Leandro Janni, presidente di Italia Nostra Sicilia, riporta alla luce i versi di una poesia a firma di Liborio Bevilacqua, tratti dall’ultima raccolta di poesia “Omnia fert aetas”.
“Desidero rendere noti i versi di una poesia che ci parla proprio dell’antenna Rai di colle Sant’Anna. Versi tratti da “Omnia fert aetas” (“Tutto porta via il tempo” – Virgilio, Bucoliche), ultima raccolta di poesie di Liborio Bevilacqua. Bevilacqua è nato a Caltanissetta nel 1935. Dopo la maturità classica al Liceo “Ruggero Settimo”, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Catania, specializzandosi in Anestesiologia. E’ stato primario del reparto di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Sant’Elia di Caltanissetta fino al 2000. Nel 2015 ha pubblicato la prima raccolta di poesie con il titolo “Panta rei”, a cui sono seguite “Sussurri ed emozioni” e “Il colore della luce”.

Scrive Marina Castiglione nella prefazione al testo: “Al motto eracliteo che sottende filosoficamente la mutevolezza e impermanenza di tutte le cose, che scorrendo però non escludono un ritorno sotto altre sembianze, si avvicenda un nuovo motto, stavolta risalente alla stagione classica latina, ossia il virgiliano “Il tempo porta via ogni cosa”. Il tempo, divinità implacabile, offre e sottrae con egual indifferenza e senza appelli: così queste poesie sembrano porsi come continua sottrazione, continuo venir meno, continuo avvilente sfumare del corso della vita…”
L’ANTENNA RAI
La mia città si dota, vanta e gloria
dell’antenna Rai tra le più alte d’Europa,
trasmette con onde medie e corte.
Generosa si erge, svetta,
a guidare cirri e nuvole passeggere
foriere di fatue chimere.
Regge in cima, nella vastità del cielo,
flebile lucetta, intermittente, incerta,
lumino supplice che pare dare luce
a grumo di speranze e desideri,
ma potere camaleontico, fanfarone
neglige la storia,
anche se il popolo vorrebbe l’antenna
quale stemma o blasone cittadino.
Volontà superiore
per gioco di potere o capriccio
la ridurrebbe a semplice traliccio.