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Assemblea congiunta M5S, Di Maio a parlamentari: “Ora tocca a voi, serve responsabilita’

Redazione

Assemblea congiunta M5S, Di Maio a parlamentari: “Ora tocca a voi, serve responsabilita’

Mar, 17/09/2019 - 23:49

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“Ora tocca a voi, il programma del governo va chiuso innanzitutto nelle commissioni”. Nella prima assemblea congiunta del Movimento dopo la formalizzazione del nuovo governo Luigi Di Maio rivoluziona l’approccio dei vertici pentastellati rispetto all’esecutivo giallo-verde: palla al Parlamento, in primis, con uno stretto raccordo con il governo. E’ una svolta, nella parabola del M5S al governo. Una svolta con cui Di Maio da un lato mostra un cambio di metodo, venendo incontro alle istanze degli eletti, e dall’altro “scarica” anche sui parlamentari la responsabilita’ delle trattative sui provvedimenti. Trattative che, con la nascita del polo renziano, non potranno che complicarsi. La riunione si preannunciava come spinosa, per il leader del Movimento. I malumori interni dopo le nomine dei sottosegretari e con alle porte il “patto civico” con il Pd alle Regionali dell’Umbria, sono tutt’altro che placati e hanno acuito il malessere di chi e’ ancora poco convinto dell’alleanza con i Dem per il governo. Ma alla fine l’assemblea si rivela piu’ breve del previsto: poco piu’ di due ore segnate, tuttavia, da una presenza foltissima degli ex ministri M5S e dei membri del nuovo esecutivo: da Nunzia Catalfo, a Stefano Patuanelli, da Vito Crimi a Fabiana Dadone, da Stefano Buffagni a Giancarlo Cancelleri. Ma e’ ai parlamentari, soprattutto, che Di Maio si rivolge. “Il Governo e’ stato formato, adesso dobbiamo cambiare approccio. Abbiamo un programma da realizzare e gli accordi dovete chiuderli voi nelle commissioni. Su salario minimo, acqua pubblica, taglio tasse, riforma della sanita’ e tanto altro. Ora sta a voi in Parlamento portare a casa i punti del programma”, sottolinea Di Maio ponendo una priorita’ cronologica: prima il taglio dei parlamentari (entro la meta’ di ottobre), poi la nuova legge elettorale. Non manca un accenno al caso del giorno, l’addio di Renzi al Pd. Mossa che Di Maio prova a contrastare con la forza dei numeri del M5S in Parlamento. “Mentre il Pd si frammenta noi rimaniamo l’unico vero polo alternativo nel panorama politico italiano. E se facciamo le cose dette, gli italiani ci daranno fiducia”, spiega il ministro degli Esteri ponendo un primo paletto all’ex premier: “A Renzi ho detto che di ‘Matteo’ che ogni giorno creava tensioni nel Governo ne abbiamo gia’ avuto uno. Ne abbiamo abbastanza”. Di Maio va via prima. Ad attenderlo, nelle prossime ore, la chiusura del patto sull’Umbria. “E’ un esperimento innovativo, ma non lo stiamo studiando per le altre Regioni”, avverte, prudente, Di Maio. Il leader M5S, con il Pd, insiste sulla candidatura di un profilo puramente civico, che sara’ chiamato a scegliersi la giunta. Entro la settimana il M5S vuole chiudere. Ma il patto umbro non sara’ la regola generale per le Regioni. Anche perche’, sui territori, il malcontento per la virata del M5S rischia di essere palpabile.

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