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Export: calo del 12,5% nei primi mesi del 2020

Redazione 2

Export: calo del 12,5% nei primi mesi del 2020

Mer, 03/02/2021 - 12:22

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Nei primi nove mesi del 2020 e’ stato registrato un forte calo dell’export su quasi tutto il territorio nazionale, pari al 12,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019: una dinamica meno negativa della media nel Mezzogiorno – ad esclusione delle isole – grazie alle ottime performance dei prodotti agroalimentari e del Molise, che ha registrato un incremento del 31,4 per cento delle vendite oltreconfine.

Questo lo scenario disegnato da Sace nel suo focus sull’export territoriale, in cui viene sottolineata una generale ripresa delle vendite all’estero (pari al 24,1 per cento congiunturale) tra luglio e settembre nonostante il calo riscontrato nei primi tre trimestri del 2020.

Lo shock pandemico, secondo gli esperti di Sace, ha messo ancora piu’ in risalto le potenzialita’ inespresse dell’export del Mezzogiorno, che potrebbero essere “sviluppate nel prossimo futuro sia verso quelli che sono gia’ importanti partner commerciali – come Stati Uniti, Francia e Germania – sia verso geografie ancora poco conosciute ai prodotti meridionali”.

Nel rapporto viene sottolineato come il valore delle esportazioni di beni di tutte le ripartizioni territoriali nazionali sia cresciuto tra luglio e settembre, sino a tornare quasi ai livelli del primo trimestre: il dato e’ positivo e diffuso in quasi tutte le regioni, tranne la Sicilia che ha mostrato invece una contrazione. Una buona notizia secondo gli analisti di Sace, che segna la ripartenza della domanda estera tanto importante per l’economia italiana: tuttavia, il risultato dei primi nove mesi del 2020 continua a rimanere in territorio negativo per 12,5 punti percentuali, e questo accomuna tutte le regioni tranne Molise e Liguria.

Con riferimento all’intero 2020, infatti, i dati mostrano una crisi dell’export diffusa a livello nazionale: nei primi nove mesi il calo delle vendite all’estero e’ stato registrato soprattutto nelle isole (30,6 per cento) e nel Nord-Ovest con il 14 per cento. A risentire meno delle ripercussioni negative sulla domanda e’ stato invece il Mezzogiorno, dove il calo del 10,4 per cento e’ stato inferiore alla media nazionale.

Un risultato che secondo gli esperti di Sace e’ stato possibile “grazie alla propensione per l’agroalimentare dell’export al Sud e dalla performance eccezionale dell’export del Molise, che ha registrato una crescita superiore al 30 per cento”.

Colpito duramente, invece, il Nord Ovest: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Piemonte, pur continuando a giocare ruoli da protagoniste per l’export nazionale, hanno visto un calo in quasi tutti i settori esportativi, in particolare nella meccanica e nel tessile e abbigliamento.

Il comparto agroalimentare, anche in queste regioni, e’ quello che ha saputo contenere maggiormente gli effetti negativi e in alcuni casi addirittura accrescere le proprie vendite oltreconfine. In particolare, secondo la Sace, la meccanica strumentale ha subito una contrazione in tutte le regioni d’Italia, provocando in particolare una flessione in quelle, come Lombardia e Piemonte, per le quali il settore e’ significativamente importante.

Alcune categorie di prodotto sono riuscite a mantenersi positive nonostante le difficolta’ presenti nei settori a cui appartengono: e’ il caso del mobilio forlivese, del comparto moda di Arezzo, nonche’ dei macchinari agricoli del padovano e vicentino.