Saro, Matteo e la parodia della ragion di stato

strada-con-punto-interrogativoCALTANISSETTA – Esisteva un tempo, nel nostro Paese, in cui il mantenere l’ordine, il decoro e la credibilità delle Istituzioni, giustificava il filtrare ed accertate la rigorosa veridicità delle notizie prima che le stesse fossero rese pubbliche. Un tempo in cui il segreto istruttorio era un dogma inviolabile, che come la legge, era uguale per tutti. Un tempo in cui prima di delegittimare un personaggio pubblico, in difetto di prove certe, gli si concedeva il beneficio del dubbio.
La parte prevalente di Noi oggi ha provato sdegno e ripugnanza di fronte alla presunta intercettazione tra il nostro Presidente della Regione ed il suo pluri indagato medico personale.
Quella frase sull’augurio di una fine terribile per Lucia, è uno stupro barbaro, non solo per una famiglia che ha già sofferto abbastanza a causa della causa delle cause, per pochi una vita, per molti una carriera, ma anche per l’intera credibilità del consorzio civile del nostro paese.
Ma probabilmente la crudezza e la gravità del fatto offertoci da un organo di stampa ha offuscato il contorno non meno grave di eventi collaterali.
Istituzioni, politici, alte Cariche dello Stato hanno loro malgrado, involontariamente, legittimato la notizia diffusa da un organo di stampa, nel tardo pomeriggio invece smentita dalla Procura della Repubblica di Palermo, unico organo titolato e legittimato alla conoscenza dei fatti, sulla quale è arrivata la contro smentita dalla fonte la quale ha fatto sapere che trattasi di fatti ‘segretati’. Ci chiediamo quale intercettazione telefonica possa essere non segretata, soprattutto quando, come adesso ci troviamo in una fase di indagini preliminari, ma ancora di più ci chiediamo come possa essere possibile che un organo di stampa assuma un livello di fede pubblica tale da divenire fonte ufficiale per le stesse Istituzioni che la ‘notizia’ la dovrebbero produrre. Come possa essere stato possibile che si sia organizzato un pubblico linciaggio per la più alta carica della Regione Siciliana, della quale, nella persona del presidente Crocetta non riteniamo di fondare alcuna improbabile difesa politica, ma riteniamo quanto meno singolare che i principali sostenitori o pseudo tali siano arrivati financo a programmare una fine precoce della legislatura, che potrebbe invece piu opportunamente e legittimamente fondarsi su mille diverse motivazioni da quella odierna, in difetto di informazioni certe ed affidabili.
Seguiremo il progredire dei fatti che certamente esigono il racconto della verità, ma certamente non possiamo fare a meno di rilevare la fragilità della struttura della leadership politica del Nostro Paese, in un momento in cui abbiamo la presunzione di salvarne altri, come la Grecia, cui rivolgiamo in questi giorni troppo spesso toni di indulgente commiserazione, ma che in momenti realmente drammatici ci sta offrendo delle solenni lezioni di dignità.

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  • Solo per la precisione e per non continuare a sprofondare nell'ignoranza che regna sempre sovrana e quindi anche per correttezza di informazione soprattutto alle giovani generazioni,
    La più alta carica della Regione Siciliana è IL PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA REGIONALE E NON CERTO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE COME INDICATO NELL'EDITORIALE.
    Era necessario precisare , sarebbe stato come dire che la più alta carica della Repubblica Italiana è Matteto Renzi, quanto di fatto il presidente del consiglio non è nemmeno nella classifica delle alte cariche della repubblica Italiana!!!!

  • L'"indignazione" per il fatto che le intercettazioni non siano secretate: questo è, purtroppo, un problema ricorrente e che riguarda le più importanti indagini degli ultimi decenni in Italia. Occorrerebbe un intervento del legislatore sul punto. Quanto a Crocetta, vero è che, probabilmente, dovrebbe andare a casa per ben diversi e più gravi atti e/o omissioni, ma vero è anche che poco si conosce della mala gestio politica del suo governo. A fronte di una carente informazione pubblica al riguardo, ben venga allora la divulgazione, sebbene ai limiti della legalità, di intercettazioni dalle quali, se confermate, emergerebbe un modo di pensare ed operare che tradisce nel profondo il senso civico e di legalità della popolazione siciliana degli ultimi decenni. Da " figlia" delle stragi del '92 mi sanguinano le orecchie a sentire frasi tanto gravi, peraltro pronunciate, sembrerebbe, nel silenzio colpevole e omissivo di chi della legalità ha fatto un comodo baluardo.

    • Condivido quasi tutto. Mi mi viene spontanea una riflessione: non so se in quella sedicente intercettazione (sedicente, perchè non si è ancora capito se esiste oppure no) si connotino rilievi penali a carico di Crocetta; se sì è chiaro che, sebbene la sua pubblicazione sia contro la legge, non sia irrielvante per i siciliani conoscere il "lato oscuro" del loro governatore; ma se non si connotano rilievi penali in quella conversazione, l'idea che si possa essere messi alla gogna, e magari mettere la pietra tombale sulla propria carriera e soprattutto sulla propria credibilità, perchè una telefonata PRIVATA è stata resa pubblica, mi sembra davvero barbaro.
      Il (presunto) silenzio di Crocetta, ricordiamocelo, appartiene ad un contesto di conversazione privata. In risposta a quella frase, qualsiasi interlocutore potrebbe reagire nei modi più disparati (partendo dall'assunto di non condividerne il senso): potrebbe rispondere con un palese "ma che c...o dici"?, oppure prendendo atto della posizione (assolutamente non condivisibile, ripeto) del proprio interlocutore senza però entrare nel merito. Ricordiamoci comunque che tutto questo appartiene alla sfera privata e soggettiva di una persona e che, fino a quando non saranno accertati rilievi penali, tale rimane

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