CALTANISSETTA – Dopo la costituzione della Commissione Politiche Europee ed Affari Internazionali affidata alla Sommatinese Marika Pulci, nasce all’interno del Coordinamento provinciale Giovane Italia Caltanissetta la Commissione Pari Opportunità, la cui Presidenza è stata affidata alla riesina Nadia Girgenti, che approda al più grande ed organizzato movimento giovanile d’Italia dopo aver frequentato e superato numerosi corsi di alta formazione politica.

Continuano dunque tutte al femminile le adesioni alla Giovane Italia della Provincia nissena, che annovera tra le sue fila diverse Dirigenti donne: la Vice Coordinatrice Provinciale, Alessia Saia, la Coordinatrice di Riesi e Villalba, rispettivamente  Rosy Giuliana e Valentina Lumia, la Presidente della Commissione Politiche Europee, Marika Pulci, e adesso la Presidente della Commissione Pari Opportunità, Nadia Girgenti.

Un movimento giovanile, che a partire dalla Coordinatrice nazionale, On. Annagrazia Calabria e dalla Presidente nazionale, On. Giorgia Meloni, punta non solo sui giovani, ma soprattutto sulle donne, facendosi promotore della democrazia paritaria e di un’equa rappresentanza di genere nella composizione dei ruoli dirigenziali di partito.

“La Giovane Italia di Caltanissetta – dichiara il Coordinatore provinciale, Oscar Aiello – sta dimostrando capacità di innovazione e di cambiamento. La Presidente Nadia Girgenti, che ringrazio per aver accettato l’incarico, con la Commissione Pari Opportunità avrà il compito di rimuovere gli ostacoli di carattere politico e culturale che limitano l’accesso delle donne agli incarichi istituzionali, il cui risultato è la perdita per il nostro paese delle opportunità che offrirebbe una maggiore rappresentanza femminile nelle Istituzioni”.

La neo Commissione provinciale Pari Opportunità avrà il compito di promuovere il dibattito e la sensibilizzazione sulla democrazia paritaria per fronteggiare una situazione che nel Belpaese è ancora in forte ritardo rispetto agli standard europei. Ulteriore compito sarà quello di farsi parte attiva nell’assenza di adeguate politiche di conciliazione tra vita e lavoro e nei bassi livelli di occupazione femminile in attesa di una riforma della legge volta a rendere ancora più incisive le disposizioni a tutela della parità di genere.