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La morte del sancataldese Bruno Lauria. L’urlo del sopravvissuto, Giuseppe Lunetta: “I miei amici sono morti”

Redazione

La morte del sancataldese Bruno Lauria. L’urlo del sopravvissuto, Giuseppe Lunetta: “I miei amici sono morti”

Lun, 13/01/2020 - 20:36

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La terribile scena dell’incidente di corso Europa di sabato notte. Nell’Alfa che prende fuoco perdono la vita un 68enne e un 23 enne. Il terzo occupante è uscito dall’auto poco prima che si incendiasse

Mentre l’Alfa Romeo Quadrifoglio brucia, Bruno grida dentro l’auto. Cerca di uscire da quella macchina divenuta inferno, non ci riesce. Fuori dal mezzo, invece, di fronte ai carabinieri, il suo amico Giuseppe urla fuori di sé: “Sono morti i miei amici, sono morti i miei amici”. Giuseppe, che stava seduto dietro, è invece scappato da quella trappola di fuoco. Ed è l’unico superstite di un tragico incidente in uno dei punti più critici della città, che conta due vittime, carbonizzate. Un incidente, nella notte fra sabato e domenica, sul quale adesso stanno lavorando gli agenti del reparto anti-infortunistica della polizia municipale. Sono loro che hanno riferito al pm di turno Giancarlo Vona la prima, drammatica ricostruzione degli eventi.

Sono quasi le 3 del mattino: alla guida dell’Alfa rossa c’è Guido Grassi, 68 anni, imprenditore genovese. Come altre volte ha passato la serata in un locale del levante genovese, “il Sette”, all’interno degli stabilimenti balneari “Sette Nasi”. Un volto noto, un cliente affezionato. A fine serata si offre di riaccompagnare verso casa Bruno Lauria, 23enne cameriere di San Cataldo (provincia di Caltanissetta) e il suo amico e compaesano Giuseppe Lunetta, 20 anni. I ragazzi abitano a San Fruttuoso, lui nel centro storico. Quando salgono in auto, Bruno si sistema a fianco di Guido, Giuseppe si siede dietro.

L’auto dal lungomare di Quarto sale verso corso Europa e viaggia verso il centro città. Un centinaio di metri dopo l’incrocio con via Timavo, però, Guido Grassi perde il controllo della macchina. Finisce contro lo spartitraffico che porta alla fermata dell’autobus, al centro carreggiata, restringendo così lo spazio di manovra. Lo stesso spartitraffico fa da rampa per l’Alfa: “In quei momenti non mi sono accorto di nulla, mi sembrava solo di volare”, il racconto ancora sotto choc di Giuseppe Lunetta durante la corsa in ospedale.

Dopo la carambola e il ribaltamento, lo scoppio: “Un boato tremendo – racconta Marco Rossotti, ex volontario della Croce Rossa, che dormiva lì a due passi – sono subito sceso e ho visto la carcassa della macchina in mezzo alle fiamme. Con me sono intervenute altre due persone, non so come abbiamo trovato un estintore ma non ha funzionato subito. Dentro c’era il ragazzo che urlava, noi gli gridavamo di liberarsi, di provare a uscire che l’avremmo aiutato, ma non ce l’ha fatta. Abbiamo provato ad aprire la portiera ma ci ha investito un calore insopportabile. L’altro ragazzo invece era già fuori, i carabinieri hanno cercato di calmarlo, era fuori di sé”.

I Vigili del Fuoco, dopo aver spento le fiamme, trovano i due corpi carbonizzati di Guido Grassi, con ogni probabilità morto sul colpo, e di Bruno Lauria. Gli uomini del 118 invece portano al pronto soccorso del San Martino Giuseppe Lunetta. È in condizioni tutto sommato discrete e viene dimesso nel tardo pomeriggio. Durante la corsa in ospedale dice soltanto “ora come faccio a dirlo a mia sorella?”, che è fidanzata proprio con il suo amico Bruno.

La polizia municipale, oltre a prendere in mano le indagini, deve anche gestire il traffico. Bisogna rimuovere i detriti, un semaforo è divelto. Soltanto alle 7 passate quel tratto di corso Europa può riaprire al traffico in entrambe le direzioni. Anche se tre ore dopo un altro incidente fra quattro mezzi, stavolta senza conseguenze, fa tornare sul posto i vigili.

Nel locale “Il Sette”, ieri, nessuna voglia di parlare. Troppo lo stupore, il dolore, lo sconcerto per la morte di un 23enne che lavorava sodo e per quella di un cliente abituale. Per un tragico gioco del destino la sede della società di cosmesi fondata da Grassi, la “Brillbird”, è in via dell’Ombra, a due passi da quella pensilina che gli è costata la vita.

Gli agenti della municipale hanno iniziato a visionare le telecamere della zona, per capire innanzitutto la velocità a cui stava viaggiando l’Alfa Romeo. Nel frattempo, il pubblico ministero Vona ha sequestrato quel che è rimasto del mezzo. Oggi, invece, verrà sentito Giuseppe Lunetta. (di Marco Lignana, fonte genova.repubblica.it)