cambiare la mentalità nelle famiglie, offrendo la conoscenza di nuovi parametri culturali

– Garantire sostegno ed aiuto alle famiglie ed ai bambini, intesi come oneri economici passivi

– Trasformare la consapevolezza ideologica e culturale in azione concreta

Metodologia e Strumenti:

Verranno utilizzati metodi e strumenti che si avvalgono di tecniche specifiche per l’attivazione di una informazione-conoscenza di massa. Tutto il materiale prodotto sarà tradotto in più lingue, partendo dal francese, inglese, spagnolo.

– Campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica come cultura di progresso civile, tramite distribuzione di materiale cartaceo, sito internet dedicato, spot e slides.

– Incontri con Enti, Associazioni, Organi Istituzionali.

Il matrimonio precoce e forzato è una pratica piuttosto diffusa in alcune zone del mondo, Africa, Asia, America Latina ed Europa Orientale in particolare, ponendo fine in modo brusco all’infanzia e compromettendo il godimento dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione. Quasi tutte abbandonano la scuola.

Il nostro obiettivo è quello di contribuire all’alfabetizzazione sociale.

Non è del tutto facile intervenire giuridicamente, poiché molti paesi mantengono i loro riti nonostante successivi interventi legislativi. Siamo consapevoli che in materia vi sia stata scarsa attenzione, tralasciando a parametri culturali la possibilità che tutto questo sia possibile.

Molto spesso il matrimonio precoce è legato a fattori di povertà; far sposare le bambine viene visto come una strategia di sopravvivenza economica. La pratica viene anche percepita come un modo di proteggere le bambine e di garantire la stabilità quando la società si troverà in situazioni di estrema tensione.

Le spose bambine vengono spesso ridotte in schiavitù, tante muoiono in conseguenza delle lesioni subite durante i rapporti sessuali, o durante le gravidanze precoci.

Il matrimonio deve essere una scelta.

E quando viene imposto, soprattutto in età precoce, si tratta di violazione dei diritti umani con conseguenze fisiche, intellettuali, psicologiche ed emotive.

Ed è molto probabile che per le ragazze si prospetti una gravidanza con molti rischi sia personali sia per il nascituro e, con la certezza di una vita sottoposta a sottomissione, anche sessuale.

In molte zone del mondo la tradizione vuole che sposarsi comporti un rafforzare la famiglia della sposa ed assicurare futuro economico. In alcuni casi, il voler proteggere la giovane, garantendole un uomo “sicuro” al suo fianco.

Bisogna modificare la convinzione culturale che la donna non deve essere relegata ad un ruolo subalterno, vittima di un sistema patriarcale.

Una data importante che segna l’inizio di un nuovo percorso è il 21 Novembre 2013, quando è stata approvata da parte della Terza Commissione dell’Assemblea Generale dell’Onu la risoluzione “Child, early and forced marriage”, promossa dall’Italia insieme ad altri nove Paesi. La risoluzione e’ stata co-patrocinata da 106 Paesi.

Il primo Paese Europeo che ha nominato il matrimonio forzato nella sua legislazione interna è la Norvegia, attraverso una norma penale specifica del 2003, cui successivamente nel 2007 ha aggiunto norme di completamento civili e amministrative.

Il più recente intervento organico è della Svizzera nel 2013. La riforma, nel regolare specificatamente la materia, nomina espressamente il matrimonio forzato e tocca tutti i rami dell’ordinamento giuridico a livello penale, civile ed amministrativo. Un matrimonio contratto per costrizione dovrà essere dichiarato nullo d’uffici.

Nella legislazione statale italiana non compaiono riferimenti espressi al matrimonio forzato.

Tra le comunità presenti in Italia esposte al rischio troviamo ai primi posti i paesi del Sud Est Asiatico ed alcuni paesi africani.

GIORGIA BUTERA

ONU: nel mondo 1,8 mld di giovani sotto i 24 anni su una popolazione complessiva di 7 miliardi 300 milioni di persone; nei paesi più poveri il loro numero aumenta sempre più rapidamente e, secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, i giovani raggiungeranno i due miliardi entro la metà del secolo (l’India è il paese con la popolazione più giovane, pari al 30 per cento degli abitanti). La stragrande maggioranza degli under 24 – nove su dieci – vive nei cosiddetti paesi “in via di sviluppo”, e affronta pesanti ostacoli per realizzare il proprio diritto all’educazione, alla salute e per vivere una vita libera da violenze. Si stima che 57 milioni di ragazze e ragazzi non vadano a scuola e che ogni giorno 39mila bambine vengano fatte sposare (entro il 2020 altri 142 milioni di piccole seguiranno la stessa sorte).

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