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San Cataldo. Angelo La Rosa su incendio a Gabara: “Dobbiamo essere fiduciosi che l’Azienda Forestale farà il possibile per far tornare fruibile il bosco”

Redazione 1

San Cataldo. Angelo La Rosa su incendio a Gabara: “Dobbiamo essere fiduciosi che l’Azienda Forestale farà il possibile per far tornare fruibile il bosco”

Dom, 18/08/2024 - 00:13

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SAN CATALDO. Angelo La Rosa, dopo aver speso tantissime energie per contribuire a far diventare il sito geominerario di contrada Gabara un fiore all’occhiello per la comunità di San Cataldo, dopo il rovinoso incendio dello scorso 16 luglio ha fatto il punto della situazione senza nascondere il proprio disappunto.

Lo ha fatto in un post che ha pubblicato nella sua pagina di Facebook. “Non nascondo il mio disappunto e la tristezza mista a rabbia alla vista di ciò che rimane dopo quel dannato 16 Luglio 2024. Tronchi carbonizzati, chiome bruciate, sottobosco incenerito a perdita d’occhio. Insomma, diversi ettari impraticabili.

Più che legittima la preoccupazione del direttore Antonio Valenti dell’azienda forestale nel vietare la fruizione dei luoghi. Attualmente non può essere garantita la sicurezza. Decine e decine di alberi dovranno essere sicuramente abbattuti. Alcuni sono già caduti di recente.

Sono profondamente dispiaciuto anche per quel cipresso ultracentenario che svettava lungo il viottolo che porta alla zolfara Giunta. Costituiva toponimo di una zolfara, indicata sulle carte storiche proprio con la denominazione “zolfara Cipresso”, a valle della “Corvacchiara”.

Il fuoco, nell’attraversare l’area mineraria, ha carbonizzato diversi manufatti: un ponticciolo, scalette, passamano…Mi chiedo ancora come sia potuta andare in cenere la scaletta – vera opera d’arte – costruita davanti la seconda discenderia della Giunta. Eppure attorno non ci sono piante e sottobosco che potevano creare innesco.

Dobbiamo comunque essere fiduciosi che, al rientro degli stagionali, l’Azienda Forestale farà il possibile per consentire alla collettività sancataldese la fruizione di un bosco, da tanti amato, dove magicamente coesistono già da anni flora, fauna e storia antropologica delle passate civiltà contadina e mineraria”.