SAN CATALDO. L’intelligenza artificiale entra nella scuola e nella PA. Tra opportunità e rischi, la posta in gioco è politica. L’intelligenza artificiale è ormai parte integrante del presente e sta trasformando profondamente la scuola, la pubblica amministrazione e il rapporto tra cittadini e istituzioni. Il convegno “Intelligenza Artificiale, una Risorsa da Governare”, organizzato dall’associazione “Incontriamoci in Biblioteca Aps” di San Cataldo, al suo esordio, ha offerto una panoramica concreta degli effetti di questa transizione.

Ne hanno discusso accademici, dirigenti scolastici ed esperti di comunicazione sottolineando che l’IA rappresenta una rivoluzione culturale. Al centro del dibattito è prevalsa la consapevolezza che la direzione politica e normativa sarà decisiva: l’IA può migliorare trasparenza ed efficienza, oppure aggravare disuguaglianze e dipendenze.
Secondo Giovanni Marcello Li Vigni, Dirigente dell’Usr Sicilia, Ufficio V Ambito Territoriale di Caltanissetta sede Enna, l’Intelligenza Artificiale sta già ridisegnando l’ecosistema educativo. Si tratta – ha detto – di un “nuovo paradigma” che sta coinvolgendo studenti, famiglie, docenti e dirigenti. Uno dei temi centrali del suo discorso è stata la gestione dei dati personali: “Servono – ha sottolineato – strumenti che tutelino i soggetti più giovani”.
Nel settore pubblico, l’impatto dell’IA è già esteso: 1.851.386 dipendenti, il 57% del totale, sono direttamente interessati. Lo ha ricordato il giornalista Giovanni Proietto, citando una ricerca di Fpa-Digital360, presentata a Forum PA 2024. Secondo lo studio, l’80% dei lavoratori pubblici potrebbe migliorare l’efficienza tramite l’IA, ma un 12% rischia la sostituzione, specie nelle mansioni ripetitive, facendo cosi emergere la questione impellente della formazione. Nel mondo scolastico e amministrativo – ha detto – solo il 21% dei lavoratori ha ricevuto una formazione di base. Secondo gli esperti, servono nuove competenze e nuove figure specifiche.
La Prof.ssa Nicole Dalia Cilia, docente di Intelligenza Artificiale al Dipartimento di Informatica alla “KORE” di Enna, ha illustrato l’evoluzione dell’IA: dai sistemi a regole esplicite al machine learning fino all’intelligenza generativa. Il sistema “funziona perché impara dai dati, ma se questi sono distorti, le risposte saranno errate o discriminatorie”. La pulizia dei dati, ha aggiunto, “va fatta con cautela, per non allontanare il sistema dalla realtà”.
Una ulteriore criticità, ha poi aggiunto la docente – è l’opacità dei modelli: “Talvolta nemmeno i progettisti sanno spiegare le risposte del sistema”. A ciò si sommano le “allucinazioni”, ovvero informazioni inventate, che impongono la supervisione umana.
Giovanni Proietto ha ricordato che “l’algoritmo non è neutro. Se i dati sono distorti, lo sarà anche la decisione”. Tra il 2005 e il 2019, circa 26.000 famiglie olandesi sono state erroneamente accusate di frodi legate ai sussidi per l’infanzia da un errato algoritmo gestito dall’Agenzia fiscale olandese.
Ha poi fatto cenno all’eccesso di delega: tra il 2020 e il 2023 la consulenza esterna nella PA è cresciuta del 30,5%, indebolendo le competenze interne. La PA deve essere un soggetto autonomo competente e autorevole”.
Ha parlato poi dei primi i passi normativi in Europa. Il regolamento europeo (AI Act) è entrato in vigore il 1° agosto 2024, mentre la Legge n. 77, approvata il 21 maggio 2025 dall’Italia, rappresenta il primo quadro nazionale sull’IA. La norma recepisce la norma l’AI Act , adattandolo al contesto italiano, con un’attenzione a trasparenza e alla tutela dei diritti.
In chiusura, Elio Cirrito, quarant’anni di esperienza nella PA, ha ricordato l’informatizzazione degli anni ’80: “Accolta con diffidenza, fu gestita con poca organizzazione e formazione”. Oggi ha detto: “Non possiamo ripetere lo stesso errore. Serve consapevolezza, coinvolgimento, visione”.
Il messaggio finale del presidente dell’associazione, Gianfranco Cammarata, è stato chiaro: “l’intelligenza artificiale non sostituirà l’uomo, ma ne ridisegnerà il ruolo. I compiti ripetitivi saranno ridotti, cresceranno quelli ad alta interazione. La sfida non è solo tecnologica: è prima di tutto politica”.