A capo della banda specializzata in rapine e smantellata all’alba dai carabinieri a Catania che hanno arrestato cinque persone, ci sarebbe stato un ex collaboratore di giustizia, Angelo Mascali, a suo tempo figura di rilievo della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano. Nell’agosto del 1998 Mascali aveva iniziato a collaborare con la giustizia, contribuendo a delineare, in vari processi di mafia, l’organigramma del clan e le infiltrazioni di Cosa nostra catanese nelle attività economiche.
Nel 2023, però, il programma di protezione gli era stato revocato, a seguito di “condotte delittuose” commesse proprio mentre era sottoposto a tale programma. Secondo l’accusa, negli ultimi mesi, l’ex collaboratore di giustizia, “grazie al suo radicamento operativo e relazionale nel territorio catanese”, avrebbe creato un gruppo, composto prevalentemente da familiari, specializzato in violente rapine ai danni di autotrasportatori attivi nel settore del recupero e commercio di materiale ferroso. Le indagini, coordinate dalla Procura di Catania, grazie ad attività tecniche svolte con intercettazioni, spostamenti e riscontri sul territorio, hanno documentato due episodi avvenuti l’8 maggio e il 20 giugno del 2025 ai danni di due autotrasportatori, originari delle province di Palermo e Enna, che sarebbero stati attirati con l’inganno in due ditte nella zona industriale di Catania specializzate nel recupero, trattamento e vendita di materiale ferroso. Alla prima vittima sarebbe stato garantito l’acquisto di materiale ferroso per un importo di 10.000 euro, ma, raggiunto il luogo dell’appuntamento, l’autista sarebbe stato minacciato e rapinato del denaro che aveva con sé da parte di quattro dei cinque indagati, uno dei quali lo avrebbe colpito alla testa e al volto con il calcio di una pistola. Durante la seconda rapina, invece, la vittima sarebbe stata invitata da due degli indagati a recarsi nella ditta di uno di loro per ottenere il pagamento di 15.800 euro dovuti per precedenti conferimenti di rottami. In questo caso l’autotrasportatore avrebbe ricevuto realmente il denaro, ma dopo essersi allontanato sarebbe stato raggiunto dai rapinatori, fermato e poi minacciato di morte da Angelo Mascali. Quest’ultimo, armato di pistola, gli avrebbe sottratto non solo i 15.800 euro, ma anche ulteriori 500 euro custoditi nel portafoglio.

