Raddoppio 640, il ritardo della riapertura della bretella si abbatte su 11 famiglie. Il titolare del distributore Esso di Anghillà: “Oltre al danno, la beffa”

CALTANISSETTA – Tra le tante lettere che quotidianamente riceviamo in redazione, oggi pubblichiamo quella di un imprenditore nisseno, Vincenzo Arnone, titolare del distributore Esso di contrada Anghillà che da ormai 16 mesi è chiuso per i lavori di raddoppio della 640. Raccogliamo lo sfogo dell’imprenditore e lo rendiamo pubblico, nella speranza che chi di competenza possa essere sensibilizzato su una vicenda che ormai sta intaccando il tessuto economico ed imprenditoriale nisseno. Di seguito il testo della lettera.

V

Vincenzo Arnone

Sono Vincenzo Arnone il titolare della Sear Idrocarburi srl  Stazione di Servizio Esso situata sulla strada statale 640 in contrada Anghillà Caltanissetta

Invio questa lettera al quotidiano il Fatto Nisseno, per esprimere e mettere a conoscenza la popolazione nissena della mia grande indignazione e rabbia per ciò che accade in merito alla chiusura della strada in questione.

La chiusura della mia attività avvenuta il 12 settembre del 2014 senza alcun preavviso da parte di chi ha iniziato i lavori ,oltre che un enorme disagio a tutti coloro che giornalmente utilizzavano questa bretella per andare a lavoro, ha generato l’impoverimento del nostro territorio, al contrario di quanto si dice che le grandi opere servono a creare occupazione e sviluppo,.

Io ho dovuto mandare a casa undici dipendenti e quindi undici famiglie, le quali sino al mese di dicembre 2015 hanno stentato a vivere perché senza reddito.

Anche  tutto l’indotto che girava attorno alla mia l’attività compreso i fornitori locali hanno subito una perdita, senza parlare dell’enorme danno economico che ha subito la mia attività quasi ventennale

Nonostante ciò nel mese di dicembre 2015, assumo sette dipendenti ,per far si che tutto sia pronto per la riapertura, proprio perché l’azienda appaltatrice dei lavori comunicava la riapertura del tratto stradale in questione il 4 gennaio del 2016 , ma ciò non è avvenuto quindi oltre al danno anche la beffa….

E’ spiacevole che una società di enormi dimensioni e con un’ottima reputazione che la precede nell’ambito di costruzioni di grandi opere, non abbia al comando uomini capace di sviluppare la sensibilità per i territori sui quali agiscono per tentare di migliorarli anziché  distruggerli.

La presente lettera ha valore anche di segnalazione al nostro Illustrissimo Sig Prefetto e Illustrissimo Sig Sindaco di quanto sta realmente accadendo.

Vincenzo  Arnone.

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  • Sarebbe stato meglio se la 640 fosse rimasta come era prima , quale raddoppio, troppi disagi per costruire una strada ci vuole troppo tempo ed i siciliani non possono aspettare. Sarebbe stato meglio se avessimo aspettato la fata turchina con la sua bacchetta magica. Ma smettetela di lagnarvi per ogni cosa e pensate ai tanti benefici che porterà questo collegamento appena ultimato.

    • certo, ci mancherebbe in fondo perché lagnarsi quando vengono comunicate ALMENO 10 (DIECI) date DIFFERENTI per la riapertura... in fondo chi se ne frega se ci prendono per i fondelli. Chi se ne frega se chi esegue i lavori (che immagino sia un ingegnere) non abbia la PIU' PALLIDA IDEA di cosa sia un cronogramma (figurarsi farlo rispettare).

      Dobbiamo stare zitti e ringraziare pure. Mica siamo milanesi, siamo siciliani, ed è notorio che i soldi delle tasse dei milanesi emanino profumo di rose e per questo vengono rispettati, i soldi delle tasse dei siciliani invece puzzano, non è colpa dei siciliani, è la natura. tacere&subire sempre, comunque, a prescindere.

    • E' ovvio che un'opera del genere porti disagi.
      Ma è ancora più ovvio che la legislazione vigente prevede delle misure chiamate compensative a favore del territorio che sopporta tali disagi.
      La capacità contrattuale dell'amministrazione "attiva" è pari a zero, le ricadute a opera completata saranno tutte sull'utile impresa dell'appaltatore mentre sul territorio sarà distribuita soltanto una spessa coltre di terre e rocce da scavo.
      Si faccia spiegare dai tecnici dell'anas quale sarà la via di entrata e di uscita per Caltanissetta per i veicoli provenienti dalla A19. Se vuole glielo dico io, sarà la galleria Sant'Elia. E allora vorrei capire quale vantaggio in termini di tempo di trasporto otterrebbe il territorio se l'accesso resta uguale?
      Si provi a rispondere da solo, perchè chi gestisce l'appalto non le risponderà mai.

  • Vi confido una chicca: la ditta è semplicemente incappata nel "sistema italia" ovvero cominciamo i lavori e poi si vede!
    Nel mio mondo c'è UNA DATA DI INIZIO ed una di FINE LAVORI.
    Nel caso di inadempienze contrattuali o ritardi nella consegna dei lavori procedo con le PENALI in percentuale all'importo dei lavori previsti (1% 2% 3% et similia).
    La Cmc ai sensi degli obblighi contrattuali dovrà rispondere dei ritardi.
    Domanda: dove sono i dirigenti Anas? dove la Dir. Lavori? dove la Supervisione Lavori?
    A magnà in qualche osteria di paese. Semplice.

    • Mi pare che la consegna dell'opera dovrebbe avvenire per Dicembre 2017; Dopo quella data potete avvisare i dirigenti dell'anas per le penali alla cmc. Credo però che a Caltanissetta state alzando un polverone esagerato per dei ritardi che riguardano la bretella, la quale rappresenta una minima parte dell'intera opera su un tracciato di 72 km. Io stesso faccio il pendolare giornaliero da Agrigento verso caltanissetta e continuo a viaggiare in condizione di disagio impiegando oltre venti minuti in più rispetto a prima ma non mi lamento, stanno lavorando per noi è bisogna pazientare. Se poi qualcuno vuole utilizzare i ritardi di apertura della bretella per fare polemica con l'amministrazione di Caltanissetta e' un altro discorso. Ricordo in Lombardia stavano realizzando una strada su un tracciato con traffico preesistente , all'inizio del cantiere avevano messo un cartello " scusate per il disagio ma stiamo lavorando per voi" i lavori sono durati tre anni con pesanti ripercussioni sul traffico, non ho mai sentito lamentare nessuno. Ma a Caltanissetta si sa siete abituati alla perfezione assoluta ed a vivere nel confort più assoluto.

  • Arnone e i suoi dipendenti sono rimasti vittime di un sistema malato che vede prevalere il forte sul debole.
    La nostra società si sta sudamericanizzando sempre di più e le istituzioni sono sempre meno presenti, l'azienda di Vincenzo Arnone è rimasta chiusa per troppo tempo, ma nelle stesse condizioni sono tutte le aziende nissene che ancora hanno il coraggio di produrre.
    Anche l'approvigionamento di merci da fuori provincia è diventato un problema serio, aggravato da maggiori costi di trasporto (si paga a chilometro) e ciò porterà alla chiusura delle pochissime aziende ancora aperte.
    Cosa si può fare?
    Chi è stato chiamato ad amministrare questo territorio, deve avere la coscienza di farlo veramente e sbattere i pugni sul tavolo.
    Non è con l'approvazione di finte misure compensative, che compensative non sono affatto, che si risolve il problema, chi governa sia lo Stato che la Regione deve fare la sua parte, fatevene una ragione e cercate di fare soltanto il vostro dovere oppure dimettetivi.

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