“ esterne”. Ciò vuol dire che la vita cristiana “ parte” dalla fede “ invisibile” e si sviluppa nelle opere. La fede è conoscenza ed anche sentimento, anzi possiamo dire che è “ collaudata” dal sentimento, che, poi, è “amore”. Nella celebrazione di oggi abbiamo un grande segno, la processione, che deve essere un “segno” di fede. Ma ci domandiamo: quale rapporto ha la nostra fede con il “Corpus Domini “? cioè con la Eucaristia, ? Accenniamo, quasi uno schizzo minimo di teologia biblica, a due aspetti: quello storico e quello esistenziale. Il primo ci ricorda che l’Eucaristia, istituita da Gesù nel cenacolo , è il solenne e definitivo “patto di alleanza” che rinnova quello antico di Mosè. Alleanza stipulata “nel sangue”, cioè col sacrificio di animali il cui sangue veniva versato sull’altare e anche veniva asperso sul popolo. Un gesto che intendeva stabilire quasi “una parentela di sangue” tra il popolo e Dio stesso. Per il nostro interesse spirituale- esistenziale: Gesù nobilita ancor più misteriosamente il “ patto della Nuova ed eterna Alleanza stipulata “nel suo sangue” che sarà versato con la sua crocifissione, e che potrà essere bevuto in una più “reale ed intima parentela” , nella comunione con il suo corpo e il suo sangue. E più che i sacrifici antichi, il suo sacrificio è per la salvezza di tutti gli uomini, se ne mangeranno e berranno degnamente. E’ il pegno e la garanzia della gloria futura. Però con la fede sincera che accoglie e vive il mistero della reale presenza di Cristo nella Eucaristia.