PALERMO – L’Ars,ha approvato con un’ampia maggioranza (55 voti a favore, 22 contrari) la soppressione delle Province. Entro il 31 gennaio servirà una legge per regolare i Consorzi di Comuni. Seduta fiume in Assemblea che si è conclusa da pochi minuti. L’opposizione protesta: “Una legge incostituzionale”.
La legge approvata da Sala d’Ercole fissa al 31 dicembre 2013 il limite ultimo per varare una norma che disciplini l’istituzione dei nuovi organismi. Una cosa, però, è certa fin da ora: non ci saranno più elezioni, visto che “gli organi di governo dei Liberi consorzi comunali saranno eletti con sistema indiretto di secondo grado”. Grazie a questo solo articolo la Sicilia risparmierà dieci milioni di euro l’anno: a tanto ammontano le spese per i gettoni di presenza e gli stipendi di consiglieri, assessori e presidenti delle nove Province dell’Isola. Ancora un punto interrogativo è invece il futuro dei 6.500 dipendenti e, soprattutto, quali competenze rimarranno in capo ai nuovi organismi, considerando che oggi le Province riscuotono le tasse automobilistiche e si occupano della manutenzione di scuole e strade interne. Il primo articolo sui tempi è chiarissimo: “Entro il 31 dicembre la Regione disciplina con legge l’istituzione dei Liberi consorzi comunali in sostituzione delle Province”. Meno chiaro è quanti saranno questi consorzi, ad esempio. L’idea del governatore Rosario Crocetta è quella di fissare un tetto di 150 mila abitanti per ogni nuovo ente. In questo modo potrebbero essere ben trentatré, con la nascita di alcuni consorzi che il presidente della Regione ha già bene in mente, come quelli di Gela, Marsala e Nebrodi.
La norma approvata fissa un altro principio che mette comunque un punto fermo: non ci saranno più elezioni provinciali né elezioni per i rappresentanti degli organi di governo dei Liberi consorzi. Questi ultimi saranno eletti “con sistema indiretto di secondo grado”. In sintesi, saranno scelti dai sindaci tra i loro rappresentanti. Il gettone di presenza sarà quindi unico: il risparmio previsto è stimato in dieci milioni di euro. Nell’attesa dell’approvazione del regolamento, i Consigli provinciali in scadenza saranno sostituiti da un commissario straordinario nominato dal presidente della Regione, d’intesa con l’assessore alle Autonomie locali. Anche i commissari nominati dal governo Lombardo saranno sostituiti: un comma della legge votata dall’Ars prevede la loro decadenza immediata.
Ancora non è chiaro il futuro dei 6.500 dipendenti che oggi lavorano nelle nove Province siciliane. Tutto dipende dalle competenze che rimarranno in capo ai Liberi consorzi o se, come vorrebbe Crocetta, addirittura i nuovi enti dovranno farsi carico di altre competenze oggi svolte da Regione e Comuni, come quella della Protezione civile, ad esempio. In quest’ultimo caso, potrebbero essere trasferiti ai Liberi consorzi dipendenti di Comuni e Regione che andrebbero ad affiancare i 6.500 in eredità dalle Province. Su questo fronte la partita è aperta.

