Processione di San Michele: “E ridimmu tutti… ma c’è picca di ridiri”

imageCALTANISSETTA – Processione del Santo Patrono San Michele Arcangelo.
Fiumi di pensieri, preghiere, speranze. Senso di appartenenza ad una città, spesso aggredita nelle parole, per le tante cose che vorremmo migliori, ma amata nei fatti.
O più semplicemente il desiderio di riappartenerci, abbracciati da tanti, come noi, propiziati dalla magica atmosfera della processione, affidano completamente la propria interiorità al Sacro, abbandonando per tutto il percorso ogni barlume di materiale, di scontato, di banale.
È come ascoltare una grande opera lirica, assistere ad un concerto di una filarmonica. Ogni voce, ogni strumento musicale sublima un’emozione.
Proviamo a questo punto a immaginare il momento, il più bello, quando il Direttore di Orchestra, in un attimo di follia, inizia a dar luogo ad una stecca mefistofelica, il momento in cui il soprano decide di abbandonare il proprio ipnotico assolo a favore di una performance da urlatore anni 60.
È la sensazione più simile a quella che abbiamo provato, e tanti ci hanno raccontato nel vedere la prima e seconda carica cittadina ridacchiare allegramente durante la processione. Ci chiediamo cosa possa avere provocato loro tanta ilarità, tanto divertimento, per indurli ad abbandonare un contegno antico che avrebbe, forse, dovuto suggerire un look più sobrio, meno informale, magari più monotono, ma certamente più aderente al comportamento di tanti che procedono a piedi scalzi, o in sedia a rotelle, e a chi non ha modo neanche di tirare il respiro, nella tensione di portare a spalla il simulacro del patrono.
Non è feticismo il nostro, ma il desiderio di quanti (e sono tanti) desiderano ascoltare musica d’autore, che non gradiscono essere distratti mente sperimentano, almeno una volta l’anno, la rassicurante sensazione di esseri inclusi in una comunità con elementi fondanti antichi, più profondi di moderni e vacui slogan per un proscenico ed improbabile cambiamento. Il legittimo desiderio di ritrovare, nelle nostre rappresentanze, quella reale sobrietà, da non confondere per una abusata informalità, che possa comunicare il senso di condivisione del peso di una popolazione afflitta ogni giorno da enormi difficoltà, e da questo punto di partenza trovare la strada per risorgere, non uno, ma ogni singolo giorno dell’anno come collettivo. Così, forse, anche molti altri, liberati dal grigiore della propria reale e problematica esistenza, si troveranno a confondere la festa del patrono per quella di carnevale.

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  • UUUUUU....che commenti!!...un mondo di pubblicani e farisei!!! mancano solo i credenti praticanti!

  • Se non ricordo male un detto dice : cu è fissa carnalivari o cu ci va apprissu ? Ebbene si è vero , loro se la ridono ma , anche Noi nisseni che continuiamo a farci prendere per i fondelli non facciamo una bella figura , ed anzichè agire cosa facciamo ? bla , bla , bla , bla , e loro TUTTI continuano mese dopo mese a presentarsi alla cassa a riscuotere lo stipendio pagato da Noi nisseni inermi spettatori . Si dovrebbero vergognare TUTTI , presenti , assenti e disertori ma , siccome sono certi che i Nisseni sappiamo solo parlare e giudicare ma al momento di agire c'è chi scappa a dritta e chi invece a manca , continuano a riderci in faccia come se ci volessero dire " parlate , parlate , intanto il tempo passa e Voi ci pagate per NON fare niente " ......... ih , ih , ih , ih ,riditi supra sta mi ......... ia , gli avrebbero urlato altrove , qui invece bla , bla , bla , perchè solo quello sappiamo fare . Così lo è sempre stato lo è e lo sarà , fa comodo a loro ed a tutti questo sistema perchè spezzarlo , altrimenti di che .......... sparliamo .

  • bellissima la giacchetta gialla ! si "appatta" bene anche con la striscia giallo/rossa.
    Ruvolo avrebbe dovuto indossare una giacca Verde ...giusto per dare un tocco di colore alla cerimonia.

  • Peccato tutti questi, un occasione persa. Campisi e la sua Giunta erano presenti e dignitosi, questi sembrano una cambriccola di .........priati.

  • Per loro è passerella . Sono eventi che servono x pavoneggiarsi, la fede , il coinvolgimento sono un'altra cosa.

  • Non rimane altro alla Montagnino di dimettersi! Peraltro non è nuova a questo tipo di comportamento e, infatti, è in atto vi una forte sofferenza del consesso cittadino rispetto alla Sua ilarica gestione del Consiglio comunale con un chinarsi totale al volere di Ruvolo a scapito della democrazia e del Consiglio che l'ha eletta.

    • non sanno che significa servizio alla città (eredità di padre in figlio) ma, solo servizio autoreferenziale

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